28 febbraio, 2018

28 febbraio 1949 - Case per tutti, arriva il piano Fanfani

Il 28 febbraio 1949 viene varato dal Parlamento il "Progetto di legge per incrementare l'occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per i lavoratori" destinato a restare nella memoria collettiva come “Piano Fanfani” dal nome del suo propositore e sostenitore, l’allora ministro del lavoro e della previdenza sociale Amintore Fanfani. Inizialmente previsto per una durata settennale, verrà poi prorogato sino al 1963. L’idea è quella di costruire case per i lavoratori prelevando una trattenuta sulle loro retribuzioni. L'intervento, oltre al rilancio dell’attività edilizia con la costruzione di alloggi per le famiglie a basso reddito punta a diminuire la disoccupazione favorendo anche l’assorbimento di una notevole massa di disoccupati. Il primo cantiere viene aperto nell’estate del 1949, pochi mesi dopo l’approvazione della legge e nell’autunno dello stesso anno i cantieri aperti sono oltre 650. Dopo la sua entrata a regime il Piano Fanfani produce circa 2800 unità abitative a settimana con la consegna sempre settimanale di circa 550 alloggi alle famiglie assegnatarie. Nei primi sette anni di vita vengono investiti complessivamente 334 miliardi di lire per la costruzione di 735.000 vani corrispondenti a 147.000 alloggi. Alla fine dei quattordici anni di durata i vani realizzati saranno, invece, in totale circa 2.000.000, pari a 355.000 alloggi.

27 febbraio, 2018

27 febbraio 1923 - Chuck Wayne, tecnica e creatività

Il 27 febbraio 1923 nasce a New York il chitarrista Chuck Wayne. Figlio di un mobiliere cecoslovacco il suo vero nome è Charles Jagelka. Comincia a interessarsi di strumenti a corda suonando il mandolino che impara da autodidatta. La leggenda racconta che sarebbe passato alla chitarra dopo la deformazione del legno del suo mandolino finito poi bruciato in un forno. Per lungo tempo la musica resta un hobby da praticare nel tempo lasciato libero dal lavoro. Nel 1941 ottiene finalmente la prima vera scrittura professionale prima con Clarence Profit e poi con Nat Jaffe. Nel febbraio del 1942 è costretto a interrompere la carriera perchè richiamato alle armi. Due anni più tardi, congedato, entra nella formazione di Joe Marsala, con il quale si esibisce alla Hickory House fino al 1946. Nei due anni seguenti suona in avrie orchestre compresa quella di Woody Herman. Nel 1947 suona nel quartetto di Phil Moore, nel 1948 è nel trio di Barbara Carroll e nell'orchestra di Alvy West. Dal 1948 al 1952 l'ingaggio nel quintetto di George Shearing, gli dà modo di farsi conoscere in tutto il mondo jazzistico, sia dal vivo che attraverso le incisioni. Negli anni Cinquanta Wayne, oltre a dar vita a un proprio gruppo, accompagna anche il cantante Tony Bennett. 57 lavora soprattutto come accompagnatore del cantante Tony Bennett. Negli anni Sessanta entra nell'orchestra della CBS e, salvo qualche rara apparizione in trio, scompare dalla scena. Sono anni intensi di lavoro e di studio. Riappare in gran forma nel 1973 aunado dà vita a un duo chitarristico con Joe Puma. Da quel momento resta uno dei chitarristi più popolari della scena jazz per le que aualità sia tecniche che creative. Wayne suona con grande abilità anche il banjo e riesce, ad esempio in Tapestry, a piegare lo strumento alle esigenze jazzistiche. Muore il 29 luglio 1997.

24 febbraio, 2018

25 febbraio 1937 - Andrew Brown, un bluesman suburbano

Il 25 febbraio 1937 nasce a Jackson, nel Mississippi, Andrew Brown. Tipico rappresentante del blues suburbano degli anni Cinquanta e Sessanta, oltre a cantare, si destreggia con vari strumenti, dalla chitarra all'organo al sax alto. Muove giovanissimo i primi passi nel mondo della musica e a nove anni già si esibisce in feste e locali della sua zona. Verso la fine degli anni Quaranta suona nell'organico dell'orchestra di Joe Dyson. Trasferitosi nell'Illinois, si esibisce al White Rose Club di Phoenix e al De Lisa e al Grand Ballroom di Chicago. Durante gli anni Cinquanta suona nei gruppi di Little Walter, Muddy Waters, Howlin' Wolf, Jr. Wells, Magic Sam mentre come cantante fa parte degli Andrews Gospel Singers. Nei primi anni Sessanta suona sia dal vivo che in sala di registrazione con Freddy King e Shakey Jake. All'inizio degli anni Settanta si stabilisce ad Harvey nell'Illinois dove lavora con orchestre locali oltre che con un proprio gruppo. Proprio ad Harvey muore di cancro l'11 dicembre 1985.

