
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
10 settembre, 2025
10 settembre 1946 – Carmelo Pagano, uno dei molti talenti scoperti da Teddy Reno

09 settembre, 2025
9 settembre 1914 – Oscar Carboni, la voce della melodia tradizionale

08 settembre, 2025
8 settembre 1962 - I Tokens e il leone addormentato

L'8 settembre 1962, dopo aver conquistato il pubblico di mezzo mondo, i Tokens arrivano anche in Italia al vertice anche della classifica discografica con The lion sleep tonight. Il gruppo vocale nato per accompagnare Neil Sedaka ottiene così l'ennesimo premio alla sua scelta di autonomia. Nel 1956, infatti, i Tokens si chiamano Linc-Tones, e sono un trio composto da Hank Medress, Eddie Rabkin e Cynthia Zoltin. C'è chi sostiene che gran parte del successo di Neil Sedaka alla fine degli anni Cinquanta dipenda dai loro giochi vocali, ma nessuno pensa che il gruppo possa avere un futuro in proprio. I primi timidi tentativi di autonomia con dischetti di poco conto danno ragione agli scettici. La svolta inizia nel 1958 dopo la sostituzione di Rabkin con Jay Siegel. In quell'anno, infatti anche Cynthia Zoltin se ne va. Medress e Siegel invece di mollare rilanciano aggregando alla formazione altri tre membri: Joseph Venneri più i fratelli Mitch e Phil Margo. Fanno di più. Cambiano repertorio allargando l'orizzonte anche al di fuori dalla tradizione bianca americana. È la loro fortuna. Un paio d'anni dopo arrivano al successo in tutto il mondo con The lion sleeps tonight, una versione di Wimoweh un brano della tradizione mbube degli zulù, arrangiato da George Weiss, Albert Stanton, Hugo Peretti e Luigi Creatore. La canzone entrerà nella storia della musica popolare e vivrà in decine di versioni successive alcune della quali, come quelle di Robert John o degli Stylistics, torneranno ai vertici delle classifiche di vendita in periodi successivi. Verso la metà degli anni Sessanta Venneri verrà sostituito da Stephen "Brute Force" Friedland. I Tokens non riusciranno più a ripetere il grande successo di The lion sleeps tonigh, ma non perderanno mai la loro caratteristica di originali "rilettori" delle tradizioni musicali del mondo. Il gruppo si scioglierà nei primi anni Settanta, anche se non mancheranno nostalgiche riunioni negli anni successivi.
07 settembre, 2025
7 settembre 2003 – Grazie Italia! Firmato Inti Illimani

06 settembre, 2025
6 settembre 1974 – Peppino De Luca dal jazz alle colonne sonore

05 settembre, 2025
5 settembre 1946 - Loudon Wainwright III, l’altra faccia del folk

Il 5 settembre 1946 a Chapel Hill, nel North Carolina, nasce Loudon Wainwright III, uno dei protagonisti più singolari del folk statunitense degli anni Sessanta. La caratteristica che gli consente di ritagliarsi uno spazio tutt’altro che piccolo in quello che all’epoca era uno dei generi più seguiti dai giovani di tutto il mondo è nel tono satirico e umoristico delle sue canzoni, anomalo rispetto al serio impegno sociale e politico dei folk singer di quel periodo. Eclettico personaggio di spettacolo, Loudon lavora anche come attore in film come "La moglie del campione” di Hal Ashby, "Jacknife" di David Jones o “Molto incinta” di Judd Apatow, nel musical "Pump boys and dinettes" e in televisione nel serial "M.A.S.H.". Nel 1973 sposa la cantante Kate McGarringle, da cui si separa quattro anni dopo per unirsi a Suzzy Roche dei Roches. Il suo brano di maggior successo è Dead skunk del 1969. Nel 2003 la Sanctuary ha pubblicato l’album dal vivo So damn happy.
04 settembre, 2025
4 settembre 1946 – Milena, l’interprete italiana di “Carlomagno”

03 settembre, 2025
3 settembre 1948 – Papa Mutt Carey, uno dei principali esponenti dello stile tradizionale di New Orleans.

