Dopo la sconfitta del fascismo e la Liberazione l’Ovra, la polizia segreta del regime, viene ufficialmente smantellata e le sue strutture sottoposte a procedimenti penali. Gran parte delle forze antifasciste chiede con forza che vengano resi pubblici tutti i nomi delle persone che hanno fatto parte dell’immensa rete spionistica stesa sul paese. Il 2 luglio 1946 viene pubblicata una lista ufficiale dei nominativi dei confidenti dell'Ovra redatta a cura di una apposita Commissione. Lungi dal sopire le polemiche la pubblicazione ne rinfocola di nuove. Da più parti la Commissione viene accusata di aver lavorato a proteggere parte della struttura della polizia segreta fascista. La lista, infatti, avrebbe contenuto inizialmente ben novecento nomi che poi grazie a una serie di successive cancellazioni si riduce a poco più di seicento. Che fine hanno fatto i trecento cancellati? Non si sa. Molti anni dopo alcuni storici sosterranno che parte della struttura dell’Ovra sarebbe stata riutilizzata in funzione anticomunista da alcuni servizi segreti occidentali, ma la verità è ancora lontana. Ogni ricerca cozza infatti contro la segretezza che sigilla la parte più corposa degli archivi italiani dell’epoca.
Nessun commento:
Posta un commento