
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
04 settembre, 2022
4 settembre 1971 – Joan Baez a Roma

03 settembre, 2022
3 settembre 1966 – La band dal punto interrogativo

02 settembre, 2022
2 settembre 1986 – Il precoce talento di Debbie Gibson

La mattina del 2 settembre 1986, quando firma il suo primo contratto discografico con la Atlantic, la cantautrice Debbie Gibson ha compiuto sedici anni da meno di due giorni. È nata, infatti, il 31 agosto 1970 a Long Island. I discografici non vogliono, però, perdere tempo e già nel pomeriggio la ragazza inizia a registrare il suo primo album sotto le attente cure del produttore Fred Zarr. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non si tratta dell’ennesimo caso di un’adolescente belloccia dall’immagine patinata costruita a tavolino da furbi produttori. Pianista, cantante e autrice precoce Debbie Gibson è da tempo un personaggio nell’ambiente musicale newyorkese. A partire dall’età di sei anni si è fatta notare con una serie di composizioni premiate in vari concorsi riservati ai giovani talenti. Allieva, come Billy Joel, del grande Morton Estrin, nel 1984 ha prestato la sua voce alla colonna sonora del film "Ghostbusters" e un anno dopo è stata scelta dai produttori del musical "I miserabili", ispirato al romanzo di Victor Hugo, per vestire sulla scena i panni della giovane protagonista. Il padre ha ritenuto, però, che il tempo di permanenza in scena e le fatiche del teatro musicale fossero incompatibili con la sua giovane età, per cui non se n’è fatto niente. Le più importanti case discografiche statunitensi l’hanno corteggiata con insistenza e alla fine l’ha spuntata l’Atlantic Records. La sedicenne Debbie pubblica nei primi mesi del 1987 il suo primo album Out of blues, che arriva al terzo posto nelle classifiche di vendita statunitensi, dal quale vengono estratti alcuni singoli di successo come Only in my dreams, Shake your love e Out of the blue . Nel 1988 con Foolish beat ottiene uno straordinario successo di vendite tanto da diventare la più giovane cantautrice mai arrivata al vertice delle classifiche discografiche statunitensi. Contrariamente a quanto accade a molti giovanissimi artisti Debbie non perderà mai il senso della misura. Terminerà gli studi e, dopo il parziale insuccesso del terzo album Anything is possible, nel 1990 deciderà di ritirarsi per qualche tempo dalle scene musicali e di dedicarsi al teatro. Tornerà in sala di registrazione solo nel 1993.
01 settembre, 2022
1° settembre 1979 - Sette pazzi scatenati

31 agosto, 2022
31 agosto 1976 - Quel copione di George Harrison

30 agosto, 2022
30 agosto 1961 : Roberto Ciaramella, la più bella voce d'angelo

29 agosto, 2022
29 agosto 1911 - Marcel Bianchi, la miglior chitarra dopo Django Reinhardt

26 agosto, 2022
26 agosto 1994 - Rap, coltelli e tanti soldi

25 agosto, 2022
25 agosto 1973 - Tetsu Yamauchi non può far parte dei Faces perché non è inglese

23 agosto, 2022
23 agosto 1995 - Nina non subisce, Nina spara!

19 agosto, 2022
19 agosto 1906 - Manzie Johnson e il sogno di una vita ad Harlem

16 agosto, 2022
16 agosto 1977 – Muore Elvis

13 agosto, 2022
13 agosto 1982 - Joe Tex, il cantante che parla sulle note alte

09 agosto, 2022
9 agosto 1957 - L'altera ed elegante Nina Imperio

08 agosto, 2022
8 agosto 1970 - Grazie, piccola Bessie. Janis

07 agosto, 2022
7 agosto 1941 – Una tuba jazz prestata al pop

06 agosto, 2022
6 agosto 1970 - Mai più Hiroshima, basta con la guerra!

05 agosto, 2022
5 agosto 1967 – Il primo album dei Pink Floyd

04 agosto, 2022
4 agosto 1906 – Una canzone per gli emigranti morti in mare
«E da Genova in Sirio partivano/per l’America varcare, varcare i confin/e da bordo cantar si sentivano/tutti allegri del suo destin./Urtò il Sirio un terribile scoglio,/di tanta gente la misera fin:/padri e madri abbracciava i suoi figli/che sparivano tra le onde, tra le onde del mar...» La canzone dalla struttura tipica dei cantastorie ricorda il naufragio di una nave carica di italiani che emigravano in America, avvenuto il 4 agosto 1906. Sulla Sirio c’erano 1.300 persone a bordo, in prevalenza emigranti italiani diretti in Sud America. Alle 16.30 del 4 agosto 1906 il piroscafo mentre sta dirigendosi verso lo Stretto di Gibilterra urta contro una delle secche più tragicamente note del Mediterraneo, al largo di Capo Palos, sulla costa sud-orientale della Spagna,. La nave resta agganciata con la prua sospesa a venti metri dall’acqua e la poppa completamente immersa. Rimane così per diciassette giorni, prima di spaccarsi in due e colare a picco e in quel lunghissimo tempo nessuno fa nulla. I passeggeri impazziscono di paura, qualcuno si suicida, interi nuclei famigliari si gettano in mare senza saper nuotare, una parte viene salvata dalle fragili imbarcazioni dei contrabbandieri, gli unici che arrivano a dare una mano. Impossibile conoscere il numero esatto delle vittime visto che l'alto numero di emigranti clandestini. I registri dei Lloyd’s di Londra riportano il dato ufficiale di 292 morti, ma sono più di 500 le tombe italiane con quella data nei cimiteri della costa.
03 agosto, 2022
3 agosto 1961 – R4, una leggenda a cinque porte

Iscriviti a:
Post (Atom)