
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
30 novembre, 2016
1° dicembre 1936 – Lou Rawls, il soulman che aprì Monterey

29 novembre, 2016
30 novembre 1973 – Il freddo gela i rapporti tra Marley e gli Wailers

29 novembre 1975 – Fly, Robin fly

28 novembre, 2016
28 novembre 1978 – Muore Federico dei Libra

26 novembre, 2016
27 novembre 1942 – Buon compleanno Jimi Hendrix

26 novembre 1968 – God save the Cream, Dio salvi i Cream!

25 novembre, 2016
25 novembre 1974 – Nick Drake, vola via la timida nuvola bionda

23 novembre, 2016
24 novembre 1979 - Barbra Streisand e Donna Summer battezzano lo stile Faltermayer

23 novembre 1976 – Jerry Lee Lewis, una Derringer per Elvis

22 novembre, 2016
22 novembre 1971 – Si spezzano le corde di Harlem

20 novembre, 2016
21 novembre 1992 - Patty Smyth con la y

20 novembre 1973 – Ho suonato con gli Who, adesso posso anche morire…

19 novembre, 2016
19 novembre 1968 – Diana Ross e la regina d’Inghilterra

18 novembre, 2016
18 novembre 1986 – Londra in piedi per Suzanne

Il 18 novembre 1986 il lungo tour europeo di Suzanne Vega fa tappa alla Royal Albert Hall di Londra. La cantante si esibisce nel primo di due concerti ripresi dalle telecamere della BBC i cui passaggi migliori vengono raccolti in un video che fa il giro del mondo. Quando appare sul palco è tesa. La band che l’accompagna è composta da Sue Evans alle percussioni, Marc Shulman alla chitarra, Mike Visceglie al basso, Anton Sanko alle tastiere e Stephen Ferrera alla batteria. Sono i cinque musicisti di cui si fida di più e che non la tradiscono mai. Sono loro che l’aiutano a superare la paura e l’emozione per l’atteso debutto londinese. Al termine del concerto il pubblico balza in piedi e saluta con un’ovazione la minuta folk singer arrivata dagli Stati Uniti. Nata a Santa Monica, in California, nel 1960 Suzanne si trasferisce poi con la famiglia a New York dove si iscrive all'High School of Performing Arts, frequentando i corsi di danza e di musica. Sognatrice e vagabonda, impara a suonare la chitarra e cerca di guadagnare i primi soldi cantando nei locali del Greenwich Village. All’inizio degli anni Ottanta il suo nome comincia a circolare con sempre maggior frequenza nel mondo del folk newyorkese, anche se i produttori, la guardano con diffidenza. La voce particolare e i testi poetici delle sue canzoni sono considerate un po’ fuori moda in un periodo in cui l’immagine e la superficialità sembrano essere divenuti i principali, se non gli unici, punti di riferimento della produzione discografica. Quando riesce a pubblicare il suo primo disco ha già venticinque anni e una serie lunghissima di concerti alle spalle. Tra i pochi che credono in lei c’è Lenny Kaye, l’ex chitarrista del gruppo di Patti Smith. È lui che, più di tutti, ne intuisce le potenzialità ed è disposto a rischiare in proprio diventando co-produttore di Suzanne Vega, il suo album d’esordio. A dispetto degli scettici, il successo è immediato e la timida ragazza diventa popolarissima in tutto il mondo. Il 18 novembre 1986 il pubblico britannico saluta in lei una delle più promettenti interpreti di un genere, il folk, capace di rinnovarsi e di continuare anche contro gli “esperti del mercato”.
16 novembre, 2016
17 novembre 1985 – Bianca Star, la figlia dell'anarchico Ceccarelli

16 novembre 1990 – Tre rockstar contro l’Irangate

15 novembre, 2016
15 novembre 1982 - Julian Cope resta solo

14 novembre, 2016
14 novembre 1963 – La leggenda del bracciante Stovepipe Daddy

12 novembre, 2016
13 novembre 1981 – La foto di Mao in copertina

12 novembre 1966 – La battaglia di Sunset Strip

10 novembre, 2016
11 novembre 1991 – Un concerto per curare Mary Wells

09 novembre, 2016
10 novembre 1987 – Terence Trent D'Arby: non canto per un paese senza memoria

08 novembre, 2016
9 novembre 1985 – Il tradimento di Jan Hammer

8 novembre 1971 – Sly alza la voce

06 novembre, 2016
7 novembre 1967 – Fairport Convention, i menestrelli elettrici del folk-revival

05 novembre, 2016
6 novembre 1968 - Joe, il leone di Sheffied

5 novembre 1988 – Una serata tra amici del blues per Johnny Winter

«È una serata tra amici del blues, per cui cercherò di non sprecare le parole!», così il 5 novembre 1988 il quarantaquattrenne chitarrista albino Johnny Winter saluta il pubblico dal palco della Riverwalk Blues Fest di Fort Lauderdale, in Florida. Il concerto conclude il tour promozionale dell’album Winter of ‘88, che segna il ritorno dell’artista dalla chioma bianca dopo dieci anni passati a sbarcare il lunario in piccoli club per qualche decina di amanti del blues. Nato a Leland, nel Mississippi, ma cresciuto nel Texas, inizia a suonare il clarinetto e l'ukulele, due strumenti che lascerà perché, confessa nelle note di copertina di uno dei suoi primi album, «nessuna bluesband voleva in formazione un bianco che suonava l’ukulele». Nei primi anni Sessanta va a Chicago dove suona con musicisti come B.B. King, Muddy Waters, Barry Goldberg e Mike Bloomfield. La sua grande occasione arriva nel 1968 quando un articolo sulla neonata rivista Rolling Stone lo fa conoscere a livello nazionale. Nel 1969 registra a Nashville il suo primo album ufficiale Johnny Winter al quale collaborano, oltre al fratello Edgar, vari bluesmen come Willie Dixon e Charley Horton. Da quel momento il suo nome diventa popolarissimo anche fuori dall’ambiente del blues e il suo successo sembra destinato a durare per sempre, scandito da dischi che scalano le classifiche di vendita. Dopo la pubblicazione dello splendido album Johnny Winter and live, registrato al Fillmore East di New York e in alcuni concerti in Florida, la fortuna gli presenta il conto. All’inizio degli anni Settanta gli eccessi e la droga lo costringono a ritirarsi dalle scene per quasi due anni. Quando riprende pubblica ancora vari dischi, ma il periodo migliore sembra passato e all’inizio degli anni Ottanta si ritrova a suonare il suo blues in piccoli locali, per un pubblico di appassionati. Rifiutato dalle major firma un contratto con l'etichetta indipendente Alligator e torna al suono delle origini. Carriera finita? Neanche per sogno. C’è la Warner che, sull’onda del rinnovato interesse per il blues lo rilancia in grande stile con l’album Winter of '88. Per questo il 5 novembre 1988 i fans lo salutano come ai vecchi tempi. Non smetterà più fino al 16 luglio 2014 quando viene trovato privo di vita nella sua stanza d'albergo vicino a Zurigo. Due giorni prima ha partecipato al Cahors Blues Festival in Francia. Le cause della morte non sono mai state rivelate.
04 novembre, 2016
4 novembre 1931 - Una leggenda seppellita in manicomio

02 novembre, 2016
3 novembre 1979 – The Jam: punk a chi?

01 novembre, 2016
2 novembre 1975 - Dylan e Ginsberg ricordano Kerouac

1 novembre 1970 - Muore Peck Curtis, cuore e percussione

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