
Rock e Martello, ogni giorno una storia in musica
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
15 luglio, 2025
15 luglio - Il Festival del Meréngue, vida amor y baile

14 luglio, 2025
14 luglio 1973 – L'ultima volta al vertice per i Camaleonti

13 luglio, 2025
13 luglio 1920 – Umberto Cesari, il pianista che amava Fats Waller

Il 13 luglio 1920 nasce a Chieti il pianista Umberto Cesari. All’inizio dell’attività, pur essendo in possesso di una formazione classica non disdegna incursioni sempre più frequenti nella musica leggera. La sua carriera sembra ormai incanalata sui binari di una tranquilla routine da strumentista d’accompagnamento quando l’ascolto casuale di un disco che contiene After you’ve gone nella versione di Fats Waller gli fa scoprire il jazz. È quasi un colpo di fulmine. Gli orizzonti del giovanotto chietino cambiano improvvisamente e anche la sua impostazione stilistica per un po’ appare fortemente condizionata da quella di Waller. Negli anni immediatamente successivi alla Liberazione dà vita a ben due formazioni: il Cristall Trio e un sestetto impostato sulla falsariga delle formazioni di Benny Goodman di cui si occupa persino Down Beat, la rivista per le forze armate statunitensi di stanza in Europa. La sua popolarità si allarga e alla fine degli anni Quaranta se ne va a New York per suonare in una grande orchestra radiofonica. Nel marzo del 1950 è, però di nuovo in Italia per registrare negli studi della Parlophon una leggendaria versione di Begin the Beguine con il Trio, un gruppo che oltre a lui comprende Carlo Pes alla chitarra e Carletto Loffredo al basso. In breve tempo diventa uno dei più apprezzati strumentisti jazz di studio. Tra le sue registrazioni più famose ci sono quelle con il quartetto di Aurelio Ciarallo per la Columbia nel 1954, quattro brani con la Roman New Orleans Jazz Band per la RCA nel 1958 e otto nel 1959 con la stessa band che può contare per l’occasione anche sull’apporto del clarinettista Peanuts Hucko e del trombettista Trummy Young. Il 24 ottobre 1960, con Sergio Biseo al basso e Roberto Podio alla batteria, registra negli studi della RCA la famosa Pino solitario. Nella sua carriera ha incontrato quasi tutti i protagonisti del jazz di quel periodo. Suona a lungo con Stéphane Grappelli e, in jam session, incrocia il suo strumento con quelli di personaggi straordinari come Django Reinhardt, Louis Armstrong, Trummy Young, Cozy Cole, Arvell Shaw, Jack Teagarden, Bill Coleman, Barney Bigard, Don Byas, Toots Thielemans, Chet Baker, Max Roach, Zoot Sims, oltre a moltissimi musicisti europei. Da sempre poco incline a mostrarsi in pubblico, negli anni Sessanta rende il suo isolamento quasi inaccessibile rifiutando quasi tutte le proposte di nuove registrazioni. Fanno eccezione un concerto in trio con Giovanni Tommaso al contrabbasso e Daniel Humair alla batteria tenuto il 28 marzo 1968 per Rai Radio e la registrazione nel 1975 dell'album Reminiscenze per la Carosello. Muore nel 1992.
12 luglio, 2025
12 luglio 1963 - Una pallottola nel cuore di Gino Paoli

