
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
21 luglio, 2024
21 luglio 1959 – Rossana Casale, una voce da jazz

20 luglio, 2024
20 luglio 1979 - La Tom Robinson Band si scioglie, ma non è la fine del mondo

19 luglio, 2024
19 luglio 1944 – Will Marion Cook, l'uomo che ha colorato di nero il varietà
Il 19 luglio 1944 muore a New York il compositore e direttore d’orchestra Will Marion Cook, una delle figure più importanti e significative del grande rinnovamento della musica statunitense nel periodo a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. Il suo lavoro, penalizzato dalla separazione razziale che in gran parte degli stati degli USA impediva a neri e bianchi di frequentare lo stesso locale, è fondamentale nella nascita e nello sviluppo del teatro musicale nero. Senza l'opera di compositori come Will Marion Cook anche la storia dei grandi musicals americani e, più in generale, del teatro musicale del Novecento sarebbe probabilmente stata diversa. Nato a Washington il 27 gennaio 1869 frequenta regolari studi di composizione e di direzione d'orchestra. Dopo il diploma sbarca il lunario dirigendo le orchestrine che sottolineano lo svolgimento dell'azione o accompagnano gli spettacoli di varietà nei piccoli teatri di periferia. Affascinato dalle dinamiche del melodramma e dalle intuizioni del jazz delle origini ritiene che anche il teatro musicale nero americano abbia la necessità di uscire dall'orizzonte ristretto del semplice "adattamento per neri" delle strutture musicali e spettacolari della cultura bianca. Lavora a lungo su quest'idea e solo nel 1898 ha pronta la sua prima opera completa. È Clorindy or the Origin of the Cakewalk, che viene presentata a Broadway nello stesso anno. Le opere di Cook non possono essere iscritte né all'elenco dei musical né a quello delle opere liriche. Si tratta, più semplicemente di spettacoli di varietà legati da un filo conduttore le cui dinamiche musicali, però, si liberano progressivamente degli stereotipi bianchi per recuperare le strutture ritmiche della musica nera. Nel decennio successivo vedono la luce le cinque opere fondamentali del suo lavoro. La prima è Wild Rose del 1902, cui segue l'anno dopo In Dahomey e, nel 1904, The Southerners. La sua ispirazione musicale matura definitivamente nei due lavori successivi: Abyssinia del 1906 e Bandana land del 1908. Will Marion Cook non si limita a comporre, ma in molte occasioni dirige personalmente l’orchestra nei teatri dove vengono rappresentati i suoi lavori. Nel 1919 arriva anche in Europa alla testa della sua Southern Syncopated Orchestra che schiera in formazione nomi illustri come quelli di Sidney Bechet, Arthur Briggs e John Forrester.
18 luglio, 2024
18 luglio 1988 - L’ultima corsa di Nico

17 luglio, 2024
17 luglio 1925 - Carla Boni, una voce straordinariamente moderna

16 luglio, 2024
16 luglio 1966 – Ecco i Cream!

15 luglio, 2024
15 luglio 1984 - Si ferma il grande cuore di Big Mama Thornton

13 luglio, 2024
14 luglio 1974 – Gli Everly Brothers chiudono baracca

Il 14 luglio 1974 gli Everly Brothers si stanno esibendo al John Wayne Theatre del Knott's Berry Farm di Hollywood. In una pausa del concerto il direttore del locale manifesta la sua insoddisfazione per la scialba e distratta performance del duo. Senza dire una parola Phil Everly spacca la sua chitarra e se ne va. Suo fratello Don chiude da solo lo spettacolo e annuncia al microfono «Questa sera avete assistito alla fine ufficiale del duo, ma dovete sapere che gli Everly Brothers sono in realtà morti dieci anni fa». Le parole appaiono come l’epitaffio definitivo per l’avventura artistica del duo carismatico che per primo ha gettato un ponte stilistico tra il rock and roll degli anni Cinquanta e il pop del decennio successivo influenzando gran parte dei principali gruppi rock degli anni Sessanta. Figli di una famosa coppia di cantanti country, Ike & Margaret Everly, Don e Phil sono popolarissimi nell’ambiente musicale fin da quando portano i calzoni corti. Non hanno ancora vent’anni quando Chet Atkins convince la CBS a pubblicare il loro primo singolo, Keep a lovin' me, destinato a passare inosservato. Il successo è rinviato solo di un anno. Nel 1957, infatti, Wesley Rose della Acuff Rose Publishing, uno dei discografici più importanti di Nashville, diventò loro manager e li presenta a un’altra coppia di fratelli, Felice e Boudleaux Bryant, due autori alla ricerca di qualcuno che interpreti le loro canzoni. Nel 1957 pubblicano per la Cadence due singoli che aclano rapidamente le classifiche di vendita: Bye bye love e Whake up little Susie. Gli Everly Brotehrs diventano così uno dei più grandi fenomeni del rock dei primi anni Sessanta. La loro popolarità non viene messa in discussione neppure dal forzato silenzio dovuto all’arruolamento nella marina militare. Neppure l’esplosione del beat negli anni Sessanta riesce a oscurare del tutto il loro lavoro, anche se il duo è costretto a scontare un modesto calo del successo commerciale. A partire dal 1965 emergono le prime differenze d’impostazione tra Phil e Don. Il primo sente il peso della ripetitività stilistica e vorrebbe muoversi su terreni nuovi, mentre il fratello teme che il loro pubblico non sia disposto a seguirli sulla strada di un cambiamento di stile troppo rapido e radicale. La rottura sempre rinviata esplode drammaticamente il 14 luglio 1974. Non sarà definitiva perché nel 1983 il duo tornerà sulle scene alla Royal Albert Hall di Londra.
12 luglio, 2024
12 luglio 1969 – Il successo del 2.525

