Dopo lo scioglimento dei Babies non erano molti quelli che giuravano sul successo della carriera solistica di John Waite. A smentire tutti i corvacci il 22 settembre 1984 il singolo Missing you, estratto dall'album No brakes arriva al primo posto della classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti e pochi mesi dopo fa lo stesso in mezzo mondo. Ragazzo tosto Waite, con un passato da bassista e armonicista in gruppi jazz, dopo lo scioglimento della band che gli ha dato la notorietà, ha giurato a se stesso di chiudere con le formazioni fisse. Il successo di Missing you arriva, inaspettato, due anni dopo la pubblicazione del modesto Ignition, che molti pensavano fosse la sua prima e ultima esperienza solistica. Il brano e l'album in cui è inserito sembrano smentire gli scettici e non manca chi sostiene di aver sempre scommesso sulle qualità solistiche di Waite. I più saggi prendono tempo aspettando qualche conferma prima di azzardare giudizi definitivi. Fanno bene perché gli album successivi, Mask of smiles e Rover's return, lungi dal rappresentare la conferma del suo buon momento solistico finiranno per convincere lo stesso Waite a lasciar perdere. Non sarà una disgrazia visto che proprio i deludenti risultati lo indurranno rimangiarsi la decisione di non far mai più parte di una band a struttura fissa. Alla fine degli anni Novanta sarà proprio lui insieme a due dei suoi vecchi compagni dei Babies, il tastierista Jonathan Cain e il bassista Rick Phillips a dar vita ai Bad English con il chitarrista Neal Shon, già dei Santana e dei Journey e il batterista Dean Castronovo. Nonostante tutto però non abbandonerà i progetti solistici. Nel 1990, in parallelo con l'attività nella band, canterà da solo Deal for life nella colonna sonora del film "Giorni di tuono". Quando anche l'avventura dei Bad English finirà per esaurirsi riprenderà la carriera da solista prestando la sua voce alla canzone In dreams nella colonna sonora del film "Una vita al massimo". È uno degli artisti scelti da Ringo Starr nel 2003 per il tour con la sua All-Starr Band.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento