31 dicembre, 2023

31 dicembre 1983 - Pertini, un Presidente pacifista...

Suscita scandalo e provoca forti polemiche la sera del 31 dicembre 1983 il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sandro Pertini che dichiara di comprendere e appoggiare i giovani che hanno manifestato per la pace. Il pacifismo della più alta carica dello stato si spinge anche a chiedere il ritiro del contingente italiano in Libano, inviato nell’ambito di una missione multinazionale di pace, qualora la situazione libanese degenerasse in guerra aperta tra le fazioni in lotta. Il messaggio si conclude con l'invito esplicito ai giovani: « io ai giovani questo dico: battetevi sempre per la libertà , per la pace e per la giustizia sociale. la libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile che si risolve per molti nella libertà di morire di fame. Bisogna che alla libertà sia unita la giustizia sociale. sono un binomio inscindibile. lottate quindi con fermezza, giovani che mi ascoltate, perché lotterete così per il vostro domani, per il vostro avvenire. ma siate sempre tolleranti. Sì lottate con la passione con cui ho lottato io, e lotto ancora oggi nonostante gli anni; lottate per la fede che arde nei vostri cuori...».


30 dicembre, 2023

30 dicembre 1970 - Io, Paul McCartney, con i Beatles non c'entro nulla!

Il 30 dicembre 1970 Paul McCartney inizia una causa, destinata a durare anni, contro i suoi tre ex compagni della straordinaria avventura dei Beatles. L'obiettivo dell'azione legale è quello di "separare a tutti gli effetti il suo nome dalle eventuali attività del gruppo". Entra così nei tribunali la vicenda della dissoluzione tutt'altro che amichevole dei Fab Four. Da tempo i rapporti tra i quattro non erano dei migliori, ma le polemiche si erano fatte più aspre quando Paul McCartney aveva deciso di pubblicare il suo primo album da solista "McCartney" il 17 aprile 1970, cioè due settimane prima della pubblicazione di "Let it be" dei Beatles. I compagni non l'avevano presa bene e il fatto aveva alimentato le voci sulle responsabilità di Paul nella rottura dei rapporti interni al gruppo. La polemica con John Lennon, visto come la faccia impegnata del dopo Beatles, in contrapposizione alla più leggera vena musicale di Paul, aveva fatto il resto. L'inizio della causa chiude malamente una bella storia.


29 dicembre, 2023

29 dicembre 1920 - Irving Ashby, una chitarra per il nascente rock and roll

Il 29 dicembre 1920 a Somerville, nel Massachusetts, nasce il chitarrista Irving Ashby. Il suo primo strumento è l'ukulele. Passato alla chitarra compie regolari studi classici presso il New England Conservatory di Boston. Il primo a intuire le sue potenzialità è Lionel Hampton che nel 1940 lo scrittura per la propria orchestra. Curioso e instancabile sperimentatore Ashby non resta a lungo in un luogo fisso ma si diverte a suonarte dove e come può. Dopo aver partecipato con Fats Waller al film “Stormy Weather” nel 1947 sostituisce Oscar Moore nel trio di King Cole, con il quale resta per molto tempo. Norman Granz che lo inserisce poi nel gruppo del Jazz At The Philarmonic e, all'interno di questo gruppo, fa parte del trio di Oscar Peterson. Considerato fra gli innovatori dello stile chitarristico nel jazz, alla fine degli anni Cinquanta si entusiasma anche per il nascente rock and roll. La sua chitarra accompagna in sala di registrazione gran parte dei protagonisti del nascente movimento. Muore a Perris, in California, il 22 aprile 1987.




28 dicembre, 2023

28 dicembre 1895 - Signori, ecco il Cinema!

Il 28 dicembre 1895 nasce ufficialmente il cinema. È un sabato sera quando nel Salon Indien del Gran Café sul Boulevard des Capucines a Parigi, Clément Maurice organizza una serata di presentazione pubblica e ufficiale del “cinematographe Lumière”. Il successo della serata convince gli organizzatori a programmare in modo continuativo la proiezione di brevi film che ottengono un crescente successo: nasce così la prima sala cinematografica. Nel 1896 il cinématographe Lumière viene presentato in quasi tutte le capitali europee. Gli statunitensi, che mal digeriscono il successo francese cercano di contrastarlo brevettando sistemi diversi, ma inutilmente. Pago della sua fama di inventore Louis Lumière si disinteressa presto della produzione di film per lavorare su quello che gli sembra il problema più importante: lo studio della realizzazione delle fotografia a colori. C’è chi sostiene che l’ipotesi del cinema stereoscopico o tridimensionale sia nata quasi casualmente proprio mentre nei laboratori Lumière si studiavano varie sovrapposizioni e scomposizioni di colori. Chissà come è andata davvero? Quel che si sa per certo è uno dei due inventori del cinema, allora arzillo ultrasettantantenne, indicava alla sua creatura una nuova strada. I suoi eredi, dotati di tecniche straordinarie e di ingenti capitali, sono oggi fermi più o meno a quel lontano 1937.





27 dicembre, 2023

27 dicembre 1976 – Freddie King, intensa vocalità e tecnica chitarristica unica

Il 27 dicembre 1976 stroncato da una crisi cardiaca muore il grande chitarrista blues Freddie King. Ha quarantadue anni e da tempo è affetto da una grave forma d'epatite. La sua carriera inizia presto. Ha sei anni quando inizia a suonare la chitarra seguendo gli insegnamenti dello zio che lo erudisce in un genere solo: il blues. A sedici si trasferisce a Chicago con la famiglia e a diciassette comincia a far sul serio nella band di Sunnyland Charles. Il ragazzo è bravo e precoce. Ci mette meno di un anno per mettersi in proprio dando vita con Jimmy Lee Robinson agli Every Hour Blues Boys. Suona poi con Little Sonny Cooper prima di entrare a far parte dei Blues Cats di Earl Payton. Dopo una tournée con Memphis Slim rinnova il sodalizio con Earl Payton per tre anni fino al 1960 quando forma un trio a nome suo. Nel 1963, dopo una lunga tournée negli stati del sud, decide di fissare la propria residenza a Dallas nel Texas. Da allora suona regolarmente in numerosi locali e compie tournée in tutto il mondo. Alla fine del 1970 si affianca a Leon Russell e con lui dà moltissimi concerti sino al 1974, pur continuando a esibirsi anche in proprio con varie band. Negli anni seguenti torna parecchie volte in Europa Freddie King anche per partecipare alle rassegne di Antibes e Nancy e nel 1975 suona in Australia e in Nuova Zelanda, ma le sue condizioni di salute non l'assistono. Muore nel dicembre dell'anno dopo. Di lui restano testimonianze registrate di una intensa vocalità e di tecnica chitarristica unica, soprattutto nei giochi sul registro grave e nella lucida costruzione del fraseggio.




27 dicembre 1969 - Le Supremes per l'ultima volta al vertice

Il 27 dicembre 1969 le Supremes arrivano al vertice della classifica statunitense dei dischi più venduti con Someday we’ll be together. È l'ultima posizione di vertice del gruppo prima del debutto di Diana Ross come solista. L'addio tra Diana e il gruppo è stato annunciato già a ottobre e Someday we'll be together, il singolo d'addio, sembra scritto proprio per l'occasione. Il 14 gennaio del 1970 al Frontier Hotel di Las Vegas Diana Ross terrà l'ultimo concerto con le Supremes. Il posto della Ross verrà preso da Jean Terrell, sorella del pugile e cantante Ernie Terrell. Per qualche anno il trio continuerà a collezionare successi, soprattutto in Gran Bretagna, ma a partire dal 1972 la crisi, già latente dopo l'abbandono della Ross, si accentuerà. Al fianco della veterana Mary Wilson si succederanno varie cantanti che non salveranno la situazione. La fiamma delle Supremes si spegne progressivamente proprio mentre la carriera di Diana Ross decolla verso il grande successo internazionale.




26 dicembre, 2023

26 dicembre 1918 - Butch Ballard, un batterista d’accompagnamento

Il 26 dicembre 1918 nasce a Camden, nel New Jersey, Butch Ballard, all’anagrafe George Ballard, uno dei batteristi più stimati della sua epoca per la versatilità e per il talento nel lavoro degli studi di registrazione. La prima scrittura importante della sua carriera arriva nel 1942 quando entra far parte dell’orchestra di Cootie Williams con la quale incide alcuni brani per la Capitol. Quattro anni dopo si unisce al gruppo di Louis Armstrong. Tra il 1947 e il 1948 suona con Eddie Davis al Minton's di New York e guida una propria formazione a Philadelphia. Entra poi nell'orchestra di Mercer Ellington e nel 1949 diventa il batterista di Count Basie. L'anno seguente viene chiamato da Duke Ellington che per un giro di concerti in Europa aveva bisogno di un secondo batterista da affiancare a Sonny Greer. È ancora con Duke nel 1953 e prende parte a una lunga serie di incisioni per la Capitol compresa la prima versione orchestrale di Satin Doll. Muore il 1° ottobre 2011.