11 luglio, 2024
11 luglio 1980 – Mario Schisa, il maestro dimenticato

10 luglio, 2024
10 luglio 1909 - Casey Bill Weldon, il bluesman con la chitarra hawaiana
Il 10 luglio 1909 nasce a Pine Bluff, nell'Arkansas, il bluesman Casey Bill Weldon. Registrato all'anagrafe con il nome di William Weldon è uno dei pochissimi bluesmen che utilizzano la chitarra hawaiana per accompagnarsi. La scelta dello strumento condiziona anche i suoi brani i cui testi sono spesso costruiti per questo particolare tipo di sonorità. Dopo il buon successo ottenuto in Arkansas si trasferisce in California dove fatica a farsi comprendere dal pubblico degli appassionati. Gli va meglio a Memphis dove fino alla metà degli anni Trenta incide anche qualche disco. Questo è più o meno tutto quello che si sa di lui. C'è chi sostiene che sia morto in combattimento nella Seconda Guerra Mondiale intorno al 1941 e chi giura di averlo ascoltato a Chicago negli anni Sessanta. La verità non si saprà mai.
09 luglio, 2024
9 luglio 1929 - Alex Welsh, la tromba scozzese
Il 9 luglio 1929 nasce a Edimburgo, in Scozia il trombettista e direttore d'orchestra Alex Welsh, uno dei pochi musicisti britannici che, insieme a Humphrey Lyttelton, Freddy Randall, Bruce Turner e pochi altri, ha saputo conquistarsi una solida fama a livello internazionale. Trasferitosi a Londra nel 1954 con il clarinettista Archie Semple, dà vita a un proprio gruppo di chiara matrice dixieland di cui fanno parte anche il trombonista Roy Crimmins e il clarinettista Ian Christie. Nel 1957 suona al fianco di Jack Teagarden e di Earl Hines in tournée in Gran Bretagna. Verso la metà degli anni Sessanta il gruppo di Welsh si stabilizza con trombonista Roy Williams, il sassofonista John Barnes, il pianista Fred Hunt, il chitarrista Jim Douglas, il bassista Harvey Weston e il batterista Lennie Hastings. La formazione sceglie di dedicarsi più al mainstream jazz che al dixieland puro attingendo a piene mani dal repertorio di Buck Clayton. Il gruppo resta unito per oltre dieci anni e regala a Welsh una grandissima popolarità e la partecipazione a quasi tutti i più importanti festival internazionali. La crisi arriva nella seconda metà degli anni Settanta quando i solisti di maggior spicco lasciano uno dopo l'altro l'orchestra per percorrere altre strade. Welsh non abbandona l'ambiente e continua a esibirsi sull'onda degli antichi successi. Muore a Londra il 25 giugno 1982.
08 luglio, 2024
8 luglio 1966 - La bandiera USA nella polvere, i Rolling Stones nei guai

07 luglio, 2024
7 luglio 1977 – Steve Harley scioglie i Cockney Rebel

06 luglio, 2024
6 luglio 1987 - La targa dei reduci nella spazzatura di Kris Kristofferson

05 luglio, 2024
5 luglio 1971 – Al Vigorelli fumogeni sui Led Zeppelin

04 luglio, 2024
4 luglio 1971 – I Main Ingredient perdono per sempre il loro leader

03 luglio, 2024
3 luglio 1972 - Vittorio Mascheroni, il geniale maestro senza diploma

02 luglio, 2024
2 luglio 1960 - I ragazzi dalle magliette a righe

01 luglio, 2024
1° luglio 1977 - Baby Boy Warren, tra palco e fabbrica
Il 1° luglio 1977 a Detroit, nel Michigan, muore il bluesman Baby Boy Warren. Il suo vero nome è Robert Henry Warren ed è nato a Lake Providence, in Louisiana, il 13 agosto 1919. Dopo essersi trasferito a Memphis con la famiglia inizia a suonare la chitarra intorno al 1928, imitato dai fratelli Jack e Willie, e si perfeziona a fianco di Little Buddy Doyle. Ottiene il suo primo ingaggio nel 1931 a West Memphis, in Arkansas; in seguito si esibisce nel celebre Handy Park a Memphis con Willie 61 Blackwell e Black Bubble. Intorno al 1936 sembra spostare le coordinate dei propri vagabondaggi musicali verso l'Arkansas in particolare nella zona compresa tra Helena, Hughes, West Memphis e Marianna. In questo periodo incontra i bluesmen più celebri della regione, da Rice Miller, a Sonny Boy Williamson, a Peck Curtis, Johnny Shines e Howlin' Wolf. Nei primi anni Quaranta partecipa a una trasmissione radiofonica negli studi della KFFA radio e a partire dal 1944 si stabilisce a Detroit. In Michigan lavora intensamente. Di giorno fa l'operaio nella fabbrica della General Motors e di notte si esibisce nei locali notturni di Detroit: dalla Tavern Lounge alla Casbah, dal Mary's Bar al Prince Royal ecc. Negli anni 1960 le sue esibizioni diventano sporadiche, limitate generalmente a qualche esibizione com Calvin Frazier e Boogiewoogie Red. Riscoperto negli anni Settanta ritorna per qualche tempo sulle scene. La morte lo coglie alla vigilia di un breve tour statunitense.
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