
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
30 novembre, 2015
30 novembre 1956 - Con l'Ampex nasce l'era della "differita" televisiva

27 novembre, 2015
29 novembre 1927 - Narciso Parigi, il re dello stornello toscano

Il 29 novembre 1927 nasce a Campi Bisenzio, in Provincia di Firenze, Narciso Parigi. Esponente di spicco della scuola degli stornellatori toscani nella seconda metà degli anni Quaranta e negli anni Cinquanta è uno degli interpreti più amati dal pubblico radiofonico. La sua carriera inizia nel 1944 quando, dopo aver studiato canto lirico inizia a esibirsi con il Quartetto Fiorentino. Il primo ad accorgersi del suo talento è il maestro Francesco Ferrari che nello stesso anno lo convince a unirsi alla sua orchestra e gli apre le porte della radio. Il suo repertorio, inizialmente impostato su tipici stornelli o su brani dalla costruzione simile a quella delle stornellate, si apre progressivamente a un repertorio classicamente melodico. All’inizio degli anni Cinquanta la sua versione del drammatico brano Terra straniera ottiene un grandissimo successo. Nel 1954 Sergio Corbucci gira un film ispirato alla canzone nel quale narra la storia di un minatore italiano emigrato in Francia e affida proprio a Narciso Parigi il ruolo del protagonista. Nel 1955 partecipa al Festival di Sanremo con Incantatella in coppia con Claudio Villa e Ci ciu ci cantava un usignol, insieme Natalino Otto e i Radio Boys destinata a diventare un successo internazionale. Nel 1957 è tra i protagonisti di “Voci e volti della fortuna”, il programma radiotelevisivo precursore di “Canzonissima” e abbinato alla Lotteria di Capodanno. Nel 1960 in coppia con Luciano Rondinella vince il Festival internazionale di Firenze con Rondini fiorentine e nel 1962 torna sul palcoscenico sanremese con Vita, in coppia con Giorgio Consolini. Nel 1963 partecipa al Festival di Napoli con 'A stessa Maria, in coppia con Mario Abbate, e 'A fenesta 'e rimpietto con Maria Paris. Simbolo canoro di Firenze come Odoardo Spadaro, Narciso Parigi fa conoscere lo stornello toscano in tutto il mondo. Considerato uno dei più popolari interpreti della canzone italiana degli anni Cinquanta si avvale di uno stile asciutto e sobrio che non abusa di abbellimenti e tenta di colpire direttamente l’attenzione dell’ascoltatore. Il merito è anche di una perfetta dizione e di una tecnica vocale particolare, acquisita proprio nella lunga esperienza di stornellatore, che lo porta a far emergere le sfumature della melodia lasciando che la voce scivoli via come si fa sui doppi sensi degli stornelli. Nell’Italia del dopoguerra si fa conoscere grazie alla radio. È ancora un giovane di belle speranze quando dagli studi di Radio Firenze inizia a far innamorare l’Italia della sua voce da tenore leggero. Non canta soltanto stornelli, ma si cimenta con i motivi più in voga di quegli anni facendosi apprezzare per il modo spontaneo e coinvolgente che lo caratterizza. Proprio il suo carattere gioviale, il sorriso affabile e l’aria scanzonata lo fanno diventare un simbolo della canzone italiana nel mondo. Anche il cinema si accorge di lui e gli affida importanti ruoli da protagonista in una nutrita serie di pellicole di successo. Pur avendo dimostrato, in particolare nel periodo in cui canta con l’Orchestra Ferrari, di cavarsela egregiamente anche con la canzone ritmica di derivazione jazz, Narciso Parigi si mantiene fedele alla canzone italiana classica. La sua scelta è destinata a non modificarsi neppure quando altri suoi colleghi, di fronte all’irrompere di nuove mode si adeguano. E quando in Italia la fedeltà alla melodia non è particolarmente apprezzata lui cerca fortuna fuori dai confini nazionali. Si calcola che nella sua carriera abbia registrato quasi cinquemila brani.
28 novembre 1927 - Gigi Gryce, il sax dell'hard bop

27 novembre 2000 - La morte assurda di Damilola Taylor ispira i So Solid Crew

26 novembre, 2015
26 novembre 1956 - In Italia arrivano i flipper

24 novembre, 2015
25 novembre 1963 - Gorella Gori, una delle protagoniste del café chantant

23 novembre, 2015
24 novembre 1959 - George Irish, uno dei grandi strumentisti del jazz orchestrale

23 novembre 1941 - Franco Nero, l'alfa e l'omega del western all’italiana

21 novembre, 2015
22 novembre 1938 - Will Connell jr: niente legami, meglio free lance

21 novembre 2003 - I Jethro Tull non amano la bandiera USA. Al bando!