25 dicembre, 2023

25 dicembre 1905 - Wayman Carver, l’uomo che ha portato il flauto nel jazz

Il 25 dicembre 1905 nasce a Portsmouth, in Virginia, Wayman Carver o, come risulta dai registri dell’anagrafe, Wayman Alexander Carver. La sua è una famiglia di musicisti. Il padre suona il clarinetto e  lo zio il flauto nella banda municipale della quale è anche il direttore musicale. Wayman Carver comincia a suonare il flauto all'età di quattordici anni e ottiene la prima scrittura dai Collegiate Ramblers di J. Neal Montgomery, una formazione nella quale resta per qualche anno formando poi una propria orchestra destinata ad avere vita breve. Nel 1930 va a New York a cercar fortuna ed entra a far parte dell’ensemble di Dave Nelson, il nipote di King Oliver, con cui registra i suoi primi dischi per la Victor nel gennaio del 1931. Passa poi alle orchestre di Elmer Snowden e di Benny Carter. Proprio con quest'ultima formazione trova spazio come solista di flauto e il suo assolo in Devil's Holiday resta nella storia del jazz per la tecnica estremamente moderna e innovativa. A consacrarlo definitivamente come il primo grande flautista della storia del jazz è comunque il lavoro con Chick Webb e in particolare i suoi magistrali interventi in Sweet Sue, I Got Rhythm, Down Home Rag e Hallelujah destinati a rappresentare dei modelli e dei precisi punti di riferimento per tutti i flautisti delle successive generazioni. Con Carver il flauto inizia progressivamente e “rubare” il posto all’allora imperante clarinetto aprendo nuove prospettive alla stessa evoluzione della musica jazz. Dopo aver fatto parte dell'orchestra di Ella Fitzgerald, Wayman Carver si ritira dalle scene jazzistiche lavorando come insegnante di musica e come arrangiatore. Muore ad Atlanta il 6 maggio 1967.

24 dicembre, 2023

24 dicembre 1965 – Nasce “Complete Communion”, uno dei capolavori di Don Cherry

Il 24 dicembre 1965 Don Cherry registra per la Blue Note uno dei suoi capolavori. Si tratta dell'album Complete Communion. Al suo fianco ci sono Gato Barbieri, Henry Grimes ed Eddie Blackwell. Il giudizio della critica è entusiastico e c’è chi scrive che nel disco la genialità di Cherry «...crea una musica senza fiati né frontiere, abbattendo barriere e creando una miriade di colori musicali profondamente spontanei e colmi di vitalità...». Subito dopo Natale il gruppo si esibisce con successo al Village Vanguard di New York, sciogliendosi con la partenza di Barbieri per l'Europa. Il trombettista allora suona nei primi giorni del 1966, insieme al sassofonista Archie Shepp che è stato scritturato al Village Vanguard con il gruppo del trombettista Miles Davis. Proprio Davis al termine dell'esperienza, avrà parole profondamente critiche nei confronti delle teorie e del modo di suonare di Don Cherry. Il buon Cherry non si cura troppo delle critiche di un brontolone un po’ invidioso come Miles e va avanti sulla sua strada. Alla fine di gennaio torna Barbieri e il gruppo si esibisce a New York prima di partire per una tournée europea che durerà tutto il mese di febbraio.


23 dicembre, 2023

23 dicembre 1920 - Mario Pezzotta, un trombone da jazz

Il 23 dicembre 1920 nasce ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, il trombonista Mario Pezzotta. A otto anni suona il bombardino nella banda del suo paese natale e nel giro di pochi anni si afferma come una sorta di bambino prodigio capace di virtuosismi inusuali per l’età. A diciassette anni inizia a suonare in vari complessi da ballo. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale veste la divisa militare ed entra nella Banda Presidiaria di Milano. L’8 settembre del 1943 si libera della divisa e ripara in Svizzera dove in un campo di internati costituisce e dirige una orchestra. Dopo la Liberazione rientra a Milano e trova un posto stabile nella Orchestra del Momento diretta da Aldo Rossi che lascia quando incontra Gorni Kramer, con il quale più o meno stabilmente avrà rapporti per circa un ventennio. Negli anni Cinquanta suona spesso all'Arethusa di Milano con propri gruppi e partecipa con i propri musicisti o come trombone solista nell'orchestra di Kramer a vari programmi jazzistici radiofonici e televisivi. A partire dagli anni  Sessanta si esibisce spesso con un proprio sestetto ad assetto variabile ma nel quale militano soprattutto Emilio Soana, Enzo Nardini, Ettore Righello, Carlo Milano e Luigi Campioni. Alla fine del 1969 entra stabilmente nell'Orchestra Sinfonica della Rai dove rimane fino al 1980. Colpito dal morbo di Alzeihmer nel 1990 si ritira dall’attività. Muore a Bollate il 9 febbraio 2004.

22 dicembre, 2023

22 dicembre 1978 – I Dire Straits finiscono il secondo album, ma lo congelano

Il 22 dicembre 1978 i Dire Straits finiscono le registrazioni del loro secondo album nei Compass Point Studios, di Nassau, alle Bahamas. Sono iniziate il 28 novembre e nel loro lavoro i ragazzi hanno potuti contare sulla guida esperta di due esperti abitatori del music business come Jerry Wexler e Barry Beckett. La loro produzione modifica l’impronta dei Dire Straits verso un suono più sofisticato, molto cristallino, ricco di sensazioni emotive. Anche i servizi fotografici realizzati in quei giorni sono lo specchio fedele di un’aria sognante e tranquilla tanto che alcuni cronisti rilevano come i componenti della band sembrino più «...ricchi turisti in vacanza, piuttosto a musicisti con l'obbligo di produrre un nuovo disco». In questo clima anche le diffidenze tra Mark Knopfler e Jerry Wexler si sciolgono come neva al sole. Terminate le registrazioni inizia il lavoro di post produzione. Remixato ai Muscle Shoals Studios, in Alabama, il 12 gennaio l’album è pronto ma si decide di tenerlo in un cassetto. La ragione di quella decisione è dovuta alla necessità di sfruttare fino all’ultima goccia il primo album “Dire Straits”, che staziona stabilmente al vertice delle classifiche di vendita. Non secondaria è anche la disputa tra il gruppo e Wexler sul titolo del disco. Wexler lo vorrebbe intitolare “News” mentre i Dire Straits preferirebbero intitolarlo “Communiqué”. Alla fine la spunteranno loro. All’inizio dell’estate il disco uscirà con questo titolo.


21 dicembre, 2023

21 dicembre 1969 – Janis con la Kozmic Blues Band

Il 21 dicembre 1968 l'annuale spettacolo organizzato a Memphis nel Tennessee dall'etichetta Stax con intenti autopromozionali  vede la presenza massiccia di critici e giornalisti specializzati. Ad attirarli non è la lista degli artisti, un piatto ricco di stelle del soul come Booker T. & The MG's, gli Staple Singers, Albert King, i Bar-Kays, Rufus & Carla Thomas, Johnnie Taylor, Eddie Floyd e altri, ma il debutto di Janis Joplin con la sua nuova band. C'è molta attesa infatti di capire come quella ragazzaccia abbia potuto sostituire i Big Brothers & The Holding Company dopo lo straordinario successo dell'album Cheap thrills che l'ha definitivamente lanciata come una della più grandi voci bianche del blues di quel periodo. Eppure è così. Un milione di copie vendute e l'improvvisa popolarità hanno fatto scattare dinamiche strane nella vita del gruppo. Quello che fino a qualche giorno prima era un rapporto intenso e ricco si è sgretolato sotto il peso di incomprensioni, tensioni e aperti litigi finché si è arrivati alla definitiva decisione: Janis Joplin da una parte e la band dall'altra, senza rimpianti. Mentre i Big Brothers & The Holding Company hanno fatto sapere di voler continuare per la loro strada, l'attesa è tutta per il debutto della cantante con un gruppo di nuovi musicisti. Janis ha voluto fare tutto da sola. Ha chiamato attorno a sé uno stuolo di musicisti come il chitarrista Sam Andrew, già con i Big Brothers, l'organista Bill King, il bassista Brad Campbell, il batterista Ron Markovitz, il sassofonista Terry Clements e il trombettista Marcus Doubleday e ha deciso di farne la sua nuova band. Nell'esibizione del 21 si chiama Kozmic Blues Band, ma il nome è provvisorio e in fondo non conta granché. Quello che conta è invece l'esibizione che lascia perplessi quasi tutti gli spettatori. La band appare appiccicaticcia e incapace di far risaltare nel modo giusto le qualità di Janis. Le perplessità dell'esordio verranno confermate anche successivamente, nonostante i cambiamenti di nome (Joplin & The Joplanaires, The Janis Revue e The Main Squeeze) il gruppo non sarà mai all'altezza dei Brother e finirà squassato da contrasti interni. Il primo ad andarsene sarà proprio il fedele Sam Andrew il chitarrista che tra Janis e i Brother aveva scelto Janis, e che verrà sostituito, in un primo momento da John Till. Dopo la pubblicazione dell'album I got dem ol' kozmic blues again mama! la band entrerà nel processo autodistruttivo finale.

