15 dicembre, 2016

16 dicembre 1987 – Tanita Tikaram, un pasticcio etnico

Il pubblico del Mean Fiddler di Londra guarda in silenzio, il 16 dicembre 1987, una ragazzina dai capelli castani, bianca come uno straccio appena lavato, che, aggrappata alla chitarra, inizia a cantare una serie di brani di sua composizione. Si chiama Tanita Tikaram, ha diciotto anni e si esibisce in pubblico per la prima volta. Si definisce"un pasticcio etnico", perché è nata a Münster, in Germania da genitori nati e cresciuti in due angoli sperduti della terra: nelle colonie inglesi del Borneo la madre e nelle isole Fiji il padre. È arrivata in Gran Bretagna sei anni prima quando, la sua famiglia si è definitivamente trasferita a Basingstone, ma si sente ancora sradicata e la musica è stata, fino a quel momento, l’unica certezza della sua vita. Fin da bambina ha imparato a suonare la chitarra e a comporre canzoni ispirandosi al lavoro delle sue autrici preferite: Joni Mitchell e Rickie Lee Jones. Il proprietario del Mean Fiddler, uno dei locali londinesi più disponibili a dare spazi ai giovani talenti, l’ha scritturata per un’unica serata dopo aver ascoltato un suo demo-tape con tre brani e l’ha lasciata sola, su un piccolo palco illuminato da una luce bianca che esalta ancor di più il pallore del suo viso. La voce calda dal tono basso e profondo, inusuale per una diciottenne, colpisce l’attenzione di un avventore speciale: è Paul Charles, manager di artisti come Elvis Costello, Jackson Browne, John Hiatt e Van Morrison. Esperto navigatore degli ambienti musicali, al termine dell’esibizione chiede a Tanita di potersi occupare di lei. La ragazza, un po’ disorientata dall’emozione, accetta. Un anno dopo vede la luce Ancien heart, il suo primo album destinato a un rapido successo. Le canzoni composte da lei per essere accompagnate dalla sola chitarra acustica vengono riarrangiate da Rod Argent, l'ex tastierista degli Zombies nonché leader degli Argent, insieme all'ex batterista di Van Morrison, Peter Van Hooke. L'album contiene anche una delicata versione di For all these years, un brano composto da Tanita Tikaram in occasione del suo sedicesimo compleanno. Il successo improvviso e imprevisto non cambierà il suo modo di concepire la musica e la vita. Per Tanita Tikaram la musica resterà innanzitutto una compagnia e un antidoto contro la solitudine.

29 novembre, 2016

30 novembre 1973 – Il freddo gela i rapporti tra Marley e gli Wailers

Il 30 novembre 1973 Bob Marley e gli Wailers guidano a turno uno scassato pullman a nove posti sulle ghiacciate strade della Gran Bretagna. Sono reduci da un concerto nella fredda sala del Polytechnic di Leeds e devono percorrere trecento chilometri per raggiungere Northampton, dove è programmato il loro prossimo concerto. Fa freddo, nevica e il riscaldamento del pullman funziona a singhiozzo. La band passa da un caldo tropicale al freddo assoluto. Marley cerca di tenere su l'ambiente, ma i suoi compagni non sono dell'umore giusto per ostentare ottimismo. Freddo a parte non sono tempi buoni per il gruppo giamaicano. Il cambiamento di stile operato con Burnin', un album duro, militante, con testi d'impegno sociale sembra non portare fortuna. Bob e i suoi compagni si sono lasciati dietro le spalle i fronzoli e le incertezze del passato, definendo uno linguaggio secco, preciso e immediato che in pochi versi entra direttamente nel problema e dà il quadro della situazione. Dopo averli coccolati per tanto tempo il music business è apparso subito perplesso, quando non decisamente, sconcertato da brani come Get up, stand up, divenuto quasi un inno della band, o dallo scioccante I shot the sheriff, destinato a grandi fortune nelle mani di Eric Clapton. Nonostante tutto la pubblicazione del disco era coincisa con la scrittura per un lungo tour negli Stati Uniti con un'altra band discussa come Sly & The Family Stone. Quello che sembrava l’inizio di una straordinaria avventura era durato il breve attimo di un respiro. Dopo soli quattro concerti, il gruppo era stato licenziato e per recuperare le spese aveva dovuto accontentarsi di un'esibizione in cambio di un pugno di soldi a San Francisco negli studi dell’emittente radiofonica KSAN. Dopo tanti sogni la tournée britannica li ha fatti precipitare per l'ennesima volta al punto di partenza. Mentre il pullman viaggia sotto la neve verso Northampton i componenti della band hanno il morale a terra. Bob ostenta il solito ottimismo ma non li convince. Per tutti parlano Bunny "Wailer" Livingstone e Peter Tosh: «…e se piantassimo tutto e tornassimo in Giamaica? …tanto anche questo tour finirà male…» Marley replica a muso duro: «Volete andarvene? Andatevene!». Offesi, i due se ne vanno davvero. La tournée britannica finisce lì ma, fortunatamente, non si chiude la storia di Bob Marley e degli Wailers che, dopo qualche tempo, riprenderanno il loro cammino.