23 febbraio 1983 - Cari Bee Gees avete copiato quella canzone

Il 23 febbraio 1983 i Bee Gees vengono riconosciuti colpevoli di plagio. Il Tribunale di Chicago infatti ritiene che la loro How deep is your love sia copiata dalla canzone Let it end di Ronald H. Selle. Il verdetto prevede anche un risarcimento di alcuni milioni di dollari all’autore, ma il gruppo prennuncia un ricorso in appello. Quando viene letto il passaggio della sentenza che descrive la dinamica del plagio, Robin Gibb urla «Sono tutte bugie!». La band verrà poi assolta in appello quando verrà ascoltato il nastro del momento in cui il brano è stato concepito con Barry alla voce e Blue Weaver al piano. Si tratta di una delle tante curiosità che hanno caratterizzato la storia di questa canzone, inizialmente scritta dai fratelli Gibb per la cantante Yvonne Elliman, la Maria Maddalena della versione cinematografica di "Jesus Christ Superstar" e poi recuperata in extremis per il film "La febbre del sabato sera".

23 febbraio, 2018

24 febbraio 1947 - Lilly Bonato, l'ultima urlatrice

Il 24 febbraio 1947, nasce Lendinara, in provincia di Rovigo la cantante Lilly Bonato. Registrata all'anagrafe con il nome di Carla Bombonato coltiva la passione per la musica ancora giovane. Considerata l'ultima delle "urlatrici" partecipa a numerosi concorsi sino a quando nel 1962 viene scoperta da Gianni Fallabrino che la scrittura per la sua casa discografica Meazzi. Nel 1963 fa il suo debutto al Burlamacco di Viareggio con il brano Luna continentale e vince la Gondola d'argento alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia con La nostra età. Nel 1964 partecipa al Festival di Sanremo in coppia con Richard Moser presentando il twist Tu piangi per niente, senza entrare in finale. Meglio le va al Disco per l'Estate dove il suo rock'n roll L'ho conosciuto al mare arriva in finale e ottiene anche un buon successo di vendite. Fino al 1968 pubblica con vario successo dischi come È la fine del mondo. Butterfly, Il mio solo amore, Il ragazzo beat, E se vincesse l'amore e Il prossimo aereo per Londra. Nel 1972 dopo vari anni di inattività discografica decide di abbandonare le scene pur continuando saltuariamente a esibirsi in qualche locale.

22 febbraio, 2018

22 febbraio 1925- Jean Bonal la chitarra di Saint Germain des Prés

Il 22 febbraio 1925 nasce a Parigi il chitarrista Jean Bonal. Autodidatta ispiratosi a Django Reinhardt e Charlie Christian debutta nel 1945 nei club di Saint Germain des Prés. Accompagnatore preferito della grandi vedettes di varietà suona anche al fianco degli artisti di punta della scena jazz francese come André Persiany, Michel de Villers, Geo Daly e molti altri. Partecipa alle famose "Jazz Parades" del Teatro Edouard VII, e ai "Jazz Variétés" del cinema Rex, suonando in trio, in quartetto o anche in grandi orchestre soprattutto con quelladi Alix Combelle. Musicista abituale in molti club di parigini, dal Saint Germain al Tabou, da La Rose Rouge al Boeuf Sur Le Toit e al Ringside. Pur essendo un solista pieno di inventiva è particolarmente apprezzato anche per la sua genialità nell'accompagnamento. Nel corso della lunga carriera "presta" la sua chitarra a molti jazzisti statunitensi quando si esibiscono a Parigi. Tra questi spiccano i nomi di Buck Clayton, Sir Charles Thompson, Jonah Jones e Nelson Williams.


21 febbraio, 2018

21 febbraio 1927 - Guy Mitchell, il croato del rock and roll

Il 21 febbraio 1927 a Detroit nasce il cantante, ballerino e attore radiofonico Guy Mitchell, uno dei grandi protagonisti della scena musicale statunitense nel periodo che vede la nascita del rock and roll. Figlio di emigrati croati, il suo vero nome è Al Cernik. Inizia a cantare quando è ancora studente esibendosi nelle band scolastiche. Chiamato alle armi, ruprende l'attività al termine della Seconda Guerra Mondiale, cantando nell'orchestra di Carmen Cavallaro. Nel 1949 viene scritturato da Arthur Godfrey che lo convince a debuttare come solista con il singolo My heart cries for yoy, seguito da The roving kind, My truly, truly fair e Pittsburg (Pennsylvania), nei quali è accompagnato dall'orchestra di Mitch Miller. Nel 1956 ottiene il primo vero e grande successo con Singing the blues, accompagnato dall'orchestra di Ray Conniff, che restò per otto settimane al vertice della classifica statunitense. Tra il 1953 e il 1957 porta al vertice della classifica inglese, oltre a Singing in the blues, anche i brani Shea wears red feather, Look at that girl e Rock-a billy. Nel 1959 torna di nuovo al vertice della classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti con Heartaches by the number. Negli anni Sessanta, di fronte all'irromperee di nuovi protagonisti e nuove mode la sua popolarità declina. Muore a Las Vegas, il 1º luglio 1999. Nel 2007, l'anno in cui Guy Mitchell avrebbe festeggiato il suo 80º compleanno la Sony lo ha commemorato pubblicando l'antologico The Essential Collection.