20 dicembre, 2023

20 dicembre 1864 - Vicienzo ‘o giornalista: Lontano da Napoli le mie canzoni morirebbero

Il 20 dicembre 1864 nasce a Napoli Vincenzo Esposito. Soprannominato “Vicienzo ‘o giornalista” perchè ha lavorato in gioventù alla rivista “Il Pungolo”, nel 1885 decide di dedicarsi a tempo pieno alla canzone, diventando uno dei principali esponenti del genere comico. Le sue prime esibizioni avvengono prevalentemente in Campania, ma ben presto la sua fama travalica i confini regionali tanto da farlo diventare uno dei cantanti più richiesti dai Caffè Concerto di tutta la penisola. All’inizio del Novecento, accompagnato dal chitarrista e mandolinista Giovanni Della Rosa parte per una lunga tournée in Inghilterra, Francia, Germania e Russia, paesi dove si conquista una notevole popolarità. Di fronte alle offerte di impresari e locali che vorrebbero trattenerlo all'estero rifiuta perchè lontano dalla sua città anche le sue canzoni finirebbero per morire. Tornato a Napoli continua a esibirsi con successo fino al 1934, anno in cui decide di ritirarsi a vita privata. Il brano più amato del suo nutrito repertorio, resta la macchietta ‘O nduratore, vero cavallo di battaglia delle sue esibizioni. Muore a Napoli il 22 marzo 1942.

19 dicembre, 2023

19 dicembre 2009 – Kim Peek, l’ispiratore del film “Rain man”

Il 19 dicembre 2009 muore Kim Peek, l’ispiratore del protagonista del film “Rain man” interpretato da Dustin Hoffman. Non sono molti tra i milioni di spettatori del film a sapere che il personaggio di Raymond Babbit è ispirato a una persona realmente esistita e incontrata prima dall’autore e co-sceneggiatore Barry Morrow e poi anche dallo stesso Dustin Hoffman. Si chiama Kim Peek ed è nato a Salt Lake City l’11 novembre 1951. Fin dalla nascita è affetto da quella che comunemente viene definita “sindrome dell'idiota sapiente” con una straordinaria memoria eidetica (una variante della memoria fotografica o visiva che consente l’assimilazione immediata di un’immagine appena percepita) e una serie di disturbi dello sviluppo psicologico dovuti a una congenita deformazione del cervello. Peek riesce a leggere un libro in un'ora circa ed è in grado di ricordare immediatamente una percentuale pari al 98% di tutto ciò che legge. Si calcola che nell’arco della sua vita abbia imparato a memoria circa 12.000 libri. Ha anche la possibilità di fare rapidamente calcoli complessi e per qualche anno lavora anche a stilare buste-paga. Nel 1984 ad Arlington, in Texas, incontra per la prima volta l’autore e sceneggiatore Barry Morrow. Da quell’incontro inizia a prendere corpo l’idea del film “Rain man – L’uomo della pioggia”. Quando il ruolo di Raymond Babbit, il personaggio ispirato a Peek, viene affidato a Dustin Hoffman, l’attore chiede e ottiene di incontrare lo stesso Peek e altre persone affetta dalla “sindrome dell'idiota sapiente” per comprendere meglio e più a fondo la loro natura e dare alla sua recitazione una maggiore aderenza. Dopo il successo Kim Peek viene invitato a partecipare a incontri, conferenze e iniziative varie in ogni parte degli Stati Uniti e anche all’estero. Barry Morrow gli consegna il proprio Oscar perché lo porti con sé. Quella statuetta viene soprannominata "l'Oscar più amato" perché si calcola che nella storia del cinema sia stato l’Oscar toccato, soppesato e accarezzato dal maggior numero di persone. Peek appare anche in televisione. Discovery Channel dedica alla sua vita uno speciale di un'ora intitolato “Inside the Rain Man” mentre uno spettacolo a lui dedicato, “The Real Rain Man” va in onda su Discovery Health il 26 novembre 2006. La vita di Kim Peek si interrompe il 19 dicembre 2009 quando a cinquantotto anni muore nella sua Salt Lake City per un attacco cardiaco.

18 dicembre, 2023

18 dicembre 1961 – Leo Reisman, il violino dimenticato

Il 18 dicembre 1961 muore il sessantaquattrenne Leo Frank Reisman. Da tempo il suo nome non dice più niente a nessuno. I giornali non danno alcun spazio alla notizia perché non c'è alcuna ragione di celebrare la morte di un oscuro violinista impegnato nel gruppo fisso per l'intrattenimento dei clienti del Beverly Hills Hotel. Nell'indifferenza generale lascia così la scena uno dei migliori violinisti del jazz degli anni Trenta. Nato a Boston, nel Massachusetts, inizia da solo a strimpellare il violino quando ha soltanto dieci anni e successivamente riesce ad accedere al New England Conservatory of Music grazie al suo talento e a una borsa di studio. Ben presto diventa concertista ed entra a far parte della Baltimore Symphony Orchestra, ma la musica classica non fa per lui. Non ha ancora vent'anni quando forma la sua prima band e nel 1921 viene scritturato in esclusiva dalla casa discografica Columbia. In breve tempo l'orchestra che porta il suo nome diventa una delle più prestigiose degli Stati Uniti. Con lui c'è il fior fiore degli strumentisti del jazz orchestrale da ballo di quel periodo e in alcune registrazioni del 1930 per la Victor la formazione schiera, tra gli altri, anche il celebre trombettista Bubber Miley. Negli anni Trenta, quando la voce della sua orchestra è quella della cantante Lee Wiley, tocca l'apice del successo con vari show radiofonici a suo nome. Negli anni Quaranta, con la crisi delle grandi orchestre, inizia il suo declino, rapido e inarrestabile scandito da formazioni in cui il suo nome non basta a tenere alto il livello complessivo dei musicisti.


17 dicembre, 2023

17 dicembre 1975 - Hound Dog Taylor, un personaggio emblematico nella storia del blues

Il 17 dicembre 1975 a Chicago, nell’Illinois, muore il bluesman Hound Dog Taylor. Il suo vero nome è Theodore Roosvelt Taylor ed è nato a Natchez, nel Mississippi, il 12 aprile 1917. Personaggio emblematico della storia del blues, ha vissuto in prima persona quasi tutte le fasi di sviluppo di questa musica. Inizia giovanissimo al pianoforte e poco dopo passa alla chitarra. Verso i diciotto anni è uno dei mille bluesmen itineranti della regione del Delta, dove incrocia e conosce Sonny Boy Williamson ed Elmore James. Soprattutto quest’ultimo lo impressiona profondamente. Nel 1942 si trasferisce a Chicago dove inizia a suonare nella celebre Maxwell Street. Negli anni 1950 diventa un protagonista del rhythma and blues e in seguito evolve verso una mescola tra rock e blues che esercita una forte influenza su Jimi Hendrix. Maestro nei glissati, soprattutto sui tempi lenti, ai riff d'ossessionante puntualità ritmica predilige la tessitura che consente alla sua voce alta e penetrante di scavare suggestivi intarsi.

16 dicembre, 2023

16 dicembre 1987 – Tanita Tikaram: sono figlia di un pasticcio etnico

Il pubblico del Mean Fiddler di Londra guarda in silenzio, il 16 dicembre 1987, una ragazzina dai capelli castani, bianca come uno straccio appena lavato, che, aggrappata alla chitarra, inizia a cantare una serie di brani di sua composizione. Si chiama Tanita Tikaram, ha diciotto anni e si esibisce in pubblico per la prima volta. Si definisce"un pasticcio etnico", perché è nata a Münster, in Germania da genitori nati e cresciuti in due angoli sperduti della terra: nelle colonie inglesi del Borneo la madre e nelle isole Fiji il padre. È arrivata in Gran Bretagna sei anni prima quando la sua famiglia si è definitivamente trasferita a Basingstone, ma si sente ancora sradicata e la musica è stata, fino a quel momento, l’unica certezza della sua vita. Fin da bambina ha imparato a suonare la chitarra e a comporre canzoni ispirandosi al lavoro delle sue autrici preferite: Joni Mitchell e Rickie Lee Jones. Il proprietario del Mean Fiddler, uno dei locali londinesi più disponibili a dare spazi ai giovani talenti, l’ha scritturata per un’unica serata dopo aver ascoltato un suo demo-tape con tre brani e l’ha lasciata sola, su un piccolo palco illuminato da una luce bianca che esalta ancor di più il pallore del suo viso. La voce calda dal tono basso e profondo, inusuale per una diciottenne, colpisce l’attenzione di un avventore speciale: è Paul Charles, manager di artisti come Elvis Costello, Jackson Browne, John Hiatt e Van Morrison. Esperto navigatore degli ambienti musicali, al termine dell’esibizione chiede a Tanita di potersi occupare di lei. La ragazza, un po’ disorientata dall’emozione, accetta. Un anno dopo vede la luce Ancien heart, il suo primo album destinato a un rapido successo. Le canzoni composte da lei per essere accompagnate dalla sola chitarra acustica vengono riarrangiate da Rod Argent, l'ex tastierista degli Zombies nonché leader degli Argent, insieme all'ex batterista di Van Morrison, Peter Van Hooke. L'album contiene anche una delicata versione di For all these years, un brano composto da Tanita Tikaram in occasione del suo sedicesimo compleanno. Il successo improvviso e imprevisto non cambierà il suo modo di concepire la musica e la vita. Per Tanita Tikaram la musica resterà innanzitutto una compagnia e un antidoto contro la solitudine.