11 luglio, 2025
11 luglio 1949 – Danny Polo, il clarinettista che amava l'Europa

10 luglio, 2025
10 luglio 1991 – Un fulmine sugli Happy Mondays

Il 10 luglio 1991, quando mancano trenta minuti all’inizio del concerto degli Happy Mondays nella Plaza de Toros di Valencia, un fulmine si abbatte sul palco mettendo fuori uso gran parte degli strumenti della band. Sembra un segno del destino per il gruppo formato a Salford, in Gran Bretagna, undici anni prima dai fratelli Shaun e Paul Ryder, uno cantante e l'altro bassista, dal batterista Gary Whelan e dal chitarrista Mark Day. Dopo l'arrivo del tastierista Paul Davis prendono il nome definitivo di Happy Monday ispirandosi all'omonima canzone dei New Order, la loro band preferita. Qualche disco autoprodotto precede la pubblicazione del singolo Freaky dancin', prodotto proprio da Barney Sumner, uno dei componenti dei New Order Il loro sound, una sapiente fusione tra la dance, l'acid house e le linee morbide del pop, attira l'attenzione di John Cale che, nel 1986 li aiuta nella registrazione dell'album Squirel and G-Man twenty four hour party people plastic face carnt smile (white out). Il successivo Bummed, precede l'inizio di una lunga serie di guai per la band che iniziano nel 1989 con l'arresto di Shaun Ryder e Mark Berry per detenzione di sostanze stupefacenti. Da quel momento la loro storia è un continuo alternarsi di successi discografici e pause sempre più lunghe per problemi di droga. All'inizio degli anni Novanta dopo lo splendido Manchester rave on, il gruppo si ferma perché Shaun Ryder si chiude in clinica per disintossicarsi dall'eroina. Il concerto di Valencia del 10 luglio 1991 è uno di quelli programmati per rilanciare la band, per questo il fulmine appare come un segnale. Qualche mese dopo la tossicodipendenza di Shaun Ryder, ricoverato nuovamente in clinica, bloccherà ancora l'attività del gruppo e segnerà l'inizio della crisi. Nel mese di febbraio del 1993, dopo l'uscita dal gruppo dello stesso Shaun e dopo violente liti e discussioni, la storia degli Happy Mondays si concluderà con una traumatica separazione.
09 luglio, 2025
9 luglio 2003 – Festa Nazionale di Liberazione a Modena Park

«A Modena Park puoi starci anche tutta vita…» Le parole di una delle più suggestive canzoni di Ivan Graziani sono diventate un po’ il simbolo di una Festa di Liberazione nazionale tra le più particolari e ricche. A partire dal 9 luglio 2003 fino a domenica 27 la città emiliana diventa il centro di un crocevia ideale tra cultura, politica, musica e parole in movimento. Parte lì, infatti, la prima di tre feste nazionali di Liberazione, la seconda delle quali è in programma a Venezia alla fine d’agosto e la terza, la più grande, a Roma, nella Capitale. Il programma della Festa dà l’idea di un grande laboratorio aperto a mille contributi. Ricca e articolato è anche il programma degli spettacoli concepito non come una lunga serie di eventi slegati tra loro, ma come una vetrina sulla molteplicità dei generi, delle linee, delle tendenze, con l’unica scelta pregiudiziale di invitare soltanto artisti che non abbiano avuto ambiguità sul tema della guerra globale. Ci sono alcune "chicche" come il californiano Elliott Murphy, che ha anticipato di un giorno l’inizio del suo tour italiano per esserci, il jazzista Gaetano Liguori che rimette in scena la sua Cantata rossa per Tall El Zataar, o Claudio Lolli e Il Parto delle Nuvole Pesanti che rifanno sul palco della Festa Ho visto anche gli zingari felici. Nella programmazione singolare, accanto a personaggi noti e importanti, ci sono immagini e suoni diversi con alcune delle band che hanno partecipato al Cd di Liberazione Not in my name e altre che sono state protagoniste dei concerti del Forum Europeo di Firenze, per finire ai suggestivi suoni zingari di Federico Sirianni e