20 febbraio, 2018

20 febbraio 1937 - Nancy Wilson, la cantante antirazzista di Chillicote

Il 20 febbraio 1937 nasce a Chillicote, nell'Ohio, la cantante Nancy Wilson. Dopo essersi fatta le ossa in feste e locali della sua zona nel 1956 entra a far parte della formazione diretta da Rusty Bryant con cui resta fino al 1958. Trasferitasi a New York nel 1959 decide di tentare la carriera da solista, dividendo i suoi impegni di cantante con un impiego come segretaria che le consente di vivere. In breve tempo però le sue doti vocali attirano l'interesse prima di George Shearing, e poi di Cannonball Adderley. È proprio grazie all'interessamento di quest'ultimo che Nancy riesce a firmare un interessante contratto discografico con la Capitol. Con Shearing, e Cannonball Adderley la ragazza incide due tra i migliori album della sua carriera: The Swingin's Mutual con Shearing e Nancy Wilson/Cannonball Adderley. Nel corso degli anni Sessanta la cantante di Chillicote diventa popolarissima grazie anche al successo del brano Guess Who I Say Today, che le regala un grande successo. Molto impegnata politicamente, svolge una intensa attività propagandistica contro il razzismo e a favore dei diritti civili e delle minoranze. Nel corso degli anni si è esibita con musicisti come Milt Jackson, Ahmad Jamal e Airto.

19 febbraio, 2018

19 febbraio 1957 - Falco, quello di "Der Kommissar"

Il 19 febbraio 1957, nasce a Vienna, in Austria, Falco, il primo cantante austriaco capace di ottenere uno straordinario successo di vendite in tutto il mondo. Il suo vero nome è Johann Holzel e i primi studi musicali avvengono al conservatorio di Vienna. Successivamente si trasferisce a Berlino dove forma una band di jazz-rock. Per il suo nome artistico si ispira a quello dello sciatore Falko Weisspflog, diventando prima Falco Sturmer, poi Falco Guttehrer e, infine, solo Falco. Ritornato a Vienna nel 1978 canta con gli Spinning Wheel e, nel 1980, conquista il vertice delle classifiche austriache con il singolo Ganz Wien. Tre anni più tardi, una delle sue canzoni, Der kommissar, inserita nell'album Einzelhalft diventa un successo internazionale nella versione della bend britannica degli After the Fire. Falco approfitta dell'occasione e realizza la versione inglese dei due album pubblicati fino a quel momento. Il suo stile particolare, duro ma commerciale e molto ballabile, ottiene la definitiva consacrazione con il terzo album Falco 3 del 1985 da cui viene estratta in singolo la canzone Rock me Amadeus che arriva al vertice delle classifiche dei dischi più venduti sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna. Dopo il buon successo con Vienna calling, la stella di Falco declina con la stessa velocità con la quale è arrivata alla popolarità. Il cantante muore in un incidente stradale a San Felipe di Puerto Plata, nella Repubblica Dominicana, il 6 febbraio 1998.

18 febbraio, 2018

18 febbraio 1967 - Le mie mani sono sporche di sangue!

Il 18 febbraio 1967 muore a Princeton il fisico Julius Robert Oppenheimer, il capo di quel "progetto Manhattan" che aveva portato una ventina d'anni prima alla realizzazione della bomba atomica. Nato a New York il 22 aprile 1904 è l'artefice di numerose importanti scoperte soprattutto nel campo della meccanica quantistica, ma la sua fama resta legata soprattutto alla costruzione della prima bomba atomica e alla successiva crisi di coscienza che lo porta a rifiutare di lavorare sulla bomba all'idrogeno e lo fa finire nel mirino del Comitato per la repressione delle Attività Antiamericane. Famosa resta la sua frase, indirizzata a Henry Truman, Presidente degli Stati Uniti d'America nel 1946: «Signor Presidente, le mie mani sono sporche di sangue», alludendo alle vittime delle bombe di Hiroshima e Nagasaki

17 febbraio, 2018

17 febbraio 2006 - Il film che racconta l’ultima generazione senza cellulare

Venerdì 17 febbraio 2006 arriva nelle sale il film “Notte prima degli esami”. Già nel primo fine settimana ottiene un successo di pubblico straordinario e anche la critica accoglie favorevolmente la pellicola. Girato nel 2005 “Notte prima degli esami” totalizza decine di premi sia in Italia che all’estero compreso il David di Donatello assegnato a regia Fausto Brizzi come miglior regista esordiente. Proprio in quell’edizione del David il film totalizza altre otto candidature ai premi per il miglior film, la miglior sceneggiatura, la miglior produzione, la migliore attrice protagonista (Cristiana Capotondi), il miglior attore non protagonista (Giorgio Faletti), la miglior fotografia, la miglior musica e il miglior montaggio. Nel 2007 viene anche candidato al Nastro d’Argento per la miglior produzione.  “Notte prima degli esami” non racconta soltanto una storia, ma il clima, l’atmosfera nella quale si affacciano alla vita adulta i giovani protagonisti. Come ammette lo stesso regista Fausto Brizzi «...volevamo raccontare i ragazzi degli anni Ottanta, l’ultima generazione che non possedeva il cellulare e che non aveva l’ansia di apparire in televisione».