02 settembre, 2025
2 settembre 1913 - Frank Galbreath, più di una spalla

01 settembre, 2025
1° settembre 1944 – Il primo successo di Garinei e Giovannini

31 agosto, 2025
31 agosto 1984 – Un film da Oscar per Prince
Il 31 agosto 1984, preceduto da una massiccia campagna pubblicitaria viene distribuito nelle sale di tutto il mondo il film “Purple rain”. Prodotto e interpretato da Prince, uno dei grandi miti neri del pop degli anni Ottanta è diretto dall'esordiente Albert Magnoli. Vista la popolarità dell'interprete c'è molta attesa per la performance cinematografica e i media sfoderano paragoni con Elvis Presley e con i Beatles. La pellicola è una sorta di lungo videoclip racconta la storia di Kid, il leader della band dei Revolution, un giovane musicista ambizioso ed egocentrico figlio di un jazzista fallito e violento. Il protagonista, interpretato da Prince, e i suoi compagni del gruppo sono in lotta perenne con un'altra band, i Time, il cui leader cerca di soffiargli anche la donna dei suoi sogni, l'amata Apollonia, interpretata da Patti Kotero, in quel periodo compagna del cantante anche nella vita. La storia, che la massiccia campagna promozionale sostiene contenga riferimenti autobiografici del cantante, si dipana tra musica, qualche colpo di scena, l'inevitabile lite nel gruppo dei Revolution e l'altrettanto inevitabile suicidio del padre di Kid. Non manca il lieto fine con il protagonista che dopo un bagno di umiltà riesce a ricostituire la band e a riconquistare l'amore della sua bella. La storia restituisce una inaspettata dignità ai "musicarelli" italiani degli anni Sessanta, con storie da fotoromanzo ispirate alle canzoni del momento. La storia di "Purple rain" è, però, davvero tutta qui, ma la risposta del pubblico è incredibile. Il film balza in testa alle classifiche dei botteghini negli Stati Uniti e in Gran Bretagna fa addirittura meglio. Qui Prince diventa il primo artista dopo i Beatles a piazzare al primo posto della relativa classifica il film, l'album della colonna sonora e il singolo della canzone d'apertura When doves cry. Non è finita qui perché proprio When doves cry vincerà anche l'Oscar per la miglior canzone da film.
30 agosto, 2025
30 agosto 1923 – Giacomo Rondinella, figlio d’arte

29 agosto, 2025
29 agosto 1911 - Marcel Bianchi, la miglior chitarra dopo Django Reinhardt

28 agosto, 2025
28 agosto 1979 - Il sequestro di Fabrizio e Dori

27 agosto, 2025
27 agosto 1975 – Jah live, il Leone non è scomparso

26 agosto, 2025
26 agosto 1972 - Armando Fragna, il rivale di Barzizza e Angelini

25 agosto, 2025
25 agosto 1975 - Junior Collins, il corno francese del Be Bop

24 agosto, 2025
24 agosto 1969 - Il Ristorante di Alice

23 agosto, 2025
23 agosto 1963 - Glen Gray, il Presidente della leggendaria Casa Loma

22 agosto, 2025
22 agosto 1936 – Tony Kendall, l’agente segreto Jo Walker
Il 22 agosto 1936 nasce a Roma Luciano Stella, in arte Tony Kendall. Le sue esperienze nel mondo dello spettacolo cominciano sui set dei fotoromanzi dove il suo volto particolare viene notato da Steno che nel 1956 lo inserisce nel cast di “Femmina tre volte”. In quegli anni si chiama ancora Luciano Stella. È Vittorio De Sica che, dopo averlo conosciuto a un provino gli suggerisce di trovarsi un nome d’arte “americano”. Per la scelta lui racconta di essersi fatto ispirare da un’enorme insegna vista nei pressi di Torvajanica. Il suo primo film di successo è “La frusta e il corpo” di Mario Bava nel 1963 cui seguono notevoli esperienze nei vari filoni del “cinema di genere italiano” di quegli anni interpretando alcuni cult come “La jena di Londra” di Gino Mangini del 1963, “Delitto sull’autostrada” di Bruno Corbucci e soprattutto “La cavalcata dei resuscitati ciechi” di Amando de Ossorio. Non mancano prove anche nei film d’impegno come “Gli intoccabili” di Giuliano Montaldo nel 1968 o “Il muro di gomma” di Marco Risi nel 1991. Nel 1965 in “Operazione tre gatti gialli” diretto da Frank Kramer interpreta per la prima volta il personaggio di Jo Walker, un agente segreto ispirato alle fortune di 007. Il personaggio, che ottiene uno straordinario successo in tutto il mondo e, in particolare, in Germania finisce per condizionare la sua carriera. Interpreterà Jo Walker in ben sette film e la serie avrà termine non per un calo d'attenzione del pubblico ma soltanto perchè Tony Kendall deciderà di chiudere l'esperienza. Muore a Roma il 28 novembre 2009.
Iscriviti a:
Post (Atom)