
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
31 ottobre, 2017
31 ottobre 1937 - Nasce Tom Paxton, folksinger e studente modello

30 ottobre, 2017
30 ottobre 1970 - Gli Hotlegs, quelli di Neanderthal

26 ottobre, 2017
27 ottobre 1999 – L'ultimo concerto di Lester Bowie

26 ottobre 1991 – La quarta volta di Belinda Carlisle

25 ottobre, 2017
25 ottobre 1986 – Bello, impossibile e primo

24 ottobre, 2017
24 ottobre 1978 – Keith Richards condannato a suonare per beneficenza

23 ottobre, 2017
23 ottobre 1951 – Muore il cornettista Charlie Creath, un caposcuola dimenticato

22 ottobre, 2017
22 ottobre 1976 – È dei Damned il primo disco punk!

21 ottobre, 2017
21 ottobre 1989 – Tornano Martha e le sue compagne

20 ottobre, 2017
20 ottobre 1920 – Dino D'Alba il cantante antifascista

19 ottobre, 2017
19 ottobre 1984 - L'arresto di Billy Bragg

17 ottobre, 2017
18 ottobre 1925 - Boogie Woogie Red

17 ottobre 1920 – John Brunious suona pianoforte e tromba
Il 17 ottobre 1920 nasce a New Orleans in Louisiana John Brunious. Nipote del grande batterista Paul Barbarin, compie i suoi primi studi musicali sulla tastiera di un pianoforte. In parte condizionato e in parte agevolato dalla figura dell'ingombrante parente trova la sua prima importante scrittura proprio nell'orchestra dello zio, con la quale suona a lungo nei migliori locali di New Orleans. Nella formazione però ricopre il ruolo di… trombettista. Proprio con questo gruppo tra il 1954 e il 1956 registra vari dischi, tuttora considerati tra i migliori prodotti del New Orleans Revival di quel periodo. La formazione, del resto, è di prim'ordine potendo annoverare solisti del calibro di Willie Humphrey, Bob Thomas e Lester Santiago, oltre a una sezione ritmica basata sull'impressionante swing di Barbarin e su musicisti come Danny Barker e Milt Hilton. Le registrazioni rimandano un sorprendente apporto di John Brunious, la cui tromba calda e corposa sullo stile di Louis Armstrong contribuisce non poco a tenere alto lo standard di tutte le esecuzioni. Ancora più stupefacente è il fatto che nei periodi in cui non è direttamente impegnato con l'orchestra dello zio, il musicista continui ancora a esibirsi come pianista in uno stile completamente diverso da quello su cui si cimenta quando è alla tromba. In lui convivono due John Brunious, tra loro alternativi. Se con la tromba, infatti, sta progressivamente diventando uno dei musicisti di punta di quella corrente che ripercorre le vie più tradizionali del tipico jazz di New Orleans, quando è al pianoforte Brunious non disdegna di avventurarsi in nuove e più sperimentali avventure che fanno storcere il naso ai puristi. Insomma sembra quasi che il pianoforte venga vissuto come un momento di sfogo e di sperimentazione fuori dagli schemi imposti dallo zio. Non a caso quando chiude la parentesi con la band di Paul Barbarin sceglie definitivamente la tromba ed entra a far parte di varie "brass band". Tra queste spicca la leggendaria Young Tuxedo Brass Band, una fanfara fondata negli anni Trenta da John Casimir che rimarrà attiva sino agli anni Sessanta. Proprio con quest'ultima registra, verso la fine del 1958, un album destinato a restare un prezioso documento nella storia del jazz di New Orleans. Grazie all'apporto di Brunious e alle indicazioni degli storici, infatti, la Young Tuxedo Brass Band riproporrà su nastro magnetico le tecniche delle antiche "brass band" mai documentate su disco. Muore il 7 maggio 1976. Ai suoi funerali una brass band l'accompagna nell'ultimo viaggio.
16 ottobre, 2017
16 ottobre 1965 - Sulla RAI sventola bandiera gialla

15 ottobre, 2017
15 ottobre 1968 – Come uno Zeppelin di piombo

14 ottobre, 2017
14 ottobre 1958 – Thomas Dolby, un meteorologo mancato

13 ottobre, 2017
13 ottobre 1947 – Sammy Hagar, the Red rocker

12 ottobre, 2017
12 ottobre 1968 - In Messico un pugno nero levato al cielo

Mentre il vento della contestazione soffia forte su tutto l'occidente il 12 ottobre 1968 a Città del Messico si aprono i Giochi Olimpici. C'è già chi li chiama le "Olimpiadi di sangue" perché la polizia e l’esercito hanno sparato sugli studenti disarmati che manifestavano in Piazza delle Tre Culture provocando decine di morti. Nonostante le richieste di annullamento o di spostamento dei giochi, alla fine non se n'è fatto niente. Con l’inizio della gare si pensa che la fase più critica sia ormai superata, ma non è così. Nel campus che ospita la squadra statunitense si possono ascoltare canzoni che non troppo in sintonia con l'ufficialità del momento, a partire dalla ormai famosa reinterpretazione acida dell'inno statunitense di Jimi Hendrix. Il bello deve ancora venire. Durante la premiazione dei 200 metri piani, infatti, Tommy "Jet" Smith e John Carlos, entrambi statunitensi ed entrambi neri, occupano il primo e terzo scalino del podio. Smith ha appena demolito il primato mondiale. Entrambi sono senza scarpe ed indossano calze nere, considerate "calze da ruffiano" nei ghetti. Quando gli altoparlanti dello stadio iniziano a diffondere le note dell'inno nazionale degli Stati Uniti Smith e Carlos reclinano la testa e alzano una mano chiusa a pugno e guantata di nero. Restano così per tutta la durata dell'inno. Spiegano poi che il loro gesto è un segno di ribellione. Dice Smith che «Nella vita ci sono cose più grandi dei record e delle medaglie» e Carlos aggiunge «Siamo stufi di essere cavalli da parata alle Olimpiadi e carne da cannone in Vietnam». I dirigenti statunitensi non apprezzano il gesto e li cacciano, ma il loro non resta un gesto isolato. Molti altri atleti di colore si schierano al loro fianco. Jim Hines, che nei 100 metri va sotto il limite dei 10'', non accetta di essere premiato dal Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, mentre il nuovo recordman nel salto in lungo, Bob Beamon, si presenta sul podio scalzo e senza tuta.
10 ottobre, 2017
11 ottobre 1939 – Coleman Hawkins registra "Body and soul"

10 ottobre 1979 – La prima di “The Rose”, un film moralista

09 ottobre, 2017
9 ottobre 1982 - I Bauhaus, quando il successo fa male

08 ottobre, 2017
8 ottobre 1969 – Kokomo Arnold, l’uomo che lasciò il blues per fare l’operaio

07 ottobre, 2017
7 ottobre 1951 – John Mellencamp, il giaguaro del rock proletario

06 ottobre, 2017
6 ottobre 1913 – C'è Carmen alla chitarra

04 ottobre, 2017
5 ottobre 1968 - Il fox-trot di Mary Hopkin scalza i Beatles

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