16 febbraio, 2018

16 febbraio 1985 - "Careless whisper" al vertice negli USA

Il 16 febbraio 1985 il singolo Careless whisper di George Michael arriva al primo posto della classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti. La storia del brano è curiosa. Registrato nel 1984 e presentato come singolo del solo George Michael in realtà è stato scritto insieme ad Andrew Ridgeley, il suo compagno d'avventura negli Wham!, ben tre anni prima quando George lavorava come usciere in un cinema a Watford, in Inghilterra. Negli Stati Uniti, dove i dischi del duo vengono pubblicati come Wham! UK, per distinguersi da una band americana con lo stesso nome, singolo viene pubblicato con la sigla “Wham! featuring George Michael”. La "conquista" degli Stati Uniti rappresenta la definitiva consacrazione sulla scena internazionale di George Michael, fino a quel momento un fenomeno quasi esclusivamente britannico. Il brano conquista anche la prima posizione nella classifica dei dischi più venduti in Canada, Giappone, Australia e Italia con oltre sei milioni di copie vendute.

14 febbraio, 2018

15 febbraio 1969 - Pee Wee Russell se ne va

Il 15 febbraio 1969 ad Alexandria, in Virginia, muore il clarinettista e sassofonista Pee Wee Russell. Il suo vero nome è Charles Elisworth Russell ed è nato a St. Louis, in Missouri, il 27 marzo 1906. Ispirato agli inizi della sua lunga carriera da Larry Shields, Leon Roppolo, Volly De Faut e soprattutto da Frank Teschemacher, Pee Wee Russell ha elaborato un personalissimo e inconfondibile linguaggio espressivo inventando un modo nuovo di suonare il clarinetto in grado di valorizzare al meglio le possibilità espressive di uno strumento in realtà assai poco utilizzato nel jazz moderno. Il vuoto provocato dalla sua prematura morte, avvenuta proprio quando era all'apice del successo, con il passar degli anni è divenuto sempre più evidente e incolmabile. All'inizio della sua carriera non suona il clarinetto. I suoi strumenti sono il violino, il piano e la batteria. Solo più tardi scopre il clarinetto che studia sotto la guida di Charlie Merril, dopo aver ascoltato Yellow Nuñez a Muskogee. Il debutto professionale avvien nel 1920 con l'orchestra del cornettista Gene Perkins e nel 1922 viene scritturato a St. Louis dall'orchestra di Herbert Berger. Due anni dopo entra della formazione di Peck Kelley di cui fanno parte Leon Prima, Jack Teagarden e Leon Roppolo. Nel 1925 è all'Arcadia Ballroom di St. Louis a fianco di Frank Trumbauer e di Bix Beiderbecke e nell'estate del 1926, sempre con Trumbauer e Beiderbecke, si aggrega all'orchestra di Jean Goldkette. In questo periodo Pee Wee frequenta a Chicago Eddie Condon, Red McKenzie e il gruppo della Austin High School: Bud Freeman, Jimmy McPartland, Dave Tough e soprattutto Frank Teschemacher del quale diventerà un sincero ammiratore e un convinto discepolo. All'inizio del 1927 va a New York con i Five Pennies di Red Nichols. A partire dal 1929 Pee Wee entra a far parte del clan dei Chicagoans, prendendo il posto di Teschemacher morto poco tempo prima in un incidente automobilistico. A poco a poco diventa l'elemento catalizzatore del gruppo. Nel corso degli anni Quaranta suona con le orchestre di Condon, George Brunis, Wild Bill Davison, Miff Mole, oltre che con proprie formazioni. Negli anni Cinquanta suona moltissimo con George Wein, prima allo Storyville Club di Boston e quindi in seno ai Newport All-Stars. Nel 1957 si esibisce in duo con Jimmy Giuffre. Il 1958 segna il suo definitivo passaggio dal dixieland al mainstream. Non è l'ultima evoluzione. Nel 1962 Pee Wee forma, infatti, un quartetto con il trombonista Marshall Brown nel cui repertorio figurano composizioni di Coltrane, Monk, Tadd Dameron, Billy Strayhorn. L'anno dopo Thelonius Monk lo fa entrare nel suo quartetto e se lo porta al festival di Newport. Nel corso degli anni Sessanta Pee Wee affianca al jazz la passione per la pittura astratta. Alla fine del 1968 fa le sue ultime esibizioni in pubblico alla Town Hall di New York e al Blues Alley di Washington. Il 21 gennaio 1969, suona alla Casa Bianca davanti al Presidente Nixon con una All-Stars diretta da George Wein. Una settimana dopo muore.

