Il 3 agosto 1961 viene presentata per la prima volta la Renault 4, un’automobile destinata a sedurre gli automobilisti del mondo passando indenne attraverso mode e cambiamenti di costume. In trent’anni di produzione saranno più di otto milioni gli esemplari venduti. Tutto nasce nel 1956 quando la direzione della Renault cominciano a pensare a un modello a basso costo, spartano nelle finiture, essenziale nella manutenzione e, insieme, dotato di una buona capacità di carico. In realtà quel tipo di vettura esiste già ed è la Citroën 2 Cv. Proprio il difficile confronto con una concorrenza così agguerrita spinge l’equipe dirigenziale della casa di Billancourt, in particolare il presidente Pierre Dreyfuss, a spingere sull’acceleratore per arrivare nel più breve tempo possibile al risultato. Ai progettisti vengono indicati i cinque requisiti essenziali della vettura: economicità, comodità, facilità di manutenzione, trazione anteriore e quinta portiera di carico posteriore. Lo scopo è quello di recuperare il terreno perduto sul mercato delle utilitarie nel confronto con l’agguerrita concorrenza della Citroën negli anni Cinquanta. La vettura, che nella fase sperimentale, porta il numero 305, viene presentata ufficialmente il 3 agosto 1961 al Salone dell’Automobile di Parigi con il nome di R4. La sua impostazione stilistica gradevole e simpatica, riprende le caratteristiche delle auto in versione furgonata definiti “giardinette”, ed appare semplice ed essenziale, con un portellone posteriore studiato in modo da rendere semplici e quasi naturali le operazioni di carico. La sua meccanica è una sorta di evoluzione di quella della precedente 4Cv adattata alle esigenze di una vettura a trazione anteriore, la prima di questo genere progettata in casa Renault. La carrozzeria, realizzata su un telaio a piattaforma, è studiata in modo che i principali componenti possano essere smontati completamente e senza fatica, rendendo agili ed economiche riparazioni e sostituzioni. Il cambio, a tre marce più la retro, ha la leva collocata al centro del cruscotto in una forma che viene ben presto ribattezzata “a manico d’ombrello”. La nuova utilitaria viene presentata in tre versioni. Una, la R3, equipaggiata con un motore da 603 cc è un po’ la sorella povera della famiglia e verrà tolta dal mercato meno di un anno dopo la sua presentazione, visto lo scarso interesse suscitato. La seconda è la R4, simile alla R3, ma dotata di un motore più potente e robusto da 747 cc e la terza è la R4L, un modello ben rifinito con calandra, coprimozzi e profili laterali cromati. Proprio quest’ultima versione determinerà la prima evoluzione della specie quando, nel 1962, arriverà sul mercato la R4L Super, un modello con un motore da 845 cc, con portellone posteriore ribaltabile e paraurti doppi. Nel frattempo, però, la Renault non rinuncia a continui aggiornamenti di meccanica e carrozzeria dell’intera gamma. Nel 1963, per esempio, tutti i modelli montano paraurti a lama e nuove calotte coprimozzo lisce mentre il basamento delle luci posteriori da cromato diventa trasparente. L’aggiornamento costante senza modificare la struttura di base della vettura è uno dei segreti della longevità della R4. L’altro è la sua capacità di affascinare generazioni e ceti sociali diversi incurante del passare del tempo e delle abitudini. Nata per motorizzare le famiglie francesi ha ottenuto un successo imprevisto dai suoi stessi ideatori diventando, insieme, strumento di trasporto per le famiglie, strumento di lavoro per commercianti e artigiani, simbolo di libertà per le giovani generazioni e oggetto di culto per anticonformisti e intellettuali. Anche la sua uscita di scena, avvenuta nel 1992, a più di trent’anni dalla nascita, diventa un evento con la messa in circolazione dell’ultima serie chiamata “Bye bye”.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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