14 dicembre, 2023

15 dicembre 1924 - Euclide Zoffoli, fedele allo swing

Il 15 dicembre 1924 nasce a Cesenatico Euclide Zoffoli, un talentuoso clarinettista e sassofonista che non disdegnerà di passare dal jazz alla musica da ballo e viceversa con un solo punto di riferimento: lo swing. Nasce in una famiglia di musicisti e a soli cinque anni già gli vengono impartite lezioni di clarinetto. Dai dieci ai sedici anni frequenta il Liceo Musicale di Cesena e nel tempo non occupato dallo studio si diletta a suonare in vari gruppi da ballo. Dopo la seconda guerra mondiale insieme al pianista Giovanni Fenati dà vita a un quintetto swing di cui fanno parte anche Carlo Saporetti alla chitarra, il fratello Osvaldo al contrabbasso e Gino Manzecchi alla batteria. Nel 1947 Umberto Cesari lo convince a trasferirsi a Roma e l'anno dopo partecipa al I Festival Nazionale del Jazz di Firenze con i Sette della 013, la formazione a organico ridotto dell'orchestra diretta da Piero Piccioni, suonando il sassofono contralto. Nei club romani sviluppa anche un'intensa attività di jam sessions con Umberto Cesari, Armando Trovajoli, Bruno Martino e Nunzio Rotondo (con i quali partecipa al festival nazionale di Milano) oltre a Carletto Loffredo, Enzo Grillini e altri. Per alcuni anni fa parte della band di Tino Fornai e nel 1954-55 in quella del contrabbassista Peppe Carta. Nei primi anni Cinquanta però inizia a ridurre l'impegno nel jazz a favore dell'attività da ballo con proprie formazioni nelle quali però non manca mai un repertorio swing. Muore nella sua Cesenatico il 12 febbraio 1976.

13 dicembre, 2023

13 dicembre 1961 - Epstein diventa il manager dei Beatles

Il 23 dicembre 1961 Brian Epstein fa il grande salto: da titolare di un negozio di dischi si tramuta in manager dei quasi sconosciuti Beatles. Fin dall'inizio la relazione fra lui e la band non è un normale rapporto manager-cliente. Lui fondamentalmente è un fans dei Beatles. Pur non sapendo nulla del funzionamento del mercato discografico si impegna nel nuovo ruolo con un'intensità non comune. Pochi giorni dopo la stipula del contratto convence Mike Smith della Decca a fare un salto a Liverpool per ascoltarli. Contemporaneamente inizia a compilare una lunga serie di regole per migliorare soprattutto la qualità scenica dei suoi "ragazzi". Nella famosa audizione per la Decca i Beatles si esibiscono in una selezione di classici (tra cui 'Till there was you e The sheikh of Araby), con l'aggiunta di tre brani composti da loro. Mike Smith non si sbottona anche se, messo sotto pressione da Epstein, esprime una certa soddisfazione. In realtà i quattro non lo hanno convinto. Alla fine vengono la Decca deciderà che i Beatles non le interessano. Lo stesso fanno anche la Pye, la Philips, la Columbia e la HMV. Proprio in quei primi mesi del 1962 ricchi di delusioni Epstein metterà le basi per una storia incredibile.


12 dicembre, 2023

12 dicembre 1980 - L’ultima sfida delle Brigate Rosse

Intorno alle 20.30 del 12 dicembre 1980 un nucleo armato delle Brigate Rosse rapisce Giovanni D'Urso, il direttore dell'Ufficio III della Direzione generale degli Istituti di prevenzione e pena. Inizia così l’ultima grande sfida allo Stato dell’organizzazione armata che, provata dagli arresti e dalla crescita delle dissociazioni, è investita anche da un aspro dibattito interno con la separazione organizzativa della Colonna Walter Alasia. Tra le richieste avanzate per il rilascio del sequestrato D’Urso c’è la chiusura della sezione speciale del carcere dell’Asinara che, dopo la rivolta del 2 novembre 1979 ospita un gruppo ridotto di detenuti brigatisti. Come accaduto per il sequestro di Aldo Moro in Italia si apre un aspro dibattito sulla possibilità di aprire una trattativa. In questa situazione il 28 dicembre scoppia una rivolta dei detenuti nel carcere di Trani. I rivoltosi, dopo aver preso in ostaggio diciannove agenti di custodia, diffondono un comunicato in sintonia con le richieste delle Brigate Rosse che a loro volta scrivono: «da questo momento in poi la nostra battaglia e quella dei prigionieri di Trani sono indissolubilmente unite». Nella notte tra il 29 e il 30 dicembre le teste di cuoio del neocostituito GIS, il Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri, riprendono il controllo del carcere di Trani. Per tutta risposta il 31 dicembre le Brigate Rosse uccidono a Roma il generale dei carabinieri Enrico Galvaligi, responsabile del coordinamento delle misure di sicurezza nelle carceri speciali. Annunciano poi l’intenzione di uccidere l’ostaggio. Proprio nel momento più drammatico del confronto tra Stato e Brigate Rosse, quando sembra che il sequestro D’Urso sia destinato a una conclusione drammatica, accadono una serie di eventi che, rompendo la logica del “muro contro muro”, finiranno per cambiare il finale della vicenda. La prima è un documento con il quale un gruppo di detenuti politici, autorevoli esponenti dell’area dell’Autonomia, pur criticando le condizioni e il sistema carcerario si dissociano dall’azione delle Brigate Rosse. La seconda è una serie di prese di posizione nel mondo della politica e della cultura per il miglioramento del sistema di detenzione con la chiusura delle carceri inadeguate a garantire la dignità dei detenuti. Un gruppo di intellettuali, da Sabino Acquaviva a Gianni Baget Bozzo, da Marco Boato a Cesare Cases, da Oreste del Buono a Franco Fortini, sottoscrivono un appello perché «si proceda subito alla chiusura del carcere dell'Asinara, nella serena consapevolezza, non di cedere a un ricatto, ma di attuare quanto riconosciuto giusto e opportuno in piena libertà». Il governo decide quindi di dare seguito alla decisione, già presa il 25 dicembre, cioè prima della rivolta di Trani, di chiudere la Sezione Speciale dell’Asinara. Il 15 gennaio 1981 Giovanni D’Urso viene liberato.

11 dicembre, 2023

11 dicembre 1975 - Lee Wiley, una voce "eroticamente morbida"

L'11 dicembre 1975 muore a New York la cantante e compositrice Lee Wiley. Nata a Fort Gibson, in Oklahoma, il 9 ottobre 1915 diventa popolarissima a New York nel 1931 per le sue esibizioni al Central Park Casino con l'orchestra di Leo Reisman, la stessa con la quale incide i suoi primi dischi per la Victor. Canta poi con Paul Whiteman, Willard Robinson, la Casaloma Band e, soprattutto, con Victor Young, il leader che più e meglio sa esaltare le qualità della suo voce che un critico definisce "eroticamente morbida e vellutata". A partire dal 1933 comincia pubblicare dischi con il proprio nome, accompagnata dalla Dorsey Brothers Orchestra, dall'ensemble di Victor Young e di solisti quali Bunny Berigan, Glenn Miller, Tommy e Jimmy Dorsey e Joe Venuti. Nel 1939 canta con le orchestre di Max Kaminsky e Joe Bushkin e l'anno successivo con Bunny Berigan, Paul Weston e con un trio comprendente Muggsy Spanier e Jess Stacy. Proprio Stacy diventa suo marito nel 1943. Attorno alla metà degli anni Quaranta si esibisce con varie formazioni dirette da Eddie Condon e quindi con la big band di Jess Stacy. Nel corso degli anni Cinquanta continua a esibirsi con successo. Una delle sue canzoni più famose, Anytime Anyday Anywhere, è destinata a resistere nel tempo e a regalare successo ad altre interpreti.



10 dicembre, 2023

10 dicembre 1949 – The Fat Man

Il 10 dicembre 1949 Antoine Domino, soprannominato “Fats” (cicciottello) per la sua costituzione imponente inizia la prima seduta di registrazione per la Imperial Records nei leggendari J&M Studios di Cosimo Matassa. Tra le canzoni messe su nastro c'era The fat man, il primo disco di Domino e il suo primo successo da un milione di copie. Trascinante blues a otto battute, The fat man è una specie di autopresentazione spiritosa. Comincia così: "They call, they call me the fat man/'Cos I weight two hundred pounds" (Mi chiamano ciccione perché peso 200 libbre). La simpatia e il successo di questo brano spingeranno Domino a riptere allegramente queste spiritosaggini su se stesso in vane registrazioni durante l’intero periodo nel quale resterà all'Imperial Records. The fat man è una canzone adattata da Junker's blues, un brano sulla dipendenza dalle droghe, che era stato nel repertorio di Domino durante il suo periodo allo Hideaway Club. Proprio Junker's blues sarà il secondo brano inciso negli studi di Matassa, Una sala originale ma antiquata. Ricorda Dave Bartholomew, che curava gli arrangiamenti: «Il pianoforte era molto più alto di ogni altra cosa. Non lo volevamo davvero in quel modo, ma a quei tempi non potevamo farci niente». Parte del problema era l'insistenza di Matassa nel lasciare la regolazione stabilita, giusta o sbagliata che fosse, per tutta la registrazione.