12 febbraio, 2018

13 febbraio 1979 - I Police iniziano a registrare "Reggatta de blanc"

Il 13 febbraio 1979 i Police cominciano nei Surrey Studios le registrazioni del loro secondo album. Dureranno fino al 3 agosto dello stesso anno, ma il materiale verrà accantonato per qualche tempo in modo da sfruttare al massimo i precedenti successi. In agosto verrà anche presentato al pubblico il film "Quadrophenia", tratto dal concept-album degli Who, che vede Sting nella parte del capo dei mods. Sull'onda del successo di "Quadrophenia" verrà anche messa in circolazione la produzione indipendente di un regista francese intitolata "Radio on", dove Sting interpretava la parte di un meccanico follemente innamorato della musica di Eddie Cochran. In questo periodo anche Stewart Copeland si chiude in sala di registrazione per un progetto solista realizzato sotto lo pseudonimo di Klark Kent. Dapprima è solo un 45 giri ma, nel 1980, arriverà addirittura un mini album intitolato Klark Kent, che regalerà a Stewart un procedimento penale intentatogli da parte degli autori di Superman. Finalmente il 5 ottobre 1979 verrà pubblicato il secondo album dei Police, intitolato Reggatta de blanc.

11 febbraio, 2018

12 febbraio 1963 - Ci sono i Beatles alla TV!

Il il 12 febbraio 1963 i Beatles appaiono per la prima volta alla TV. Il merito principale, come sempre è del solito Brian Epstein che qualche settimana prima ha concluso un contratto editoriale per le canzoni dei Beatles con Dick James, il titolare della Dick James Music. Proprio lui, ben inserito nell'ambiente radiotelevisivo britannico si adopera perché i Beatles appaiano in televisione nel programma "Thank your lucky stars". Ciò avviene il 12 febbraio 1963 in occasione della pubblicazione mondiale di Please please me. Alla televisione l'impatto del gruppo è enorme e cominciano a piovere le richieste. A febbraio i Beatles partono in tour con Helen Shapiro, in marzo con gli americani Tommy Roe e Chris Montez; in aprile, poi, tornano in sala di registrazione per completare il primo album Please please me e pubblicare il terzo singolo, From me to you, che arriva dritto in testa alle classifiche. Subito dopo, in maggio, ripartono in tour, questa volta con Roy Orbison. Twist and shout, l'apice della loro esibizione, provoca urla scatenate: i Beatles sono definitivamente diventati la cosa più eccitante che accaduta nella musica da anni.


10 febbraio, 2018

11 febbraio 1966 - Hanno sabotato il beat a Sanremo...

L’11 febbraio 1966 "Big", uno dei diffusissimi giornali di culto dei ragazzi degli anni Sessanta, spara sul Festival di Sanremo. «…Tutta la verità sul sabotaggio ai nostri…» recita il titolo in copertina. All'interno con un ampio servizio fotografico viene addirittura documentato quello che la rivista considera un vero e proprio sabotaggio operato scientemente nei confronti dei “complessi”, come vengono chiamate le rockband in quel periodo. Le critiche sono fondate. I gruppi “beat” (così si chiama in quegli anni il pop rock) per la prima volta ospitati in gara sul palco di Sanremo sono stati obbligati a suonare a bassissimo volume e con le casse amplificate alle spalle. Il suono così rientra nei microfoni, si sporca e non consente ai componenti delle band di ascoltarsi. Le esibizioni dei gruppi più amati dai giovani appaiono modeste e, in qualche caso, risultano addirittura fastidiose all’ascolto per chi segue il Festival di Sanremo alla radio o alla TV. In quella che “Big” chiama “trappola” cadono, soprattutto, l'Equipe 84, gli Yardbirds e i Renegades. Più che un complotto è un pasticcio nato da una combinazione tra l’ignoranza “tecnica” sulle esigenze del rock degli addetti agli impianti del Festival e da un po’ di dabbenaggine dei gruppi stessi che non si rendono conto della precarietà degli equilibri sonori e tecnici delle riprese televisive. Non a caso un gruppo più “scafato” come i Ribelli, vista la situazione, rinuncia alla batteria in scena, oltre che al sax di Natale Massara, affida all’orchestra quelle parti, lavora sulle “voci” e arriva in finale. Sottovalutato dai mezzi di comunicazione il “sabotaggio” dei “nostri” diventa per le riviste “giovanili” il primo grande momento di contrapposizione generazionale, una sorta di anticipazione della voglia di protagonismo delle nuove generazioni del dopoguerra e dell’esplosione delle lotte per cambiare la società italiana. Sulle pagine di “Big” si leggono considerazioni che vanno al di là della musica: «…È ora di finirla di considerare i giovani come una massa di ebeti, inesperti d'ogni problema della vita, o di volerli "finti-tonti" ad ogni costo...». Non diverso è l’atteggiamento di quello che può essere considerato il suo principale concorrente, cioè il settimanale “Ciao Amici”. Sulle pagine di questa rivista un lungo editoriale del direttore Luciano Giacotto parte da una serie di considerazioni di carattere musicale («…Doveva essere un festival beat, allegro e giovane, invece è stata una rassegna di motivi vecchi, superati e fuori del nostro tempo…») per poi alzare la polemica sull’aspetto generazionale dicendo «…Però, se riflettete un attimo, vi accorgerete che i motivi e i personaggi esclusi sono tutti giovani. È un'ulteriore conferma della mancanza di rispetto per i gusti e le esigenze dei giovani in tutte le manifestazioni che abbiano un'impronta di ufficialità….». Interessante appare anche la chiosa dell’editoriale: «…È stato un festival inutile? Forse no. Se è servito ancora una volta a mettere in evidenza la scarsa considerazione in cui sono tenuti i giovani in Italia…». Sono le prime scintille di una fiammata destinata a scuotere e a cambiare l’intera società italiana. Eppure gran parte degli osservatori, all’epoca, pensa che si stia parlando solo di musica leggera o poco più…

