Il 5 maggio 1896 nasce a Memphis, nel Tennessee il bluesman Robert “Guitar” Welch. Di lui non si sa molto. Intorno ai vent'anni si esibisce come chitarrista nei locali della zona di Memphis e nel 1938 con i Greenville Shakers inizia le prime tournée negli Stati del Sud ottenendo un notevole successo. Dopo la seconda guerra mondiale entra a far parte dei Texas Serenaders, una formazione diretta da suo fratello. Accusato di essere l’autore di un omicidio viene condannato all'ergastolo e imprigionato ad Angola. Qui nel 1959 viene riscoperto dall'etnofolklorista Harry Oster, per il quale registra qualche canzone. La sua impostazione stilistica appare più vicina a quella del Delta che a quella di Memphis e si rifà all’antica tradizione. Sembra sia stato liberato nel 1966. In ogni caso dagli anni Sessanta manca di lui qualsiasi notizia.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio...
05 maggio, 2025
04 maggio, 2025
4 maggio 1979 – Tourists, una band di passaggio

Il 4 maggio 1979, tra l'indifferenza generale viene pubblicato in Gran Bretagna il singolo Blind among the flowers. Ne sono interpreti i Tourists, una band formata due anni prima, con il nome di Catch, dal chitarrista Dave Stewart, proveniente dai Longdancer, dalla cantante e flautista Annie Lennox e dall'altro chitarrista Pete Coombes. Il nome è stato cambiato su suggerimento dei produttori discografici e anche la formazione si è irrobustita. Proprio durante la registrazione del disco la formazione si è ampliata con l'arrivo del batterista Jim Toomey e del bassista malese Eddie Chin. Di loro si dice un gran bene, anche se i risultati non sono all'altezza delle premesse. Nonostante il discreto successo degli album Tourists, Reality effect e Luminous basement, soltanto il singolo I only want to be with you ottiene un buon risultato commerciale. Siccome in campo discografico la differenza tra "una promessa" e "un'occasione mancata" è sottilissima, un anno dopo Blind among the flowers la critica comincia a storcere il naso. La band finisce per essere citata come esempio del fatto che non sempre «ottime individualità fanno un ottimo gruppo». Nonostante tutto, però, l'esperienza è destinata a restare nella storia musicale degli anni Ottanta come una tappa di passaggio per la nascita degli Eurythmics, una delle più ricche esperienze di quel periodo. Quando alla fine del 1980, insoddisfatti dei risultati, i Tourists decideranno di chiudere definitivamente l'esperienza del gruppo, infatti, Annie Lennox e Dave Stewart si chiuderanno negli studi di Conny Plank a Colonia insieme a Robert Gorl e Gabi dei Daf e Holger Czukay e Jackie Liebezeit dei Can. Proprio in queste sedute di registrazione in terra tedesca nascerà l'avventura degli Eurythmics. Quasi a confermare la caratteristica dei Tourists come band di passaggio, Pete Coombes ed Eddie Chin daranno vita, con minor successo di Annie e Dave, ma con interessanti risultati, agli Acid Drop.
03 maggio, 2025
3 maggio 1919 – Pete Seeger, un anticapitalista made in USA