09 dicembre, 2023

9 dicembre 1976 –Gli Stiff Kittens!

Il 9 dicembre 1976 all'Electric Circus di Manchester fanno il loro debutto in concerto gli Stiff Kittens, un gruppo formato da Bernard Dickin alla chitarra, Peter Hook al basso e Terry Mason alla batteria. Pochi mesi dopo alla band si aggrega Ian Curtis, un giovane assistente sociale del National Health Service, proveniente dalla vicina Macclesfield. Lo stile vocale e le liriche di lan Curtis si dimostrano subito indispensabili per gli Stiff Kittens che cominciano così a farsi notare in una scena musicale come quella di Manchester che può contare anche su band come Drones, Fall, V 2, Panik e Slaughter and The Dogs. Nel maggio del 1977, i quattro decidono di cambiare nome e, colpiti dalla bellezza di Warszawa, una composizione strumentale inserita da David Bowie nel suo album “Low”, si ribattezzano Warsaw. Con questa nuova denominazione, dopo l'incisione di un primo demo-tape e l’arrivo alla batteria di Steve Morris, proveniente da Macclesfield come Ian Curtis, il quartetto suona per la prima volta in pubblico il 27 agosto 1977 all'Eric's Club di Liverpool come gruppo di supporto degli X-Ray Spex. Le esibizioni culminano nell’ultimo concerto con il loro nome all’Electric Circus al quale partecipano anche altre storiche band come i Buzzcocks, i Fall e il gruppo reggae degli Steel Pulse. Alla fine del 1977, infatti, i Warsaw si trasformano in Joy Division, anche perché proprio in quel periodo è uscito l'album d'esordio dei londinesi Warsaw Pakt. Per la scelta del nuovo nome, Curtis e company si ispirano a "La casa delle bambole", un romanzo ambientato nei campi di concentramento nazisti in cui l'autore chiama "joy divisions" gli spazi nei quali le donne detenute si prostituivano. La line-up dei Joy Division, ormai definitiva, vede lan Curtis affiancato da Peter Hook al basso, Bernard Sumner, alias Dickin, alias Albrecht, alla chitarra e Steve Morris alla batteria.

08 dicembre, 2023

8 dicembre 1945 - Richard M. Jones, il più bravo pianista blues da bordello

L’8 dicembre 1945 muore a Chicago, in Illinois, Il pianista Richard Myknee Jones, più conosciuto come Richard M. Jones. Nato a Donaldsonville in Louisiana, il 13 giugno 1889 muove giovanissimo i primi passi nel mondo della musica. Non debutta però come pianista. I suoi primi strumenti sono infatti la cornetta e l'alto-horn con i quali debutta a a New Orleans nei primi anni del Novecento con la Eureka Brass Band. Negli anni immediatamente successivi comincia a dedicarsi al pianoforte che diventa il suo strumento definitivo e come pianista-solista si conquista rapidamente una grande reputazione nei più eleganti bordelli della città. Per lui quello di “miglior pianista da bordello” è un titolo di cui andare orgoglioso perchè conquistato in locali prestigiosi  a cominciare dalla celeberrima Mahogany Hall di Lulu White. Nel 1910 dirige una sua band al Tent Cabaret e nel 1912 al Fewclothes Cabaret. In seguito suona con le orchestre di John Robichaux, Armand Piron e Oscar Celestin, tre dei più prestigiosi leaders di New Orleans. Nel 1918 si trasferisce a Chicago dove inizia a darsi da fare anche come impresario entrando in società con Clarence Williams, titolare di una delle più importanti agenzie musicali della città. A partire dal 1925 alterna l’attività di accompagnatore di cantanti di blues con quella di leadder dei suoi Jazz Wizards un gruppo molto attivo nel South Side con il quale prende parte a un nutrito numero di sedute di redistrazione che lo rendono popolarissimo sia come band leader, che come solista di pianoforte dallo stile elegante e raffinato nonché come compositore. Suoi sono brani come Jazzin Babies Blues, Riverside Blues, Trouble In Mind, 29th And Dearborn. All'inizio degli anni Trenta rientra a New Orleans dove si esibisce per qualche anno alla testa di una sua formazione. Nel 1934 ritorna a Chicago per formare una vera e propria All Stars chiamata Chicago Cosmopolitans di cui fanno parte elementi di primo piano come Louis Metcalf, Albert Wynn, Herschel Evans, Artie Starks e Dave Peyton. Alla fine della seconda guerra mondiale dà vita a una formazione strardinaria con Bob Shoffner, Preston Jackson, Darnell Howard, John Lindsay e Baby Dodds. La morte lo sorprende dopo poche sedute di registrazione.

07 dicembre, 2023

7 dicembre 1901 - Irene Scruggs, alias Chocolate Brown, Little Sister, Dixie Nolan...

Il 7 dicembre 1901 nasce nel Mississippi la cantante di country blues Irene Scruggs. Conosciuta anche con i nomi di Chocolate Brown, Little Sister, Dixie Nolan e forse altri ancora nel 1924 vince a St. Louis un torneo per dilettanti. Notata dagli impresari comincia a cantare in moltissimi locali del Sud degli Stati Uniti. In questo girovagare incontra anche King Oliver, con la cui orchestra incide nel 1926. L’anno dopo è in sala di registrazione insieme a Lonnie Johnson. Canta con quasi tutti i gruppi e le orchestre più popolari di quel periodo. Grazie all’uso di pseudonimi può pubblicare dischi in contemporanea con orchestre diverse. Nel 1932 si fa affiancare sulle scene da suo figlio, un bambino prodigio che con il nome di Baby Scruggs si esibisce in evoluzioni di tip tap. Nel 1934 canta al Kelly's Stable di Chicago e successivamente si ritira a vita privata. Riappare sulle scene negli anni Cinquanta per una tournée con suo figlio in Europa. Verso la metà degli anni Cinquanta si stabilisce a Parigi e negli anni Settanta in Germania. Muore il 20 luglio 1981.

06 dicembre, 2023

6 dicembre 1921 - Dave Brubeck, il veterinario mancato

Il 6 dicembre 1920 a Concord, in California, nasce il pianista e compositore Dave Brubeck, all’anagrafe David W. Brubeck. Sua madre è una pianista mentre il padre è amministratore d'una grande azienda agro-zootecnica. Quando ha soltanto quattro anni la madre lo accompagna nel mondo della musica insegnandogli a suonare pianoforte e violoncello. Il giovane Dave pare però più intenzionato a seguire le orme del padre e intraprende gli studi di veterinaria, coltivando la musica come hobby. Negli anni del college inaspettatamente cambia programma: abbandona la scienza veterinaria, si iscrive ai corsi musicali del College of Pacific, a Stockton, e comincia a suonare con alcune orchestrine, assumendo poi la direzione d'un gruppo di dodici elementi. Successivamente passa al Mills College di Oakland e prende lezioni di teoria musicale da Darius Milhaud. Nel 1942 viene chiamato alle armi e nel 1944 combatte in Normandia. Non rinuncia però alla musica e ottiene la direzione di un'orchestra destinata a dare per le forze alleate. Congedato nel 1946 torna a San Francisco dove riprende gli studi con Milhaud che l'incoraggia a dedicarsi al jazz. È cosi che, insieme a Dave Van Kriedt e altri allievi di Milhaud, fonda un ottetto sperimentale. L’esperienza dell’ottetto lo fa progressivamente conoscere nell’ambiente e Brubeck comincia anche a suonare come solista nella zona di San Francisco. Nel 1951 costituì un quartetto con Paul Desmond che ottiene un buon successo anche dal punto di vista commerciale. È  dai tempi d'oro di Benny Goodman che una formazione di jazz incrocia fortune commerciali. Per questa ragione la rivista Time dedica a Brubeck una copertina e Life un ampio fotoservizio. Il suo pianismo greve, ricco di improvvisazioni  e di citazioni unito alla voce seducente del sax contralto di Paul Desmond diventa di gran moda, specialmente tra i giovani. Il buon momento del quartetto continua negli anni Sessanta con lunghi tour in giro per il mondo. Nel 1967 Desmond se ne va e al suo posto subentra per qualche tempo Gerry Mulligan. Nel 1972 dà vita al gruppo Two Generations of Brubeck con i figli di Dan, Chris e Darius e le occasionali collaborazioni di Desmond e Mulligan. Ormai lontano dal periodo d’oro della sua carriera si dedica maggiormante alla composizione e alla collaborazione col cinema e con la televisione pur senza rinunciare a esibirsi in concerto e a incidere dischi. Muore per un arresto cardiaco a Norwalk, il 5 dicembre 2012, giorno prima del suo novantaduesimo compleanno.