10 febbraio 2009 - Risarciti gli indigeni creatori dell’Haka

Dopo 160 anni di polemiche e rivendicazioni il 10 febbraio 2009 il governo della Nuova Zelanda sigla con otto tribù native un accordo di risarcimento per gli “abusi” dei colonizzatori inglesi. La cifra concordata è di 300 milioni di dollari neozelandesi, pari a circa 121 milioni di euro. L’aspetto che più suscita l’attenzione dei media è la concessione a una delle tribù della proprietà intellettuale e i diritti commerciali del canto di battaglia più popolare del mondo, l’haka, la colonna sonora che da oltre un secolo accompagna tutte le partite degli All Blacks, e incarna il simbolo della potenza e della fierezza del rugby. I destinatari dei diritti sono gli appartenenti alla tribù Ngati Toa il cui capo guerriero Te Rauparaha, eseguì per la prima volta questa “danza per uomini” all'inizio del XIX secolo.


09 febbraio, 2018

9 febbraio 1985 - Nove milioni di voti per il Festival di Sanremo

Sono quasi nove milioni gli italiani che concorrono con le loro schede a determinare il vincitore del Festival di Sanremo del 1985 attraverso una votazione collegata alle ricevitorie del Totip. Il 9 febbraio 1985 sul palcoscenico sanremese Pippo Baudo, affiancato dalla decorativa Patty Brard, proclama vincitori i Ricchi e Poveri con il brano Se mi innamoro, davanti a Luis Miguel, interprete di Noi, ragazzi di oggi e alla sorprendente e rediviva Gigliola Cinquetti con Chiamalo amore. Quest’edizione del festival sanremese vede la partecipazione di alcuni cantautori dell’ultima generazione come Mimmo Locasciulli, Eugenio Finardi e Ivan Graziani ai quali s’aggiungono un paio di gruppi ‘storici’ del rock italiano come i New Trolls e il Banco. Tra le novità più rilevanti è, però, da segnalare l’incontro di Zucchero "Sugar" Fornaciari con la Randy Jackson Band per l’esecuzione di Donne, una ballata arricchita da suggestive atmosfere reggae con echi di evidente derivazione soul afroamericana. Nonostante la non eccezionale accoglienza riservatagli dalle giurie sanremesi, dopo questo incontro il cantautore italiano sarà oggetto di una progressiva metamorfosi che farà di lui una star della musica internazionale.


08 febbraio, 2018

8 febbraio 1973 - L'uomo di Woodstock se ne va

L’8 febbraio 1973 muore a cinquantatré anni per una crisi cardiaca Max Yasgur, il proprietario della fattoria sui cui terreni nel 1969 si è svolto il Festival di Woodstock. Sono rimaste famose le sue parole, pronunciate dal palco al termine del Festival nelle quali è riassunta la filosofia hippy: «Questo è il più grande gruppo di persone che si sia mai radunato in un unico posto... Credo che tutti voi abbiate dimostrato qualcosa al mondo, e cioè che mezzo milione di giovani possano stare insieme e divertirsi ad ascoltare musica, nient’altro che divertimento e musica. Che Dio vi benedica per questo!». Da tre anni era alle prese con i guai legali derivati da quell'evento. Era stato infatti citato in tribunale dai proprietari dei terreni confinanti che chiedono trentacinquemila dollari di risarcimento per i danni provocati dal pubblico alle loro proprietà. Quando era stata notificata la citazione non aveva fatto commenti limitandosi a chiarire la sua posizione: «Non ho tutti i soldi che mi chiedono. Andrò davanti ai giudici e glielo dirò...». Pratico più che rassegnato, per lui il mondo era più semplice di come volevano farlo apparire gli altri. Nella battaglia legale non poteva contare sul sostegno di nessuno. Anche i protagonisti del Festival di Woodstock, divenuti improvvisamente delle star, erano lontani, impegnati a far fruttare l’inaspettata popolarità. La causa si trascina per molto tempo, ma non approda a niente, anche perché il buon Max con la sua semplicità troverà un modo originale per uscirne morendo d'infarto e lasciando tutti con un palmo di naso...