25 novembre, 2016

25 novembre 1974 – Nick Drake, vola via la timida nuvola bionda

Alle 6 del mattino del 25 novembre 1974 nel suo appartamento di Parigi muore il cantautore Nick Drake. Ha ventisei anni e la sera prima ha ingerito una dose eccessiva di Tryptizol, lo psicofarmaco che da tempo è divenuto un fedele compagno nella lotta contro la depressione. Suicidio o fatalità? Nessuno potrà mai dare una risposta certa a questa domanda. Accanto al letto, posato sul suo comodino, c'è il libro che l'artista stava leggendo prima di prendere sonno. È "Il mito di Sisifo", un saggio di Albert Camus sull'assurdità della vita. Finisce così la breve avventura musicale di uno dei più delicati e poetici cantautori degli anni Settanta. Timido e poco incline a lasciarsi catturare dagli eccessi del music business, Nick Drake nasce a Rangoon, in Birmania, dove il padre si è trasferito per lavoro. Rampollo di una famiglia della buona borghesia britannica negli anni della scuola si fa notare per la sua abilità nelle materie letterarie e nell'atletica leggera (batte più volte il record juniores dei cento metri piani). La passione della musica gli arriva dalla madre, compositrice di canzoni folk. Studia clarinetto ma poi sceglie la chitarra. Elegante e un po' scostante si fa influenzare dal nascente progressive britannico, ma non rinuncia alle sonorità delicate della scuola folk. Fin dal suo primo apparire sulla scena colpisce la critica per le sue canzoni e per il suo aspetto, inusuale per un artista di quel periodo, tanto da essere definito "Una timida nuvola bionda". Scoperto da Ashley Hutchings dei Fairport Convention, nel 1969 pubblica il suo primo album, Five leaves left, ricco di suggestive sonorità acustiche jazz e folk. Il disco entusiasma la critica ma non il pubblico. Uguale destino tocca un anno dopo a Bryter later, un album cui collaborano anche John Cale e Chris McGregor. Nonostante il buon giudizio della critica, la mancanza di successo commerciale pesa sulla condizione psicologica del cantautore che inizia a essere preda di gravi depressioni. Iniziano le cure, i lunghi periodi di vacanza e, soprattutto, la passione per gli psicofarmaci. Dopo la pubblicazione del terzo album Pink Moon, si trasferisce a Parigi. All'inizio del 1974 inizia a registrare le canzoni per un nuovo album che non vedrà mai la luce. Dopo la morte il pubblico lo riscoprirà e ne apprezzerà l'ispirazione. Album postumi come Fruit tree, Best of Nick Drake o Time of no reply conosceranno quel successo commerciale che è mancato a Nick quando era in vita.

23 agosto, 2016

24 agosto 1968 - Country Joe, se non ti piace l’America vattene!