05 dicembre, 2023

5 dicembre 1958 - Danny Alvin, il batterista che gestiva locali

Il 5 dicembre 1958 il batterista Danny Alvin muore a New York, la città dov’era nato il 29 novembre 1902. Figlio di genitori italiani all’anagrafe è registrato con il nome di Daniele Viniello. Il suo debutto sulle scene avviene nel 1918 a soli sedici anni nel gruppo che accompagna la cantante Sophie Tucker, l'ultima delle Red-Hot Mamas. Nel 1922 se ne va a Chicago dove sbarca il lunario con vari gruppi da ballo come quelli di Frankie Quartell e di Charlie Straight. La sua tecnica sicura e solida ne fa un punto di riferimento proprio per il jazz più danzereccio e morbido. Dopo un periodo trascorso con orchestre da ballo popolarissime come quelle di Wayne King e dell’italo americano Ted Fio Rito nel 1930 si mette in proprio formando un gruppo a suo nome. Successivamente si unisce al pianista Art Hodes con cui resta quasi continuativamente per tre anni. Nel 1936 torna a New York dove suona con il gruppo di Wingy Manone e poi con quello di Georg Brunis al Nick's. Proprio il Nick’s lo scrittura come musicista fisso e nel locale ha occasione di suonare con Brad Gowans, Mezz Mezzrow e con Eddie Condon. Successivamente suona a Chicago col cornettista Doc Evans e con il pianista George Zack. Negli anni Cinquanta forma una propria orchestra cui dà il nome di The Kings of Dixieland. Dal 1955 fino alla morte all’attività di strumentista affianca quella di gestore di locali aprendo un club di jazz che ottiene un notevole successo.

04 dicembre, 2023

4 dicembre 1945 - Doug Riley , alias Dr. Music, tra jazz ed etnomusicologia

Il 4 dicembre 1945 nasce a Toronto, in Canada, il tastierista Douglas Brian Riley, più come Doug Riley e più tardi soprannominato Dr. Music. Inizia presto a pigiare sui tasti bianchi e neri del pianoforte. A cinque anni frequenta già regolari corsi per imparare a suonare. Da quel momento la sua formazione prevede una lunga e completa serie di studi accademici. I genitori vedono in lui un grande concertista di musica classica ma il ragazzo ha altre idee per la testa. Le sue due passioni più grandi sono il il jazz e l'etnomusicologia. Fondamentali restano i suoi studi sulla musica dei nativi americani condotti attraverso rigorosi approfondimenti che lo portano a vivere per molto tempo nelle riserve. Lascia un segno anche nel jazz soprattutto quando, alla metà degli anni Settanta, si esibisce con un trio che porta il nome di Dr. Music. Nel corso della sua carriera collabora tra gli altri con Boss Brass e Sonny Greenwich e fa parte a lungo del quintetto di Moe Koffman. Lega anche il suo nome e colonne sonore per il cinema e la tv. Muore d’infarto il 27 agosto 2007.

03 dicembre, 2023

3 dicembre 1960 – L’autostrada attraversa l’Appennino

Il 3 dicembre 1960 viene inaugurato il tratto tra Bologna e Firenze dell’Autostrada del Sole. Si conclude così la parte più impegnativa dal punto di vista realizzativo, cioè il superamento degli Appennini. È un’opera titanica per l’epoca che ha posto ai progettisti e ai realizzatori problemi molto complessi, viste le caratteristiche geografiche e geologiche dei terreni attraversati. L’attraversamento degli Appennini ha avuto come presupposto poi la realizzazione di un tipo di infrastruttura completamente nuova per l’Europa. È proprio in questa fase che è emerso l’ingegno degli uomini chiamati a lavorare sui progetti. Le soluzioni tecniche adottate sono d’avanguardia e otterranno riconoscimenti in Italia e all’estero. L’intera opera richiede uno sforzo progettuale titanico. Per rendersene conto basta ricordare che il progetto originario prevede 304 manufatti fra ponti e viadotti, 3795 opere d’arte minori, 63 gallerie per un totale di più di 11 km e 58 stazioni di accesso.

02 dicembre, 2023

2 dicembre 1935 - Ronnie Mathews, il pianista della Jazz Mobile

Il 2 dicembre 1935 nasce a Brooklyn, New York,, il pianista Ronnie Mathews, all’anagrafe Ronald Albert Mathews. Allievo del compositore Hall Overton si diploma nel 1959 presso la Manhattan School of Music. Dopo alcuni ingaggi di scarsa rilevanza, nel 1963 inizia a collaborare con il batterista Max Roach, con il quale partecipa anche ad alcune incisioni e a una tournee in Giappone. Lasciato Roach, suona con Roy Haynes e con Freddie Hubbard. In seguito, pur continuando la sua attività di esecutore, si è dedica prevalentemente alla composizione e all'attività didattica e pedagogica, e soprattutto a fianco della istituzione della Jazz Mobile. All'inizio degli anni Settanta riprende a esibirsi più continuativamente in pubblico aggiornando e affinando le proprie capacità stilistiche in un gruppo che comprende il trombettista Woody Shaw, il sassofonista Junior Cook, il contrabbassista Stafford James e il batterista Louis Hayes. In sala di registrazione collabora con Shaw, con il sassofonista Franck Strozier e con il contrabbassista Sam Jones. In quel periodo non mancano insicioni a suo nome nelle quali e affiancato da Franck Foster, Tex Allen, Jimmy Cobb e Walter Booke. Il suo lavoro più interessante resta quello compositivo con brani che rappresentano un aggiornamento del linguaggio hardboppistico. Eccellente strumentista, dotato di ottimo tocco e di notevole senso del ritmo, utilizza il lessico boppistico arricchendolo si sonorità nuove attinte alla scuola di McCoy Tyner. Muore il 28 giugno 2008 a Brooklyn.

01 dicembre, 2023

1° dicembre 1969 – Magic Sam, leggenda blues di Chicago

Il 1° dicembre 1969 muore Magic Sam, all’anagrafe Samuel Maghett, un personaggio leggendario della storia del blues. Nato a Grenada, nel Mississippi il 14 febbraio 1937, insieme a Buddy Guy e Otis Rush viene considerato uno dei principali innovatori del blues di Chicago alla fine degli anni Cinquanta. Il primo successo di una certa rilevanza lo ottiene all'età di vent’anni anni quando incide All your love per la Cobra, accompagnato da Little Brother Montgomery al piano, Mack Thompson al basso e Billie Stepney alla batteria. Dopo il servizio militare non riesce a replicare il successo iniziale e così si adatta a suonare in piccoli club che a stento gli consentono di sopravvivere. Nella seconda metà degli anni Sessanta però la sua tenacia sembra finalmente premiarlo. Di lui infatti comincia a occuparsi il produttore Bob Koester che, nel 1968, gli fa registrare due buoni album per la Delmark. Il 1969 si annuncia particolarmente felice per Magic Sam che dopo una eccellente prestazione al festival di Ann Arbor ottiene nuovi contratti per partecipare a numerosi concerti e la proposta di John Mayall intenzionato a scritturarlo per la sua etichetta Crusade. L’anno è caratterizzato anche da una felice tournée in Europa, nel corso della quale, durante un concerto alla Royal Albert Hall di Londra tenutosi il 3 ottobre, si registra il materiale per un album dal vivo pubblicato dalla Scout. Quando tutto sembra andare per il meglio il destino ci mette lo zampino. Il 1° dicembre di quello stesso straordinario 1969, Magic Sam muore a Chicago per una crisi cardiaca.


30 novembre, 2023

30 novembre 1973 – Il freddo gela i rapporti tra Marley e gli Wailers

Il 30 novembre 1973 Bob Marley e gli Wailers guidano a turno uno scassato pullman a nove posti sulle ghiacciate strade della Gran Bretagna. Sono reduci da un concerto nella fredda sala del Polytechnic di Leeds e devono percorrere trecento chilometri per raggiungere Northampton, dove è programmato il loro prossimo concerto. Fa freddo, nevica e il riscaldamento del pullman funziona a singhiozzo. La band passa da un caldo tropicale al freddo assoluto. Marley cerca di tenere su l'ambiente, ma i suoi compagni non sono dell'umore giusto per ostentare ottimismo. Freddo a parte non sono tempi buoni per il gruppo giamaicano. Il cambiamento di stile operato con Burnin', un album duro, militante, con testi d'impegno sociale sembra non portare fortuna. Bob e i suoi compagni si sono lasciati dietro le spalle i fronzoli e le incertezze del passato, definendo uno linguaggio secco, preciso e immediato che in pochi versi entra direttamente nel problema e dà il quadro della situazione. Dopo averli coccolati per tanto tempo il music business è apparso subito perplesso, quando non decisamente, sconcertato da brani come Get up, stand up, divenuto quasi un inno della band, o dallo scioccante I shot the sheriff, destinato a grandi fortune nelle mani di Eric Clapton. Nonostante tutto la pubblicazione del disco era coincisa con la scrittura per un lungo tour negli Stati Uniti con un'altra band discussa come Sly & The Family Stone. Quello che sembrava l’inizio di una straordinaria avventura era durato il breve attimo di un respiro. Dopo soli quattro concerti, il gruppo era stato licenziato e per recuperare le spese aveva dovuto accontentarsi di un'esibizione in cambio di un pugno di soldi a San Francisco negli studi dell’emittente radiofonica KSAN. Dopo tanti sogni la tournée britannica li ha fatti precipitare per l'ennesima volta al punto di partenza. Mentre il pullman viaggia sotto la neve verso Northampton i componenti della band hanno il morale a terra. Bob ostenta il solito ottimismo ma non li convince. Per tutti parlano Bunny "Wailer" Livingstone e Peter Tosh: «…e se piantassimo tutto e tornassimo in Giamaica? …tanto anche questo tour finirà male…» Marley replica a muso duro: «Volete andarvene? Andatevene!». Offesi, i due se ne vanno davvero. La tournée britannica finisce lì ma, fortunatamente, non si chiude la storia di Bob Marley e degli Wailers che, dopo qualche tempo, riprenderanno il loro cammino.