06 febbraio, 2018

7 febbraio 1957 - A Sanremo Claudio Villa dichiara guerra alla stampa

La settima edizione del Festival di Sanremo inizia il 7 febbraio 1957. La rassegna vede il ritorno, come presentatore, di Nunzio Filogamo affiancato da Marisa Allasio e Fiorella Mari. Il programma prevede tre serate più una, riservata agli ‘indipendenti’, cioè a quegli autori che non hanno l’appoggio ufficiale di alcuna edizione musicale. Claudio Villa è in gara con quattro canzoni: Cancello tra le rose e Usignuolo in coppia con Giorgio Consolini, Corde della mia chitarra con Nunzio Gallo e Il pericolo n. 1, cantata in duo con Gino Latilla e replicata da Natalino Otto. Fin dalle prime battute Claudio, che appare come il ‘superfavorito’, si accorge che parte della stampa gli è ostile. Come al solito, invece di blandirne i favori, decide di continuare per la sua strada ‘a muso duro’, incurante dei rischi a cui si espone. Qualche giornale comincia a parlare di un Villa ‘pigliatutto’ che si è fatto assegnare le migliori canzoni per non correre rischi. Per tutta risposta il cantante mobilita i suoi club. In questo clima teso viene costruito il primo ‘incidente’. Quando Claudio e Gino Latilla lasciano il palco dopo l’esecuzione de Il pericolo n. 1, il cantante romano inciampa in un’asperità del palcoscenico. La reazione di una parte della tribuna stampa è immediata: “L’ha fatto apposta per farsi notare. È scandaloso!”. La guerra è dichiarata. Nella serata del 9 febbraio, quando Claudio Villa sale sul palco per cantare Cancello fra le rose i rapporti con parte della stampa sono ormai oltre il limite della rottura. I Club dei sostenitori del cantante sono in prima fila in questa battaglia dei nervi e non mancano di far sentire la loro antipatia nei confronti dei giornalisti colpevoli di ‘persecuzione’ nei confronti del loro idolo. Sul finale della canzone la voce di Claudio ha un leggero cedimento e ‘stecca’ una nota. Dalla sala si leva qualche fischio, immediatamente coperto dal caloroso applauso dei sostenitori dei Club. Dalla tribuna stampa arriva, netto e anonimo, il grido “Viva Consolini!” contrapponendogli polemicamente Giorgio Consolini, l’altro esecutore della canzone. Gli appartenenti ai Club reagiscono con fischi e improperi in direzione dei giornalisti. Nonostante tutte le polemiche il Festival si risolve in un trionfo per Claudio Villa che vince il primo premio con Corde della mia chitarra di Giuseppe Fiorelli e Mario Ruccione, in coppia con Nunzio Gallo, e il secondo con Usignuolo di Luciano Luigi Martelli, Gino Castellani e Carlo Concina, in coppia con Giorgio Consolini. A completare lo straordinario risultato arriva anche la vittoria nella serata del 10 febbraio, dedicata agli autori indipendenti, con Ondamarina interpretata sempre in coppia con Giorgio Consolini.

6 febbraio 1956 - Il primo disco degli Everly Brothers

Il 6 febbraio 1956 viene pubblicato il primo disco degli Everly Brothers. Qualche mese prima il duo, dopo molto girovagare ha finalmente trovato una casa discografica disposta a ingaggiarli. È la Columbia che l'8 novembre 1955 li ha ingaggiati con un contratto di soli sei mesi. Stando alle voci che circolano nell'ambiente  per l'ingaggio sarebbe stato determinante l'intervento di una loro ammiratrice amante di un politico particolarmente in vista a Nashville. Il giorno dopo la firma, gli Everly Brothers si recano al Tulane Hotel di Nashville, un locale che la casa discografica usava per le registrazioni. Con loro ci sono in studio i Tunesmiths di Carl Smith. La registrazione avviene in fretta. Il duo incide quattro brani in ventidue minuti. Due di questi, Keep a-lovin' me e The sun keeps shining sono sul disco pubblicato il 6 febbraio 1956, Sono canzoni country non eccezionali e il passa pressoché inosservato. Alla scadenza del contratto con la Columbia, gli Everly Borothers verranno respinti anche alle audizioni della Capitol e della Cadence. Qualche anno dopo di fronte al loro successo le etichette rimpiangeranno queste scelte.