della sua Molotov Orchestra. Due serate hanno un gusto particolare. La prima è “Cattivo come il pane”, una lunga kermesse condotta da David Riondino con la partecipazione di musici, artisti e intellettuali dedicata alla memoria di Valerio Peretti, uno scrittore, vignettista, autore radiofonico e televisivo scomparso pochi mesi prima che aveva regalato spesso la sua genialità a Liberazione e al PRC pur senza averne mai fatto parte. La Tv lo ha ricordato come “uno degli autori di Striscia la notizia”, la Festa lo ricorda come un compagno e un amico impegnato in tanti campi. La seconda serata-omaggio viene dedicata a Franco Trincale, l’espressione migliore di una tradizione, quella dei cantastorie, che rischia quotidianamente di non trovare più spazio in una società sempre più repressiva verso le forme d’arte libere. Per un giorno Trincale non deve esibirsi all’angolo di una strada ma canta le sue canzoni sul grande Palco Centrale con un impianto d’amplificazione “vero”. A ben guardare, gli spettacoli della Festa, pensati e messi in fila uno dopo l’altro, finiscono per rappresentare una sorta di affresco dai mille colori capace di parlare di politica con un linguaggio diverso.
08 luglio, 2025
8 luglio 1914 - Billy Eckstine, Mr. B: voglio un'orchestra leggendaria!
L'8 luglio 1914 nasce a Pittsburgh, in Pennsylvania, il cantante Billy Eckstine, detto Mr. B e registrato all'anagrafe con il nome di William Clarence Eckstein. Il canto è la sua specialità ma nella sua carriera non mancano esibizioni alla tromba, al trombone a pistoni e alla chitarra. Dopo aver studiato alla Howard University di Washington, ottiene vari ingaggi come cantante e direttore di sala in numerosi locali notturni di Buffalo, Detroit e Chicago. Il suo primo insegnante di musica è Maurice Grupp, un giornalista del “Metronome” che gli dà lezioni di tromba e molti preziosi consigli sulla tecnica di emissione del fiato. La svolta nella sua carriera avviene nel 1938 quando il sassofonista Budd Johnson, dopo averlo ascoltato in un locale, lo presenta a Earl. L'anno dopo Eckstine entra a far parte stabilmente della formazione di Hines ben preso ne diventa l'attrazione per il modo inconsueto di presentarsi sul palcoscenico e per uno stile di canto inusuale basato su una serie di note vibrate che si alternano ai fortissimo degli ottoni. Lo storico del jazz Barry Ulanov, a proposito della sua voce, scrive: «Quando urlava Jelly, Jelly, il titolo del suo più famoso blues, sembrava un grido nel vuoto di una caverna». Lasciato Hines nel 1943 inizia a darsi da fare come solista nei night ma già nella primavera de1 1944, sempre insieme a Budd Johnson, decide di dare vita a un'orchestra innovativa e chiede al suo manager Billy Shaw di reclutare gli orchestrali fra i boppers. Nasce così una formazione straordinaria che schiera personaggi come Dizzie Gillespie, Fats Navarro, Kenny Dorham, Miles Davis alle trombe, Gene Ammons, Dexter Gordon, Wardell Gray, Lucky Thompson al sassofono tenore, Charlie Parker, Sonny Stitt al contralto, Leo Parker al sassofono baritono, John Malachi e Clyde Hart al pianoforte, Tommy Potter al contrabbasso, Art Blakey alla batteria. Gli arrangiamenti vengono di volta in volta curati da Dizzy Gillespie, Tadd Dameron, Budd Johnson e Jerry Valentine. I cantanti sono Sarah Vaughan e lo stesso Eckstine. Il successo dell'orchestra spinge molti strumentisti a cercare fortuna da soli. La crisi delle grandi orchestre fa il resto. Nel 1947 Eckstine scioglie l'orchestra e si dedica esclusivamente all'attività di cantante solista. Dalla fine degli anni Cinquanta in avanti l'attività di Eckstine si è svolge prevalentemente nei Casinò del Nevada o in vari tour all'insegna della nostalgia. Muore a Pittsburgh, il Pennsylvania, l'8 marzo 1993.
07 luglio, 2025
7 luglio 1979 – Tu sei l'unica donna per me