29 novembre, 2023

29 novembre 1994 - Hi-de-ho man

Il 29 novembre 1994 in una casa di riposo dello stato del Delaware, negli Stati Uniti, muore a ottantasei anni il grande musicista jazz Cab Calloway, uno dei protagonisti della grande stagione del Cotton Club di Harlem e dello scat, interprete di Minnie the moocher e conosciuto anche come "Hi-de-ho man". Tornato alla ribalta nel 1980 per la sua partecipazione al film “The blues brothers” di John Landis, era popolare anche presso le nuove generazioni. La morte non arriva inaspettata perché da giugno, quando era stato colpito da ictus cerebrale nella sua casa di White Plains, non si era più ripreso. Cabel Calloway, questo è il suo nome completo, nasce a Rochester, New York, nel 1907, trascorre l'infanzia a Baltimora poi si trasferisce a Chicago dove, spinto dai genitori, si dedica agli studi legali. Ai libri, però, preferisce il canto e il ballo sulle orme della sorella Blanche. Quando, per motivi economici, la famiglia rinuncia all'idea di avere un figlio avvocato, lui non si strappa i capelli. Dopo aver lavorato nei locali di Chicago, nel 1928 viene scritturato da Marion Hardy negli Alabamians con i quali suona al Savoy Ballroom di New York. Prima della fine del 1929 entra a far parte dei Missourians, un gruppo costituito da musicisti di St. Louis e Kansas City, che dopo varie stagioni al Savoy vengono scritturati dall'impresario Irving Mills per il Cotton Club dove nel 1932 sostituiscono l'orchestra di Duke Ellington. Proprio in questo club destinato a dare anche il titolo a un film nasce "Hi-de-ho man", un soprannome preso dalle sillabe più frequenti nel suo canto scat. La morte lo trasforma in una delle tante leggende del jazz.

28 novembre, 2023

28 novembre 1969 – L'inizio dell'autunno caldo

Il 28 novembre 1969 la mobilitazione dei metalmeccanici, impegnati in una difficile trattativa per il contratto tocca il culmine quando centomila lavoratori e lavoratrici arrivati con cinque treni speciali e centinaia di pullman sfilano per la prima volta nella vie di Roma in una grande manifestazione nazionale. È la risposta delle organizzazioni sindacali alla rottura delle trattative voluta dalla Confindustria. Al centro delle manifestazioni non c’è soltanto la richiesta di un aumento dei salari che sono tra i più bassi d’Europa ma la stessa qualità del lavoro. In quel periodo, come denuncia l'allora segretario della CISL, Pierre Carniti, sui luoghi di lavoro «...in Italia c'è un morto ogni ora, un invalido ogni venti minuti, un infortunio ogni 4 secondi». Sono soprattutto le giovani generazioni a chiedere il rispetto dei diritti e della dignità umana. Dopo il 1968, l’anno che ha segnato l’inizio anche in Italia della contestazione studentesca con l’occupazione delle scuole e delle università, nel 1969 irrompono sulla scena gli operai. Ricorda Pio Galli che «...La manifestazione esplodeva in un crescendo di rumori – campanacci, tamburi, fischietti, megafoni – che turbava l’ordine di una città abituata a ignorare i sacrifici, l’emarginazione, il logoramento fisico e psichico della vita in fabbrica. Ma era anche una festa, un momento di liberazione dal vincolo e dalla disciplina del lavoro alla catena, un’espressione di sé negli slogan gridati e scritti sui cartelli, nei pupazzi portati in corteo. In piazza del Popolo, all’imbrunire, si accesero migliaia di fiaccole. Un elicottero della polizia ci sorvolava, provocando fischi e reazioni. Dal palco dissero che la televisione stava filmando la manifestazione. Quel giorno non cadde un vetro. Centomila metalmeccanici avevano preso possesso della città e sfilato per ore, senza che accadesse un incidente. Dal dopoguerra ad oggi non c’erano mai state manifestazioni a Roma…un corteo operaio possente, composto e determinato fece impressione. I metalmeccanici cominciavano a contare…»

27 novembre, 2023

27 novembre 1981 – Non registrate!


Il 27 novembre 1981 Elton John, Gary Numan, Cliff Richard, i 10CC e i Boomtown Rats sono i testimonial di una curiosa, quanto martellante campagna pubblicitaria lanciata dalla British Phonographic Industry, l’associazione che raggruppa quasi tutte le più importanti case discografiche britanniche, denominata “Home taping is killing music” (la riproduzione casalinga uccide la musica). L’obiettivo dichiarato della campagna è quello di contenere il fenomeno della riproduzione su cassette dei dischi, ritenuto uno dei principali motivi di un gravissimo calo delle vendite di materiale musicale che sta mettendo in crisi anche le grandi case discografiche. In realtà, come spesso accade, quella che viene individuata come causa non è che l’effetto di una grave crisi mondiale non solo economica dell’intero settore. All’inizio degli anni Ottanta le major discografiche, dopo aver contrastato ferocemente le iniziative indipendenti e autogestite che negli anni precedenti avevano guidato le innovazioni caricandosene i rischi, non sanno più che pesci pigliare. A questo va aggiunto che le sempre più ampie sacche di crisi economica rendono insostenibile il costante lievitare dei prezzi dei dischi. Non tutti pensano, però, che i nemici siano i registratori. In Italia, per esempio, nello stesso periodo le case discografiche, nel tentativo di rilanciare il mercato agiscono proprio sulla leva dei prezzi, ripubblicando antologie di vecchi successi in collane economiche e inventando soluzioni alternative come i Q-disc, un disco di grande formato a medio prezzo che contiene solo quattro brani: una sorta di via di mezzo tra il singolo e l’album. I risultati sono incoraggianti e dimostrano che più che la riproduzione casalinga sono i costi e la mancanza di idee a uccidere la musica. Anche in Gran Bretagna c’è chi si accorge di questo fatto e si dissocia dal fronte anti-registrazioni. È la piccola ma combattiva Island Records di Chris Blackwell che, incurante delle critiche, getta benzina sul fuoco lanciando le cassette “One plus One” che su un lato contengono un intero album di uno degli artisti della scuderia e sull’altro offrono la stessa durata di nastro vergine da registrare.

26 novembre, 2023

26 novembre 1936 – Leopoldo Fregoli, il trasformista

Il 26 novembre 1936 muore a Viareggio, Leopoldo Fregoli, un personaggio leggendario del varietà italiano nato a Roma il 2 luglio 1867. Attore, cantante e soprattutto trasformista, dopo aver debuttato nel varietà come macchiettista e illusionista, nel 1893 forma la Compagnia di Varietà Internazionale e, successivamente, la Compagnia Fin di Secolo nelle quali canta, recita, interpreta personaggi maschili e femminili con un susseguirsi frenetico di trasformazioni, tanto che la parola "fregolismo" diventa un termine proverbiale. Il suo successo travalica i confini nazionali per arrivare a New York, Londra, Pietroburgo, Berlino, Vienna e, soprattutto, a Parigi dove nel 1910 manda in visibilio il pubblico esibendosi peraltro un francese perfetto. Nel 1922 travolto dai debiti dovuti a investimenti sbagliati vende tutto quello che gli rimane e nel 1924 parte per l'ultima tournée in Sudamerica. Nel 1925, ancora all'apice della popolarità da' l'addio alle scene e si ritira a Viareggio la città in cui morirà una decina d’anni dopo.

25 novembre, 2023

25 novembre 1974 – Quando Nick Drake volò via

Alle 6 del mattino del 25 novembre 1974 nel suo appartamento di Parigi muore il cantautore Nick Drake. Ha ventisei anni e la sera prima ha ingerito una dose eccessiva di Tryptizol, lo psicofarmaco che da tempo è divenuto un fedele compagno nella lotta contro la depressione. Suicidio o fatalità? Nessuno potrà mai dare una risposta certa a questa domanda. Accanto al letto, posato sul suo comodino, c'è il libro che l'artista stava leggendo prima di prendere sonno. È "Il mito di Sisifo", un saggio di Albert Camus sull'assurdità della vita. Finisce così la breve avventura musicale di uno dei più delicati e poetici cantautori degli anni Settanta. Timido e poco incline a lasciarsi catturare dagli eccessi del music business, Nick Drake nasce a Rangoon, in Birmania, dove il padre si è trasferito per lavoro. Rampollo di una famiglia della buona borghesia britannica negli anni della scuola si fa notare per la sua abilità nelle materie letterarie e nell'atletica leggera (batte più volte il record juniores dei cento metri piani). La passione della musica gli arriva dalla madre, compositrice di canzoni folk. Studia clarinetto ma poi sceglie la chitarra. Elegante e un po' scostante si fa influenzare dal nascente progressive britannico, ma non rinuncia alle sonorità delicate della scuola folk. Fin dal suo primo apparire sulla scena colpisce la critica per le sue canzoni e per il suo aspetto, inusuale per un artista di quel periodo, tanto da essere definito "Una timida nuvola bionda". Scoperto da Ashley Hutchings dei Fairport Convention, nel 1969 pubblica il suo primo album, Five leaves left, ricco di suggestive sonorità acustiche jazz e folk. Il disco entusiasma la critica ma non il pubblico. Uguale destino tocca un anno dopo a Bryter later, un album cui collaborano anche John Cale e Chris McGregor. Nonostante il buon giudizio della critica, la mancanza di successo commerciale pesa sulla condizione psicologica del cantautore che inizia a essere preda di gravi depressioni. Iniziano le cure, i lunghi periodi di vacanza e, soprattutto, la passione per gli psicofarmaci. Dopo la pubblicazione del terzo album Pink Moon, si trasferisce a Parigi. All'inizio del 1974 inizia a registrare le canzoni per un nuovo album che non vedrà mai la luce. Dopo la morte il pubblico lo riscoprirà e ne apprezzerà l'ispirazione. Album postumi come Fruit tree, Best of Nick Drake o Time of no reply conosceranno quel successo commerciale che è mancato a Nick quando era in vita.