05 febbraio, 2018

5 febbraio 1924 - Lil Hardin diventa Lil Armstrong

Il 5 febbraio del 1924 la pianista, cantante e compositrice Lilian Hardin sposa Louis Armstrong e cambia il suo nome d'arte da Lil Hardin a Lil Armstrong. È nata a Memphis, nel Tennessee, il 3 febbraio 1902 (o 1903 per alcune biografie). Proveniente da una famiglia della buona borghesia di Memphis, studia il piano e la musica classica. Proprio la sua cultura musicale favorirà la maturazione artistica di Louis Armstrong. La sua carriera inizia molto prima di conoscere il trombettista. Già nel 1918 si esibisce con Freddie Keppard e nel 1922 entra a far parte della Creole Jazz Band di King Oliver. Proprio qui incontra Louis Armstrong, con il quale Lil sviluppa una collaborazione importante i cui frutti sono percepibili soprattutto nelle prime sedute di incisione degli Hot Five. Nel 1925 forma un suo gruppo autonomo, i Lil's Dreamland Syncopators, nel quale suona a volte anche Armstrong. Nel 1932 il matrimonio tra Lil e Louis va in frantumi. Dopo la separazione Lil va a New York e suona in vari club sia come solista di pianoforte che con personaggi di spicco del jazz tradizionale come Henry Allen e Zutty Singleton. Accompagna anche il cantante di blues Lonnie Johnson. Nel 1952 si trasferisce a Parigi dove resta per alcuni anni. Dopo la morte di Louis, che avviene il 6 luglio del 1971 chiede e ottiene di partecipare al Tribute to Louis Armstrong" che si svolge al Civic Center Plaza. Proprio al termine dell'esibizione viene colta da un collasso e muore poco dopo. È il 27 luglio 1971 e dalla morte di Louis son passati soltanto ventun giorni.

02 febbraio, 2018

3 febbraio 1920 - Chico Alfred Alvarez, la tromba del progressive di Kenton

Il 3 febbraio 1920 a Montreal, in Canada nasce il trombettista "Chico" Alfred Alvarez. Cresciuto alla scuola musicale di Los Angeles, vive il suo suo momento di gloria nel decennio dal 1941 al 1951 quando entra a far parte dell'orchestra di Stan Kenton mettendosi in evidenza come solista. La sua tromba ha un ruolo rilevante nel gruppo di Kenton che in quell'epoca vive il trapasso dallo swing al progressive jazz. La nuova esperienza consente ad Alvarez di evidenziare la propria versatilità, che bene si adatta alle esigenze della creatività kentoniana. Chiusa l'esperienza con Kenton suona in altre orchestre, in particolare con quelle di Charlie Barnet e Red Norvo e negli anni Ottanta si orienta verso la musica latino-americana. Muore il 1° agosto 1992.

2 febbraio 1953 - Il primo disco di Gilbert Bécaud

Il 2 febbraio 1953 viene registrato il primo disco firmato da Gilbert Bécaud. Lo stesso giorno nasce sua figlia Gaya. Le due canzoni sono Mes mains con il testo di Delanoë e Les Croix firmato Amade.. È l'inizio di un'avventura destinata a durare a lungo. Vestito sempre di blu con la cravatta a pois, che si dice non cambi mai per scaramanzia, diventa uno dei primi idoli giovanili della storia della musica mondiale. Il 17 febbraio 1955 una sua esibizione all'Olympia verrà "festeggiata" da quattromila fans urlanti che distruggono letteralmente una parte della platea. L'episodio, più, che la notevole potenza della sua voce, gli varrà per sempre l'appellativo di "Monsieur 100.000 volts". All'inizio degli anni Sessanta arriverà anche la consacrazione internazionale con Et maintenant, il suo brano più famoso scritto su un testo di Pierre Delanoë, che conoscerà oltre centocinquanta versioni diverse in quasi tutte le lingue del mondo.


01 febbraio, 2018

1° febbraio 1968 - Elvis diventa padre mentre il suo mito scricchiola

Il 1° febbraio del 1968 nasce Lisa Marie Presley. La bimba apre gli occhi sul mondo a nove mesi esatti dal matrimonio di Elvis e Priscilla. La notizia fa il giro del mondo e sembra che non meno di diecimila telefonate da ogni parte del globo siano giunte al centralino della clinica. La nascita della bimba è utile per dare nuovo smalto alla popolarità di Elvis che, dopo l'avvento dei Beatles e del nuovo rock, soprattutto negli Stati Uniti si sta lentamente spegnendo. I suoi primi fans sono ormai genitori come lui mentre i ragazzi lo snobbano e lo considerano un rottame del decennio precedente da relegare nel passato. Lui fatica a trovare la sua dimensione. Anche i nuovi film si rivelano fallimenti commerciali, e si dice che nei primi giorni del 1968 Presley passeggi per il Sunset Boulevard, a Los Angeles, senza essere riconosciuto dai passanti, quando solo pochi anni prima sarebbe stata necessaria la polizia per proteggerlo dai fans. A cambiare la situazione arriva l'annuncio di un nuovo special televisivo, in preparazione per la rete NBC. In quel momento è chiaro a tutti che il "Re" non ha ancora abdicato. Lo show, subito ribattezzato "The '68 comeback" (il grande ritorno del'68), si trasformerà nel momento della verità, nel punto cruciale di tutta la carriera di Elvis Presley.