Il 19 aprile 1969 arriva al vertice della classifica dei dischi più venduti in Gran Bretagna il brano Israelites interpretato da Desmond Dekker & The Aces. L'improvviso successo di questo strano disco che si muove su ritmi e sonorità inusuali per quel periodo sorprende un po' tutti. Nessuno, nemmeno il produttore Leslie Kong, pensava a un exploit commerciale di queste proporzioni per un prodotto destinato prevalentemente al mercato degli immigrati giamaicani. Le atmosfere musicali, la ritmica e la struttura armonica del brano, infatti, affondano le loro radici nella lontana Giamaica, isola da cui provengono l'interprete e la sua band. Gli immigrati lo chiamano "reggae" e fino a quel momento non ha avuto spazio in un panorama musicale caratterizzato dalle varie evoluzioni del rock. Israelites è, invece, destinato a restare nella storia della discografia per aver proposto per la prima volta al mondo il reggae, un genere che raggiungerà la massima diffusione qualche anno dopo con l'avvento del "profeta" Bob Marley. Dekker, che si chiama in realtà Desmond Dacres è nato a Kingston, in Giamaica, dove è popolarissimo più per essere stato tra i protagonisti della serie televisiva "Action" che per le sue qualità canore. I suoi primi passi come cantante risalgono ai primi anni di vita quando canta nel coro della chiesa del suo quartiere. Emigrato in Gran Bretagna per cercare fortuna sbarca il lunario con gli Aces, il suo gruppo, suonando alle feste degli immigrati giamaicani e pubblicando qualche disco destinato ai suoi conterranei. Il successo di Israelites gli cambierà la vita. Poco tempo dopo il singolo entrerà anche nella classifica statunitense allargando la sua popolarità. La carriera di Desmond Dekker continuerà tra pochi alti e molti bassi. Pubblicherà vari brani, tra i quali lo splendido You can get it if you really want it, ma il suo nome resterà per sempre legato a Israelites che tornerà ancora in classifica nel 1975 e nel 1980, quando il cantante ne realizzerà una nuova versione per l’album Black and Dekker. L'etichetta di "inventore del reggae" lo perseguiterà finendo per trasformarsi più in un peso che in un valore aggiunto e, dopo l'esplosione del fenomeno Bob Marley, cercherà di approfittare proprio del boom del reggae per galleggiare nella musica pop internazionale, fino a diventare una sorta di caratterista musicale condannato a ripetere all'infinito il suo vecchio brano.
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