Il 7 luglio 1979 arriva al vertice della classifica italiana dei dischi più venduti il brano Tu sei l'unica donna per me. Lo interpreta Alan Sorrenti, un cantautore considerato fino a un paio d'anni prima uno dei pochi solisti italiani in grado di cimentarsi senza sfigurare sul terreno del rock progressivo. Al suo attivo ci sono lavori sperimentali e un paio d'album di buon livello come Aria e Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto. Da un anno, però, lo sperimentalismo non fa più per lui. Il successo di Tu sei l'unica donna per me ne consolida la svolta commerciale, iniziata nel 1978 prima con la rivisitazione di Dicitencello vuie e poi con un altro campione di vendite come Figli delle stelle. Gran parte della critica, che l'ha seguito con simpatia nella fase più impegnata e sperimentale della sua carriera, snobba la svolta dance di Alan Sorrenti, ironizzando sulla sua nuova immagine e sulla banalità di un'impronta musicale sostenuta da un largo uso di falsetti in stile Bee Gees. «Una gran voce sprecata» scrivono alcuni giornali specializzati. Lo stesso atteggiamento assumono i suoi ammiratori della prima ora che, delusi e traditi, gli voltano le spalle. Il cantautore viene invece scoperto dal grande pubblico, quello che affolla le discoteche ed è affascinato dalla "febbre del sabato sera". È questa sterminata platea che porta il suo brano al vertice delle classifiche di vendita dove resterà per ben tre mesi. Sull'onda del successo Alan Sorrenti e il suo produttore Corrado Bacchelli penseranno di poter conquistare anche il pubblico d'oltreoceano ripetendo, in piccolo, l'operazione riuscita all'australiano Robert Stigwood con i Bee Gees. Tra New York e Los Angeles verrà realizzata All day in love, la versione inglese di Tu sei l'unica donna per me, mentre l'immagine del cantante si americanizzerà al limite del ridicolo. L'operazione finirà per incepparsi tra eccessi di megalomania e qualche ingenuità.
06 luglio, 2025
6 luglio 1957 - John? Piacere, mi chiamo Paul McCartney
Il 6 luglio 1957 i Quarrymen di John Lennon suonano in una festa nel sobborgo di Woolton. Un amico comune presenta a Lennon un ragazzo di nome Paul McCartney, che fa subito un'ottima impressione: sa accordare la chitarra, conosce tutte le parole di canzoni come Be Bop A Lula di Gene Vincent e suona gli accordi di Long tall Sally e di altri brani di Little Richard. Figlio di Jim McCartney un jazzista che negli anni Trenta era stato leader della Jim Mac's jazz band. Paul ha sviluppato una sua personale tecnica da mancino. Dopo quell'incontro a Woolton, Paul entra ufficialmente nei Quarrymen. John e Paul trascorrono interi pomeriggi insieme a esercitarsi, a sperimentare e imparare nuovi accordi, iniziando a stabilire quella stretta collaborazione tra due opposte personalità che sarebbe diventata il cuore delle imprese musicali dei Beatles. Verso la fine del 1957, John Lennon e Paul McCartney sono ormai in grado di comporre canzoni. E la prima canzone di Paul, I lost my little girl, viene presentata da McCartney al gruppo come una sorta di riparazione a una serata disastrosa alla chitarra solista. Il brano è buono ed entra nel repertorio. Inizia qui una storia lunga, lunghissima...
05 luglio, 2025
5 luglio 1946 - La prima volta del bikini