19 novembre, 2015
20 novembre 1989 - Addio a Leonardo Sciascia

19 novembre 1926 - Nobuo Hara, una leggenda del jazz giapponese

18 novembre, 2015
18 novembre 1929 - Sheila Jordan, la voce femminile degli scat di Charlie Parker

17 novembre, 2015
17 novembre 1906 - Soichiro Honda, uno dei protagonisti della ricostruzione del Giappone

16 novembre, 2015
16 novembre 1923 - Francis Clay, un versatile batterista

13 novembre, 2015
15 novembre 1976 - Jean Gabin. Il suo profilo venne cambiato da un pugno

14 novembre 1980 - Si uccide Beb Guérin
Il 14 novembre 1980 si uccide a Parigi il contrabbassista Beb Guérin. Nato a La Rochelle, in Francia, il 22 dicembre 1941 e registrato all'anagrafe con il nome di Bernard Guérin, dopo avere frequentato l'istituto tecnico per geometri di Nantes, nel 1964 comincia a studiare contrabbasso prima a Versailles e successivamente a Ginevra. Qui, nel 1966, inizia a suonare nel club Blue Note, accompagnando vari musicisti di passaggio. Nello stesso anno, dopo essersi trasferito a Parigi, inizia a lavorare con musicisti d'avanguardia come Barney Wilen, Don Cherry, Steve Lacy, Mal Waldron, Marion Brown, Joachim Kühn e molti altri. Alla fine degli anni Sessanta è uno dei più popolari accompagnatori e improvvisatori della capitale francese dove suona a lungo nella Intercommunal Free Dance Music Orchestra del pianista François Tusques, nei gruppi di Michel Portal e di Bernard Lubat, oltre a molte piccole formazioni come il trio con Pierre Favre e Léon Francioli e il trio di tre contrabbassi con Francioli e Barre Phillips. Lavora anche in contesti musicali diversi dal jazz, quali orchestre sinfoniche, commedie musicali e altro. Dopo il suo suicidio il 30 novembre 1980 i jazzisti parigini si danno appuntamento e gli dedicano un grande concerto commemorativo al Bobino di Parigi.
12 novembre, 2015
13 novembre 1979 - Riccardo Scamarcio, ovvero la passione per la recitazione

12 novembre 1976 - Il primo raduno di Afrika Bambaataa

11 novembre, 2015
11 novembre 1930 - Hank Garland, dal banjo alla chitarra

10 novembre, 2015
10 novembre 1982 - Elio Petri, un attento indagatore del potere

08 novembre, 2015
9 novembre 1929 - Bert Courtley, il jazzista prestato ai Beatles

06 novembre, 2015
8 novembre 1966 - La tromba di Shorty Baker non suona più

7 novembre 1926 - Gino Latilla, un geniale figlio d’arte

6 novembre 1913 - Andy Gibson uno dei grandi protagonisti dell'epopea del jazz orchestrale
Il 6 novembre 1913 nasce a Zanesville, in Ohio, Albert Andrew Gibson, destinato a divenire con il nome di Andy Gibson uno dei grandi protagonisti dell'epopea del jazz orchestrale. Da ragazzo inizia a suonare e studiare il violino e successivamente passa alla tromba. Grande arrangiatore suona con l'orchestra di Zack White dal 1922 al 1923 e poi con Blanche Calloway e i Cotton
Pickers del batterista Bill McKinney. Trasferitosi a New York intorno
alla metà degli anni Trenta, suona con Lucky Millinder fino a quando decide di dedicarsi esclusivamente all'arrangiamento, lavorando
tra gli altri per Duke Ellington e dietro segnalazione di quest'ultimo per
Charlie Barnet e Count Basie. Tra il 1937 e il 1942) è considerato uno dei migliori compositori e
arrangiatori degli ultimi anni della swing era. Sono suoi gli arrangiamenti di Tickle Toe, Louisiana, The World Is Mad, Shorty George, Jump For Me, Let Me See,
Apple Jump e Hollywood Jump (per
l'orchestra di Count Basie) e Shady Lady,
Bunny, Charleston Alley e Blue Juice
(per quella di Charlie Barnet). Dal 1955 diventa direttore musicale della King Records, impegno che
mantiene fino al 1960 quando si ritira. Muore a Cincinnati, nell'Ohio, il 10 febbraio 1961
05 novembre, 2015
5 novembre 2004 – Torna Chaka Kahn

04 novembre, 2015
4 Novembre 1961 - I canali televisivi in Italia diventano due

03 novembre, 2015
3 novembre 1953 - Azar Lawrence, dal violino al sax

01 novembre, 2015
2 novembre 1951 - Alberto Cheli, quello degli Schola Cantorum

Il 2 novembre 1951 nasce a Firenze il cantante e autore Alberto Cheli. Molto attivo sulla scena musicale, quella romana in particolare, alla fine degli anni Sessanta partecipa all'avventura del gruppo Le Madri insieme al chitarrista Tony Sidney destinato poi a partecipare all'esperienza dei Perigeo. Negli anni Settanta Cheli entra a far parte degli Schola Cantorum, un gruppo vocale che ottiene un buon successo e ottimi risultati. Nel 1978, chiusa anche quella esperienza tenta la carriera solistica ottenendo un discreto successo con il brano Cavalli alati, sui segue nel 1980 la partecipazione al Festival di Sanremo con Passerà. Continua più come autore che come interprete fino al 1986 quando accetta di rientrare nel vecchio gruppo e partecipa alla formazione dei Nova Schola Cantorum.
1° novembre 1945 - La breve vita del New Orleans Club di Saint-Germain des Prés

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