La mobilitazione è davvero impressionante. Sono moltissimi i giovani che arrivano a Chicago nell’agosto del 1968 per manifestare contro il razzismo, per i diritti civili e contro la guerra del Vietnam. La calata nello stato-simbolo dell’Illinois è stata decisa da centinaia di organizzazioni, non tutte coordinate tra loro, per sfruttare la visibilità che può offrire la concomitanza con lo svolgimento della Convention del Partito Democratico. Le vie della città sono quotidianamente interessate da iniziative, cortei e manifestazioni. Molti sono gli artisti che portano la loro solidarietà, di giorno partecipando alle manifestazioni e la sera suonando in concerti come il Festival of Love, organizzato da Jerry Rubin insieme alle comuni hippie più radicali. Tra questi non poteva mancare uno dei cantautori elettrici più politicizzati di quel periodo, Country Joe McDonald con il suo gruppo, i Fish. Arrivati in città fin dai primi giorni di mobilitazione Country Joe e i suoi compagni alloggiano in un alberghetto nelle vicinanze del centro della città. Il loro concerto di solidarietà è programmato per la tarda serata del 24 agosto. Già nel nome il gruppo rappresenta un po’ una provocazione. Country Joe, infatti, è il nome dato dai servizi segreti americani a Giusepe Stalin nella seconda guerra mondiale e Fish, cioè pesci, è la definizione di comunisti nelle opere di Mao Tse Dong. Nelle ore che precedono la sua esibizione il cantautore si trattiene nella hall dell’albergo che lo ospita insieme al chitarrista Barry Melton e al tastierista David Cohen. I tre definiscono alcuni dettagli dell’esibizione serale e conversano a lungo scambiandosi battute. Un’occhiata all’orologio suggerisce che è tempo di prepararsi. Country Joe si alza e chiama l’ascensore per andare a prendere la chitarra che ha lasciato nella sua camera. I due strumentisti lo seguono senza prestare attenzione ad altre tre persone che si sono accodate al gruppo. Quando la porta dell’ascensore si apre i tre sconosciuti spingono con violenza nella cabina il cantautore e i suoi due compagni. Chiudono la porta e iniziano a tempestarli di pugni e calci. L’aggressione, fredda e premeditata, dura pochi secondi e lascia i ragazzi malconci a terra. Quando la porta dell’ascensore si riapre i tre, che si qualificano come “veterani del Vietnam”, urlano: «Non vi piace l'America? Allora andatevene, non c’è posto qui per quelli come voi!»

18 maggio, 2016

18 maggio 1960 - Anche le donne negli uffici pubblici

Le norme che in Italia escludono le donne dagli uffici pubblici sono abolite perché incostituzionali. Lo sancisce, con una propria sentenza, la Corte Costituzionale il 18 maggio 1960 che, di fatto, abroga le norme della legge del 1917 che prevedono l’esclusione delle donne dagli uffici pubblici. La decisione viene accolta, in generale, con soddisfazione, anche se non manca chi fa notare che si tratta di un ulteriore passo sulla strada «della dissoluzione dei nostri costumi e delle nostre tradizioni culturali».

06 aprile, 2016

6 aprile 2002 – Ken Livingston e Londra città della musica

Il 6 aprile 2002 la notizia arriva anche in Italia. Ken "The Red" Livingston, l'uomo che amministra Londra dopo aver sconfitto "da sinistra" laburisti e conservatori, non cessa di stupire. L'ultimo suo annuncio riguarda l'intenzione di rendere stabile e consolidato il rapporto già intenso con il mondo della musica. "Ken il rosso", dopo aver finanziato i progetti di educazione e di elaborazione musicale per i giovani delle periferie, ha deciso di andare oltre. Il suo progetto, infatti, è quello di «trasformare Londra nella culla mondiale della musica, delle arti e delle industrie “creative”. Forte dell'esperienza e del prestigio acquisito sul campo, nonché dell'appoggio di un elenco impressionante di artisti, il sindaco londinese ha avviato una serie di confronti per raccogliere idee, suggerimenti e progetti impegnandosi a modificare i piani di sviluppo economico della città. Non mancano le critiche. Gli ambienti conservatori lo accusano di muoversi «solo sul piano della propaganda", mentre una parte dei laburisti osserva che la proposta pecca di «scarsa concretezza». Imperturbabile, come sempre, Ken il Rosso non si è lasciato impressionare e ha risposto per le rime. Ricordando il prezioso valore sociale assunto in questi anni dalla musica e dalle arti in genere, ha rigettato al mittente le accuse di "scarsa concretezza": «I settori creativi sono il cuore della capitale e rappresentano per Londra una delle sorgenti di crescita economica più significative e a più rapido sviluppo. Il loro futuro stato di salute è di estrema importanza, considerando che questo comparto dà lavoro a oltre quattrocentomila persone». Non lo dice, ma si capisce che alla base di tutto c'è l'idea di fondo del suo programma elettorale: insieme alla lotta contro le privatizzazioni dei servizi e alla difesa degli spazi pubblici della città, è la creatività culturale e la sua capacità di parlare con molte lingue la linfa che può alimentare il "rinascimento" sociale e civile della città.