24 novembre, 2023

24 novembre 1928 – Giuseppe Sboto, il romano innamorato del jazz

Il 24 novembre 1928 nasce a Roma il vibrafonista e pianista Giuseppe "Puccio" Sboto, una delle più singolari figure del jazz italiano, irregolare nell'impegno, ma fondamentale nella formazione di una lunga serie di giovani musicisti come, tra gli altri, Bruno Biriaco, Riccardo Del Fra, Nicola Stilo, Danilo Rea e Francesco Puglisi. Nel 1934, quando non ha ancora compiuto sei anni, inizia studiare pianoforte classico incoraggiato dai genitori. Che la carriera del concertista non faccia per lui appare evidente quando, a quattordici anni, dopo aver ascoltato Gorni Kramer decide di passare provvisoriamente a un'altra tastiera, quella della fisarmonica. Nell'immediato dopoguerra è uno dei protagonisti del grande fermento jazzistico della capitale. Memorabili restano le sue jam session con Carletto Loffredo, Enzo Grillini, Umberto Cesari, Franco Mingrino e i fratelli Letteri. Volubile e poco incline a lasciarsi coinvolgere da "impegni fissi" soltanto nel 1956 accetta di entrare in pianta stabile nella Roman New Orleans Jazz Band con la quale partecipa anche a due edizioni del Festival Mondiale della Gioventù (Mosca e Vienna). Dal 1960 al 1963 è uno dei componenti della Modern Jazz Gang. Successivamente il suo nome ricompare qua e là accanto a personaggi come Gato Barbieri, Don Byas e tanti altri, pur senza cercare riferimenti fissi. Per tutta la sua vita si comporta come un musicista innamorato più del jazz che della carriera. Le apparizioni discografiche, tutte di altissima qualità, sono discontinue e irregolari. Tracce del suo lavoro appaiono, oltre che nei dischi delle orchestre già citate, anche in varie incisioni del quartetto di Mario Cantini o di musicisti come Gianni Sanjust, Marcello Riccio, Carletto Loffredo, Mario Schiano e molti altri. In più sembra divertirsi a spaziare tra i generi, dal mainstream moderno all'hard bop, senza curarsi troppo di seguire un percorso logico. Negli anni Settanta, quando tutti lo danno per scomparso, riemerge improvvisamente a capo di varie formazioni di giovanissimi musicisti. Lo fa per scelta perché crede nelle possibilità di liberare il jazz italiano dalle ruggini del periodo semiclandestino degli anni del fascismo e da un dopoguerra un po' troppo condizionato dagli influssi d'oltreoceano. Esemplare in questo senso resta il suo apporto, non solo musicale, a un gruppo di svolta come quello formato da Mauro Zazzerini, Danilo Rea, Piero Cardarelli e Lucio Turco. Muore nel 2017.



23 novembre, 2023

23 novembre 1985 – Big Joe Turner, grande non soltanto per la mole

Il 23 novembre 1985 un infarto chiude per sempre la carriera di Big Joe Turner una delle grandi voci del blues, considerato un “padre nobile” del rock and roll e del rhythm and blues. Ha settantaquattro anni e da almeno quaranta si muove a fatica a causa di un’acuta e dolorosa forma d’artrite, oltre che per la mole che gli è valsa il nomignolo di “Big Joe”. Canta quasi sempre da seduto appoggiandosi al suo bastone. Con la sua voce piena e dai toni baritonali è stato un esponente di primo piano del “blues di Kansas City”, quel genere in cui la vena triste e malinconica del blues rurale è stata soppiantata da un’atmosfera maliziosa e divertita che ha posto le basi per l’avvento del rhythm and blues. Negli anni Cinquanta, poi, è maestro e anticipatore del rock and roll. A lui si devono le prime versioni di brani entrati di prepotenza nella storia della musica di quel periodo come Corrine, Corrine, Flip flop and fly e Shake rattle and roll. Nato a Kansas City, nel Missouri, il 18 maggio 1911 come molti ragazzi neri arriva alla musica quasi per caso. Comincia, infatti, a cantare il blues con vari gruppi della sua città nei momenti liberi che gli lascia il lavoro. Verso la fine degli anni Venti coltiva qualche ambizione in più e inizia a collaborare con il pianista boogie Pete Johnson. La sua carriera prende decisamente il volo soltanto a partire dal 1938, quando si occupa di lui un grande talent scout come John Hammond che lo porta a New York e gli procura varie scritture. Ha molti amici tra i jazzisti con i quali coltiva saltuari rapporti di collaborazione che a volte sfociano in splendidi album come The bosses: Joe Turner – Count Basie, con l'orchestra di Count Basie, o The trumpet kings meet Joe Turner, con Dizzy Gillespie, Roy Eldridge, Harry Sweet Edison e Clark Terry. Alla fine degli anni Settanta, con l’avanzare dell’età e la sempre più ridotta capacità di movimento, riduce i suoi impegni, senza però rinunciare a coltivare nuovi progetti. Nell’estate del 1985 si torna a parlare di un suo possibile ritorno in sala di registrazione per una sorta di antologica carrellata sulla sua carriera insieme a molte star del rock. La morte improvvisa cancella il progetto.



22 novembre, 2023

22 novembre 1891 – Tenete d’occhio quel Pietro Gori

Il 22 novembre 1891 una nota riservata inviata dal Ministero degli Interni a tutti i Prefetti del Regno d'Italia prevede che l’avvocato Pietro Gori venga sottoposto a «speciale sorveglianza» per il suo carattere «audace» e per il suo «ingegno svegliato». Tre anni dopo, nel 1894, dopo l’attentato compiuto da Sante Caserio contro il presidente della repubblica francese Marie François Sadi Carnot, l'Italia è attraversata da un'ondata di persecuzioni e attacchi contro gli anarchici. Uno dei principali bersagli della stampa conservatrice è proprio lui, accusato di essere uno degli ispiratori dell'attentato. Ben presto si capisce che l'ondata reazionaria non può che finire con il suo arresto e la condanna per «istigazione a delinquere». Cedendo alle insistenze dei compagni che gli sono più vicini, Gori accetta di espatriare clandestinamente e si rifugia nella vicina Confederazione Elvetica che da tempo ospita una nutrita colonia anarchica composta da esuli provenienti da vari paesi del mondo. La mitica Svizzera Repubblicana sta però iniziando a ripensare sul suo ruolo di ospitale paradiso per gli esuli. Nel mese di gennaio del 1895 assume la decisione di espellere gran parte dei militanti anarchici che si trovano all'interno dei suoi confini. Anche Pietro Gori è tra gli arrestati che, dopo una quindicina di giorni di permanenza in carcere, vengono fatti salire a forza su un treno speciale che li porta oltre confine. Alla stazione, in occasione della loro partenza, viene cantata per la prima volta Addio Lugano bella, conosciuta anche come Addio a Lugano, una delle più popolari canzoni anarchiche italiane. La musica è presa a prestito da un valzer in voga in quel periodo (secondo alcuni pare si intitolasse Addio Sanremo bella) e le parole sono da attribuire allo stesso Pietro Gori che l'avrebbe scritta durante la permanenza in carcere. Non sono mancate ricostruzioni diverse, tendenti a ricondurre il testo del brano a una sorta di elaborazione collettiva, ma anche in questo caso, sul fatto che la trascrizione finale sia opera dell'anarchico toscano non sussiste praticamente alcun dubbio. La melodia malinconica e le parole in cui si fondono insieme rabbia, nostalgia e speranza di ritorno sono gli elementi che hanno regalato ad Addio Lugano bella una larga popolarità anche tra i canti degli emigranti, nelle quali è diventata un po' il simbolo dell'esilio forzato. Il merito è della musica, ma anche della grande ispirazione poetica di Pietro Gori, non a caso ribattezzato, in un'opera teatrale di Sergio Liberovici, Emilio Jona e Massimo Castri: “Anarchico pericoloso e gentile”. La popolarità di questa canzone non conosce stanchezza e anche il pop e il rock se ne impossessano ma senza particolari stravolgimenti, se si eccettua la curiosa citazione in Lugano addio un brano inciso nel 1977 dallo scomparso Ivan Graziani.