Il 1° dicembre 1969 muore Magic Sam, all’anagrafe Samuel Maghett, un personaggio leggendario della storia del blues. Nato a Grenada, nel Mississippi il 14 febbraio 1937, insieme a Buddy Guy e Otis Rush viene considerato uno dei principali innovatori del blues di Chicago alla fine degli anni Cinquanta. Il primo successo di una certa rilevanza lo ottiene all'età di vent’anni anni quando incide All your love per la Cobra , accompagnato da Little Brother Montgomery al piano, Mack Thompson al basso e Billie Stepney alla batteria. Dopo il servizio militare non riesce a replicare il successo iniziale e così si adatta a suonare in piccoli club che a stento gli consentono di sopravvivere. Nella seconda metà degli anni Sessanta però la sua tenacia sembra finalmente premiarlo. Di lui infatti comincia a occuparsi il produttore Bob Koester che, nel 1968, gli fa registrare due buoni album per la Delmark. Il 1969 si annuncia particolarmente felice per Magic Sam che dopo una eccellente prestazione al festival di Ann Arbor ottiene nuovi contratti per partecipare a numerosi concerti e la proposta di John Mayall intenzionato a scritturarlo per la sua etichetta Crusade. L’anno è caratterizzato anche da una felice tournée in Europa, nel corso della quale, durante un concerto alla Royal Albert Hall di Londra tenutosi il 3 ottobre, si registra il materiale per un album dal vivo pubblicato dalla Scout. Quando tutto sembra andare per il meglio il destino ci mette lo zampino. Il 1° dicembre di quello stesso straordinario 1969, Magic Sam muore a Chicago per una crisi cardiaca.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
30 novembre, 2017
29 novembre, 2017
30 novembre 1947 – Gli All Stars di Louis Armstrong, una straordinaria macchina da musica
Il 30 novembre 1947 alla Symphony Hall di Boston Louis Armstrong e i suoi All Stars tengono un concerto che cambierà la loro storia. Da quel giorno infatti quell’ensemble casuale e precario si trasformerà in una straordinaria macchina da musica malgrado l'alternarsi dei musicisti che il senso di supremazia di Louis e le circostanze imponevano. In quel lungo concerto alla Symphony Hall di Boston si assiste a un’evoluzione definitiva. Dopo anni in cui il disequilibrio interno ai gruppi che l’accompagnavano finiva per danneggiare lo stesso Armstrong, per la prima volta il grande Satchmo concretizza l’idea di avere quella base di lancio nuova che nessuno era stato in grado di garantirgli dopo gli anni Venti. Gli spettatori assistono a una sorta di miracolo. La nuova logica che governa la musica degli All Stars è quella della sfilata dei solisti su un tappeto musicale collettivo dominato dalla tecnica del dixieland. Fondamentale è il contributo di Barney Bigard e Jack Teagarden con il sottile lavoro di contrappunto che i due conoscono molto bene, provenendo da due scuole molto simili come quelle di Chicago e New Orleans. Il gioco delle parti è perfetto perchè ciascuno conosce a memoria pregi e difetti dell'altro e sa calcolare le entrate e le uscite in assolo con il massimo tempismo riempiendo poi i vuoti lasciati dalla tromba di Louis con splendidi arabeschi timbrici. Le caratteristiche della scuola creola da cui proviene vengono utilizzate da Bigard in modo più netto di quanto non facesse nell’orchestra di Ellington. A fargli da contrasto c’è la pacatezza di Teagarden che riesce alla perfezione a frenare i tempi nei quali Bigard dà impulso all'accelerazione. Armstrong può così inserirsi nel gioco dei contrappunti e se negli anni precedenti non era mai molto propenso a improvvisare negli assoli, da quel momento si lascia andare più liberamente, sicuro dalla validità dei partner. Dietro ai tre uomini della front-line, schierati secondo la formazione classica dello stile di New Orleans, il pianista Earl Hines realizza un prezioso lavoro di raccordo con tocchi rapidi e quando può esce in assolo con il sostegno del basso di Arwell Shaw e della batteria di Big Sid Catlett. In quella sera di Boston nasce una leggenda.
29 novembre 1889 - Richie Brunies, il leader della Reliance
Il 29 novembre 1889 a New Orleans, in Louisiana, nasce Richard Brunies. Fratello di Henry, Abbie, Merritt e George, inizia a suonare da professionista con la Reliance Brass Band, il gruppo fondato nel 1892 da Jack "Papa” Laine che ospiterà tra le sue file l'intero clan dei Brunies. Proprio Richie Brunies alla vigilia dello scoppio della prima guerra mondiale, diventa il leader della Reliance. La sua popolarità in quegli anni è vastissima. La straordinaria potenza di suono della sua cornetta ne fa il principale antagonista del leggendario Buddy Bolden. Richard Brunies fa poi parte, assieme ai fratelli Henry e Merritt, della Fischer's Brass Band diretta dal clarinettista Johnny Fischer, nonché dell'orchestra del trombonista Happy Schilling, una formazione da ballo non molto nota che annovera nelle sue file elementi di tutto rispetto come Johnny Wiggs, Monk Hazel, Achille Baquet, Freddie Loyacano e lo stesso Fischer. Dei cinque fratelli Brunies, Richard è l'unico che non ha registrato dischi né negli anni Venti né durante il New Orleans Revival del dopoguerra. Muore il 28 marzo 1961.
27 novembre, 2017
28 novembre 1889 – Ray Lopez, la cornetta del "jazz melodico"