30 marzo, 2016

30 marzo 1935 - John Charles Eaton, un pianista d’impostazione moderna

Il 30 marzo 1935 nasce a Philadelphia, in Pennsylvania, il pianista e arrangiatore John Charles Eaton. Inizia giovanissimo a studiare il pianoforte iniziando a nove anni a esibirsi in piccoli locali cittadini. Successivamente si esibisce come accompagnatore di cantanti. Tra il 1949 e il 1953 suonato con Clem Wiedenmeyer e dal 1954 al 1955 fa parte della formazione di Stan Robin anche se, a partire dal 1953, dà vita a un gruppo a proprio nome formato da studenti di Princeton. In seguito si trasferisce a Roma dove suona con il clarinettista Bill Smith e il trombettista e trombonista John Gilmore formando anche un gruppo che ottiene un buon successo. Di impostazione moderna lui stesso indica in Powell, Tristano e Hines gli strumentisti preferiti. Eaton ha un interesse pronunciato per ogni forma musicale, non esclusa quella cameristica europea, che lo porta a svolgere il suo lavoro in molte direzioni finendo per occuparsi di jazz in maniera episodica, anche se notevolmente interessante. Muore il 2 dicembre 2015 per emorragia cerebrale.

29 febbraio, 2016

29 febbraio 1992 – I Mr. Big al vertice

Il 29 febbraio 1992 al primo posto della classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti c’è il brano To be with you dei Mr. Big. Il gruppo statunitense nato nel 1998 e alfiere dell’heavy metal centra così il più grande successo commerciale della sua carriera. To be with you arriva infatti in vetta alle classifiche di vendita di altri quattordici paesi oltre agli USA e fanno dei Mr. Big una delle band che maggiormente hanno influenzato il panorama hard & heavy dei fine anni ottanta e dei primi anni Novanta. Il successo del gruppo formato dal cantante Eric Martin, dal bassista Billy Sheehan, dal chitarrista Paul Gilbert e dal batterista Pat Torpey sembra destinato a non correre rischi, ma a dare una mano alla cattiva sorte ci pensano gli stessi componenti. I violenti contrasti interni, infatti, portano Paul Gilbert a lasciare il gruppo nel 1996 dopo la conclusione del tour promozionale dell'album Hey Man. I Mr. Big entrano in un periodo difficile che sembra chiudersi nel 1999 con l’arrivo del chitarrista Richie Kotzen e l'uscita dell'album Get Over It. È soltanto un’impressione. Già nel 2001, mentre la band è in studio per la registrazione dell’album Actual Size esplodono diverbi profondi. Proprio alla vigilia del tour promozionale i compagni cacciano il bassista e fondatore Billy Sheehan decisi a continuare senza di lui. La decisione, presa senza tenere conto degli impegni presi con la casa discografica e con l'agente, deve essere rivista. I Mr. Big sono costretti a richiamare Sheehan. È facile immaginare quale sia il clima della convivenza forzata. Soddisfatti gli impegni contrattuali, di fronte al peggioramento costante dei problemi, il progetto Mr. Big cessa di esistere nel 2002.