
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
01 settembre, 2025
1° settembre 1944 – Il primo successo di Garinei e Giovannini

31 agosto, 2025
31 agosto 1984 – Un film da Oscar per Prince
Il 31 agosto 1984, preceduto da una massiccia campagna pubblicitaria viene distribuito nelle sale di tutto il mondo il film “Purple rain”. Prodotto e interpretato da Prince, uno dei grandi miti neri del pop degli anni Ottanta è diretto dall'esordiente Albert Magnoli. Vista la popolarità dell'interprete c'è molta attesa per la performance cinematografica e i media sfoderano paragoni con Elvis Presley e con i Beatles. La pellicola è una sorta di lungo videoclip racconta la storia di Kid, il leader della band dei Revolution, un giovane musicista ambizioso ed egocentrico figlio di un jazzista fallito e violento. Il protagonista, interpretato da Prince, e i suoi compagni del gruppo sono in lotta perenne con un'altra band, i Time, il cui leader cerca di soffiargli anche la donna dei suoi sogni, l'amata Apollonia, interpretata da Patti Kotero, in quel periodo compagna del cantante anche nella vita. La storia, che la massiccia campagna promozionale sostiene contenga riferimenti autobiografici del cantante, si dipana tra musica, qualche colpo di scena, l'inevitabile lite nel gruppo dei Revolution e l'altrettanto inevitabile suicidio del padre di Kid. Non manca il lieto fine con il protagonista che dopo un bagno di umiltà riesce a ricostituire la band e a riconquistare l'amore della sua bella. La storia restituisce una inaspettata dignità ai "musicarelli" italiani degli anni Sessanta, con storie da fotoromanzo ispirate alle canzoni del momento. La storia di "Purple rain" è, però, davvero tutta qui, ma la risposta del pubblico è incredibile. Il film balza in testa alle classifiche dei botteghini negli Stati Uniti e in Gran Bretagna fa addirittura meglio. Qui Prince diventa il primo artista dopo i Beatles a piazzare al primo posto della relativa classifica il film, l'album della colonna sonora e il singolo della canzone d'apertura When doves cry. Non è finita qui perché proprio When doves cry vincerà anche l'Oscar per la miglior canzone da film.
30 agosto, 2025
30 agosto 1923 – Giacomo Rondinella, figlio d’arte

29 agosto, 2025
29 agosto 1911 - Marcel Bianchi, la miglior chitarra dopo Django Reinhardt

28 agosto, 2025
28 agosto 1979 - Il sequestro di Fabrizio e Dori

27 agosto, 2025
27 agosto 1975 – Jah live, il Leone non è scomparso

26 agosto, 2025
26 agosto 1972 - Armando Fragna, il rivale di Barzizza e Angelini

25 agosto, 2025
25 agosto 1975 - Junior Collins, il corno francese del Be Bop

24 agosto, 2025
24 agosto 1969 - Il Ristorante di Alice

23 agosto, 2025
23 agosto 1963 - Glen Gray, il Presidente della leggendaria Casa Loma

22 agosto, 2025
22 agosto 1936 – Tony Kendall, l’agente segreto Jo Walker
Il 22 agosto 1936 nasce a Roma Luciano Stella, in arte Tony Kendall. Le sue esperienze nel mondo dello spettacolo cominciano sui set dei fotoromanzi dove il suo volto particolare viene notato da Steno che nel 1956 lo inserisce nel cast di “Femmina tre volte”. In quegli anni si chiama ancora Luciano Stella. È Vittorio De Sica che, dopo averlo conosciuto a un provino gli suggerisce di trovarsi un nome d’arte “americano”. Per la scelta lui racconta di essersi fatto ispirare da un’enorme insegna vista nei pressi di Torvajanica. Il suo primo film di successo è “La frusta e il corpo” di Mario Bava nel 1963 cui seguono notevoli esperienze nei vari filoni del “cinema di genere italiano” di quegli anni interpretando alcuni cult come “La jena di Londra” di Gino Mangini del 1963, “Delitto sull’autostrada” di Bruno Corbucci e soprattutto “La cavalcata dei resuscitati ciechi” di Amando de Ossorio. Non mancano prove anche nei film d’impegno come “Gli intoccabili” di Giuliano Montaldo nel 1968 o “Il muro di gomma” di Marco Risi nel 1991. Nel 1965 in “Operazione tre gatti gialli” diretto da Frank Kramer interpreta per la prima volta il personaggio di Jo Walker, un agente segreto ispirato alle fortune di 007. Il personaggio, che ottiene uno straordinario successo in tutto il mondo e, in particolare, in Germania finisce per condizionare la sua carriera. Interpreterà Jo Walker in ben sette film e la serie avrà termine non per un calo d'attenzione del pubblico ma soltanto perchè Tony Kendall deciderà di chiudere l'esperienza. Muore a Roma il 28 novembre 2009.
21 agosto, 2025
21 agosto 1930 – La difficile carriera di Christiane Legrand

20 agosto, 2025
20 agosto 1950 - Mita Medici, una sex symbol degli anni della contestazione