27 novembre 1970 - Dimenticate i Beatles, ascoltate George!

25 novembre, 2017
26 novembre 1955 – Lascia o raddoppia? L’Italia è un quiz

25 novembre 1976 – L’ultimo valzer della Band

24 novembre, 2017
24 novembre 1928 – Giuseppe Sboto, il romano innamorato del jazz

22 novembre, 2017
23 novembre 1950 - Richard Raux: la musica non è solo l'America

22 novembre 1950 – Miami Little Steven: il rock è motivazione

21 novembre, 2017
21 novembre 1987 – T'Pau, la band dal nome vulcaniano

20 novembre, 2017
20 novembre 1997 - Tito Puente in paradiso

18 novembre, 2017
19 novembre 2001 – Gli Zen dal web a "Pornstar"

18 novembre 1965 – Lou Black, il banjoista che non amava i viaggi

17 novembre, 2017
17 novembre 1962 - Rita Pavone nel pallone

16 novembre, 2017
16 novembre 1956 - Arriva "Love me tender", in italiano "Fratelli rivali"

15 novembre, 2017
15 novembre 1913 – Gus Johnson, il batterista prodigio

14 novembre, 2017
14 novembre 1970 - L'irrequieto Ian Matthews al vertice delle classifiche di vendita

12 novembre, 2017
13 novembre 2000 - "One" dei Beatles? Un affare commerciale

12 novembre 1988 – Wild Wild West

11 novembre, 2017
11 novembre 1944 - Jesse Colin Young, l’anima e il cuore degli Youngbloods

09 novembre, 2017
10 novembre 1967 – Il blues doloroso di Ida Cox

08 novembre, 2017
9 novembre 1968 - Aphrodite's Child, tre greci al vertice delle classifiche

07 novembre, 2017
8 novembre 1927 - Nasce Clara Ann, in arte Patti Page

7 novembre 1987 – L'exploit di Tiffany, cantante bambina

05 novembre, 2017
5 novembre 1958 - Aiché Nanà e lo spogliarello del Rugantino

6 novembre 1975 – L'impiegata stacca la spina ai Sex Pistols

04 novembre, 2017
4 novembre 1928 – Larry Bunker tra piano, vibrafono e percussioni

03 novembre, 2017
3 novembre 1967 – Il primo singolo dei Fleetwood Mac

01 novembre, 2017
2 novembre 1984 – Tornano i Deep Purple

1° novembre 1985 – I Big Audio Dynamite

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