04 luglio, 2025
4 luglio 1971 - La leucemia uccide Donald McPherson dei Main Ingredient

03 luglio, 2025
3 luglio 1930 - Tommy Tedesco, dal jazz al pop
Il 3 luglio 1930 nasce a Niagara Falls, New York, il chitarrista Tommy Tedesco, all'anagrafe Thomas Tedesco. Debutta sulla scena jazz nel 1953 con la formazione di Ralph Marterie e quindi si trasferisce a Los Angeles. Suona per qualche tempo con il trio di Joe Burton, e subito dopo forma un proprio gruppo con il quale si esibisce al Lighthouse. Nella seconda metà degli anni Cinquanta suona con Dave Pell e quindi con Chico Hamilton, Buddy De Franco, Jack Montrose, Mat Mathews, Herb Geller e altri. Nel pop ottiene un grande successo soprattutto nelle colonne sonore. Muore il 10 novembre 1997 a Northridge, in California.
02 luglio, 2025
2 luglio 1946 - Dove sono finiti gli agenti dell'OVRA?

01 luglio, 2025
1 luglio 1971 – Bobby Donaldson la batteria del jazz tradizionale

Il 1° luglio 1971 muore a New York il batterista Bobby Donaldson uno dei migliori batteristi che il jazz tradizionale abbia avuto. Nato a Boston, nel Massachusetts, il 29 novembre 1922 il suo nome completo è Robert Stanley Donaldson. Cresciuto in una famiglia di musicisti studia musica fin da ragazzo e ottiene le sue prime scritture tra il 1939 e il 1941 con varie orchestre della sua città natale tra cui quella di Tasker Crosson. Durante il servizio militare suona con Russell Procope e successivamente con Cat Anderson. Nel 1947 perfeziona negli studi musicali alla Schillinger House e verso la fine degli anni Quaranta lavora con Paul Bascomb e con Willis Jackson. Tra il 1950 e il 1952 è con l'orchestra del clarinettista Edmond Hall al Café Society di Boston. Nella prima metà degli anni Cinquanta è attivissimo e suona, spesso in contemporanea, con le orchestre di Sy Oliver, Lucky Millinder e Andy Kirk. Successivamente la sua batteria scandisce il ritmo delle orchestre più prestigiose dell’epoca come quelle di Buck Clayton, con cui suona al “Basin Street" di New York, Benny Goodman, Red Norvo, Eddie Condon; Ruby Braff e Mel Powell solo per citare le più conosciute. Instancabile, nel 1957 i Seven Avenue Stompers, una band di stampo dixieland, composta da musicisti dotati come Emmett Berry, Vic Dickenson, Buster Bailey, Red Richards e Al Lucas, con la quale registra anche una serie di dischi per la World Wide e la Savoy.
30 giugno, 2025
30 giugno 1917 - Lena Horne, una delle grandi signore della musica
Il 30 giugno 1917 nasce a New York Lena Horne. Con Billie Holiday ed Ella Fitzgerald è considerata una delle grandi signore della musica statunitense. Inizia la sua carriera come ballerina nel 1934 nel celeberrimo Cotton Club e come cantante debuttò con l'orchestra di Noble Sissle, con la quale pubblica i primi dischi. Dopo aver fatto parte come vocalist delle orchestre di Charlie Barnet e di Teddy Wilson diventa popolarissima grazie alle sue esibizioni al Cafè Society. Trasferitasi a Hollywood nel 1942, senza abbandonare la musica, partecipa a film di successo come "Stormy weather" e "Due cuori in cielo". Nel 1981 Broadway le tributa un omaggio d'eccezione con "The lady and her music", uno spettacolo interamente dedicato a lei. Nel 1989 vince il Grammy alla carriera. Tra i suoi album più importanti ci sono At the Waldorf Astoria (1957), Give the lady what she want (1958), Porgy & Bess (con Harry Belafonte), Lena on the blue side (1962), Lena, lovely and alive (1963), Lena & Gabor (1970, con Gabor Szabo) e The lady and her music (1981). Muore il 9 maggio 2010 a New York.
29 giugno, 2025
29 giugno 1918 - Libero Tosoni, un jazzista che non disprezza la musica da ballo
Il 29 giugno 1918 nasce a Roma il chitarrista Libero Tosoni. A vent'anni inizia trasforma la passione della musica in una professione suonando all'EIAR con il chitarrista Saverio Seracini. Nel 1939 entra a far parte del grupp diretto da Enrico Pratt. Suona poi con Carlo Zeme e con un quintetto diretto da Bruno Martelli. Dopo la Liberazione di Roma forma insieme ad Armando Trovajoli un gruppo swing con Cecconi, Ammonini, De Carolis e Beppe Carta, con cui prende parte alle trasmissioni radiofoniche intitolate "Il Club del Ritmo", nel corso delle quali ha occasione di suonare con molti solisti statunitensi. Nel 1945 suona all'Arlecchino con un trio formato da Bruno Martino e Beppe Carta, ai quali si aggiunge in seguito Tino Fornai al violino. Nel 1947 suona al Bel Sito, sempre di Roma, con Armando Trovajoli. Prende parte all'attività jazzistica romana suonando in molte jam session, soprattutto all'Arlecchino e alla Conchiglia, due locali dove nella seconda metà degli anni Quaranta vengono organizzate molte manifestazioni a carattere jazzistico. La sua carriera proseguirà alternando il jazz a fortunate incursioni nella musica da ballo.
28 giugno, 2025
28 giugno 1927 - Franco Morea, dal sax alla batteria