19 agosto, 2025
19 agosto 1940 - Johnny Nash, l'idolo dei teenager
18 agosto, 2025
18 agosto 1941 – Lili Marleen

17 agosto, 2025
17 agosto 1964 - Maria dei Lone Justice

16 agosto, 2025
16 agosto 1991 – Bruno Nicolai, un eclettico uomo di musica

15 agosto, 2025
15 agosto 1969 - Alle cinque del pomeriggio inizia Woodstock

14 agosto, 2025
14 agosto 1969 – La tromba di Tony Fruscella

12 agosto, 2025
12 agosto 1994 – Anton Giulio Majano, il padre dei teleromanzi

11 agosto, 2025
11 agosto 1954 - Joe Jackson, geniale e imprevedibile

10 agosto, 2025
10 agosto 1927 - Mario Abbate, una delle voci di Napoli

09 agosto, 2025
9 agosto 1972 - André Ekyan, il direttore dell’orchestra di Chez Maxim's

Il 9 agosto 1972 muore a Parigi il sassofonista, clarinettista e direttore d’orchestra André Ekyan, uno dei più importanti esponenti del jazz francese degli anni Trenta e Quaranta. Nato a Meudon il 24 ottobre 1907 con la sua musica elegante è stato uno degli alfieri dello spirito di Benny Carter sul suolo europeo. Dopo aver fatto parte dell'orchestra di Gregor et Ses Grégoriens e aver trascorso un anno presso Jack Hylton, all’inizio degli anni Trenta diventa il leader di un gruppo che si esibisce nei club di jazz di Montparnasse, prima a La Croix du Sud e poi al Boeuf Sur le Toit e, dopo un soggiorno in Svizzera da Ray Ventura nel 1941, al Jockey nella Parigi occupata con Léo Chauliac, Henri Crolla, Emmanuel Soudieux e Pierre Fouad. Dopo la fine della seconda guerra mondiale per oltre dieci anni diventa il direttore dell'orchestra di Chez Maxim's.
08 agosto, 2025
8 agosto 1920 - Leo Chiosso, le parole di Buscaglione

07 agosto, 2025
7 agosto 1991 - Arrivano gli albanesi!

06 agosto, 2025
6 agosto 2006 - In 70.000 allo Stadio Olimpico per Madonna

05 agosto, 2025
5 agosto 1941 – Airto, un brasiliano con Miles Davis

04 agosto, 2025
4 agosto 1979 - Insieme per ricordare Lowell George

03 agosto, 2025
3 agosto 1996 - Luciano Tajoli, un mito ucciso dalla televisione

Alle ore 19.30 di sabato 3 agosto 1996, nella sua casa di Merate, in Vicolo Carbonini muore a settantasei anni Luciano Tajoli uno dei protagonisti della canzone italiana del dopoguerra. Affetto da un grave handicap fisico conseguente a una poliomielite infantile ha pagato un prezzo altissimo alla discriminazione operata dalla televisione nei suoi confronti perché "zoppo e non telegenico". Eppure nell’Italia del dopoguerra è, più di altri, il simbolo della riscossa della tradizione contro le mode culturali d’importazione arrivate insieme alle truppe alleate. Sotto l’incalzare del jazz e delle musiche di Glenn Miller le fortune del genere melodico all’italiana sembrano finite per sempre. Non è così. «Americano non voglio cantar/ o miei signori mi dovete scusar/ questa sera canto in italian…», queste semplici frasi cantate dalla voce appassionata di Tajoli diventano il segnale di riscossa della tradizione italiana. In lui, però, la tradizione è qualcosa di dinamico, non un punto d’arrivo. Non sarà mai un rivoluzionario innovatore, ma non sceglierà nemmeno di rinchiudersi nel recinto tranquillo della conservazione. La purezza del suo timbro unita a una notevole capacità di virtuosismi vocali, gli consentono di adattarsi via via alle nuove sonorità senza tradire l’ispirazione di fondo. Non ha problemi ad accettare l’utilizzo del microfono nelle esibizioni dal vivo negli anni Quaranta e non si oppone quando, negli anni Settanta, le nuove orchestrazioni rovesciano l’impostazione tradizionale portando in primo piano la sezione ritmica. Leggendaria rimane la sua capacità di passare dalla mezza voce al falsetto creando quegli "svolazzi" vocali che saranno un po' il suo "marchio di fabbrica". Stupefacente è, infine, la sua longevità artistica che gli consente di arrivare, ancora sulla breccia, fino agli anni Novanta, a dispetto delle rare apparizioni televisive che gli vengono concesse a causa della scarsa "telegenicità" della menomazione fisica.
02 agosto, 2025
2 agosto 1941 – Fabio Testi, da controfigura a protagonista

01 agosto, 2025
1° agosto 1966 - Al concerto degli Who una serata di straordinaria follia

31 luglio, 2025
31 luglio 1990 – Fernando Sancho, il messicano dei western all’italiana

30 luglio, 2025
30 luglio 2004 - “Pace e male” dei Têtes de Bois

29 luglio, 2025
29 luglio 1938 – Enzo G. Castellari, un maestro del film di genere

Iscriviti a:
Post (Atom)