Il 28 giugno 1927 nasce a Roma il batterista Franco Morea. Figlio del sassofonista Vito Morea sembra inevitabilmente destinato a seguire le orme del padre quando nel 1947 inizia a studiare il sax baritono e il clarinetto sotto la guida del professor Gambacorta. Nel 1950 passa alla batteria come autodidatta. A sostenerlo nella decisione è la madre che non vede di buon occhio gli strumenti a fiato. L’anno seguente suona con Brugnolini musica commerciale e sul finire dell’anno entra a far parte della Junior Dixieland Gang con la quale resta fino allo scioglimento, nell’estate del 1955, partecipando all’incisione per la Voce del Padrone di Louisiana, Ballin’ The Jack, Lississippi, Mud, Margie, Canal Street Blues, Wabash Blues, Bixin The Blues, Indiana, Royal Garden Blues. Dlla fine degli anni Cinquanta riduce di molto l'attività pur partecipando a numerose jam session, concerti, esibizioni e incidendo anche un brano con la Modern Jazz Gang.
27 giugno, 2025
27 giugno 1980 - Quando David Knopfler lasciò i Dire Straits
Il 27 giugno 1980 i Dire Straits iniziano a registrare i brani dell'album Making movies. Proprio nel bel mezzo delle sedute David Knopfler annuncia a sorpresa la sua decisione di lasciare il gruppo. Secondo la leggenda la scintilla sarebbe scoccata al momento di provare le parti di chitarra per Romeo and Juliet.
David, ai fronte alle critiche del fratello Mark, da lui ritenute ingiuste, avrebbe preteso scuse che non sarebbero mai arrivate. Questa tesi è stata successivamente confermata dallo stesso David: «Me ne andai dopo un litigio abbastanza duro su alcuni dettagli di studio, ma non era quella la cosa rilevante. Eravamo tutti troppo sotto pressione: era solo una questione di tempo e poi tutto sarebbe scoppiato. Eravamo troppo carichi di responsabilità e impegni: non c'era tempo di riflettere su niente».
David, ai fronte alle critiche del fratello Mark, da lui ritenute ingiuste, avrebbe preteso scuse che non sarebbero mai arrivate. Questa tesi è stata successivamente confermata dallo stesso David: «Me ne andai dopo un litigio abbastanza duro su alcuni dettagli di studio, ma non era quella la cosa rilevante. Eravamo tutti troppo sotto pressione: era solo una questione di tempo e poi tutto sarebbe scoppiato. Eravamo troppo carichi di responsabilità e impegni: non c'era tempo di riflettere su niente».
26 giugno, 2025
26 giugno 2009 - Quando arrivò la notizia della morte di Michael Jackson
Il 26 giugno 2009 nel mondo si diffonde la notizia che Michael Jackson è morto. La morte in realtà è avvenuta il giorno prima nella sua casa di Holmby Hills, vicino a Los Angeles. Il certificato medico stilato dopo il decesso attribuisce le cause della morte ad arresto cardiocircolatorio, ma le circostanze restano oscure. L’indagine avviata in seguito porterà al rinvio a giudizio per omicidio del suo medico personale, colpevole di avergli somministrato una dose eccessiva di farmaci. Jackson ha cinquant’anni. Star dello star dello showbusinnes è una delle più discusse figure della storia musicale degli ultimi anni del Novecento. Inizia la sua carriera come bambino prodigio nei Jackson Five il gruppo formato insieme ai suoi fratelli Jackson, figli della cantante di blues e country Katherine "Kate" e dell'ex chitarrista dei Falcons, Joe Jackson. Nel 1993 ha addirittura ottenuto un Grammy speciale "alla carriera" assurgendo ufficialmente al ruolo di mito, a soli trentacinque anni d'età, ma con venticinque anni di carriera all'attivo. La sua attività solistica inizia all’inizio degli anni Settanta quando la Motown decide di promuovere anche individualmente i componenti dei Jackson Five. Il primo è proprio Michael che nel 1971 pubblica il singolo Got to be there, seguito dall’album omonimo. Dopo vari dischi di buon successo nel 1979 Michael partecipa con Diana Ross al film "The wiz", un remake del "Mago di Oz" con un cast interamente composto da attori di colore, cantando You can't win con la supervisione di Quincy Jones, l'autore dell'intera colonna sonora. Proprio da questa esperienza nasce la sua intesa musicale con Jones che trova la sua prima concretizzazione nell’album Off the wall, alla cui realizzazione partecipano sessionmen come i Brothers Johnson e autori come Rod Temperton degli Heatwave. Michael nel 1981 vince il Grammy come miglior cantante per Don't stop 'til you get enough mentre Off the wall conquistò il doppio disco di platino vendendo oltre 4 milioni di copie in tutto il mondo. Il 1 dicembre 1982 viene pubblicato Thriller, il maggio successo di vendite dell'industria discografica, con 40 milioni di copie vendute, che vince ben otto Grammy. Con la notorietà iniziano le leggende sul conto di Michael Jackson, ormai divenuto un mito astratto. Il suo silenzio e il suo ritirarsi nel privato suscitano l'interesse morboso dei giornali e l'invidia dei più. Di lui si scrive tutto e il contrario di tutto, investigando ogni più nascosto anfratto della sua vita, dalla sessualità, alla sua ipotizzata verginità con punte di sessuofobia, alle sue operazioni di chirurgia plastica, fino all'accusa di tingersi la pelle di bianco vergognandosi del suo colore. L'aver vissuto da star fino dall'età di dieci anni non aiuta Michael a reggere il suo ruolo di mito. La morte non cancella le polemiche.
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