Il 3 maggio 1919 nasce a New York Pete Seeger, uno dei più grandi personaggi del folk statunitense. Dalla famiglia assorbe la passione per la musica popolare. Il padre, infatti, è l'etnomusicologo Charles Seeger, collaboratore del giornale comunista "Daily Worker" nonché attivista dell'associazione Composer Collectives For The Promotion Of American Music. Nel 1936 si iscrive alla facoltà di sociologia ad Harvard, ma due anni dopo lascia l'università per lavorare con Alan Lomax negli archivi della Biblioteca del Congresso a Washington, alla ricerca di canzoni popolari. Nel 1941 torna a New York dove forma gli Almanac Singers con Woody Guthrie, Lee Hays e Millard Lampbell. Nel 1948 con Hays, Ronnie Gilbert e Fred Hellerman dà vita agli Weavers con i quali pubblica anche Goodnight Irene, un brano che resta al primo posto della classifica per tredici settimane vendendo oltre due milioni di dischi. Quando l'attività degli Weavers viene interrotta dalla caccia alle streghe scatenata dal senatore McCarthy contro gli oppositori di sinistra nel 1952, Pete, condannato più volte dal Comitato contro le Attività Antiamericane, continua ad esibirsi da solo nei campus universitari, nelle fabbriche e nei circoli sindacali. Negli anni Sessanta si impegna attivamente nel movimento pacifista aiutando giovani artisti come Arlo Guthrie, figlio del suo vecchio amico Woody, e Joan Baez. Ribelle e poco disposto ad accettare le regole verrà "adottato" dai giovani protagonisti della rinascita del folk e del folk rock. Sono loro che, per aiutarlo a sopravvivere, incideranno i suoi brani. Alcuni di questi finiranno ai primi posti delle classifiche di vendita come, per esempio, If I had hammer, interpretato da Peter Paul & Mary, Where have all the flowers gone? nelle versioni dei Kingston Trio e di Joan Baez e Turn, turn, turn portata al successo dai Byrds. Nel corso della sua carriera registrerà centinaia di canzoni, pubblicate in oltre cinquanta album.
02 maggio, 2025
2 maggio 1950 – Edith Piaf registra “Hymne à l’amour”

«Andrei ai confini del mondo/mi lascerei tingere i capelli di biondo/se tu me lo domandassi/andrei a staccare la luna/andrei a rubare la fortuna/se tu me lo domandassi/Rinnegherei la mia patria/rinnegherei i miei amici/se tu me lo domandassi/ridano pure di me/io farei qualunque cosa se tu me lo domandassi …» con queste parole il 2 maggio 1950 Edith Piaf consegna per sempre a un disco il suo disperato amore per il pugile Marcel Cerdan, l’uomo che come lei è venuto dalla strada e s’è fatto largo a suon di pugni. Edith lo ama alla follia e quando l’aereo su cui sta volando verso di lei si schianta su una montagna delle Azzorre il mondo le crolla addosso. Non vuole cantare più, non vuole vivere più, dice a tutti che non sopravviverà al dolore. Nessuno riesce a scalfire il muro che ha eretto attorno a sé, chiuso e impenetrabile a tutti tranne a una persona. È Marguerite Monnot, la donna, la compositrice e l’amica che l’accompagna da sempre e di cui si fida, a convincerla a riprendere il cammino sulla strada della vita. La prende per mano con pazienza l’aiuta a riprendere il filo della vita che si era interrotta. Edith la segue ma le chiede di aiutarla a erigere un monumento musicale all’amato Marcel. In quei giorni infatti nasce L’hymne à l’amour, la canzone che fa uscire la cantante dal guscio della disperazione. Il testo lo scrive Edith e la musica, larga e imponente come una sinfonia o una cerimonia religiosa è di Marguerite. A chi non ne conosce la storia il testo di L’hymne à l’amour appare infantile, lontanissimo dalla geniale creatività e dalla maturità sofferta di un’artista come Edith Piaf. È come se il dolore avesse scavato fino in fondo nella donna capace di dominare il mondo dall’alto delle sue canzoni e della sua personalità, tanto in fondo da far riemergere la bambina impaurita che era diventata cieca per non vedere più il mondo. Le canzoni, però, non si leggono. Si ascoltano. Il pubblico dell’Olympia, che l’ascolta per la prima volta all’inizio del 1950 piange e gioisce insieme a quella figurina nera che sul palco sembra rubare la voce alla tempesta. Non è solo una canzone quella che Edith Piaf fa vivere sul palcoscenico, ma è l’insieme dei sogni e dei dolori che l’hanno accompagnata. Il 2 maggio 1950 lo registra per la prima volta su disco. Anche nei solchi del tondo 78 giri dell’epoca la sua voce accompagna il sentimento, lo accarezza e si fa accarezzare, lo graffia e si fa graffiare fino a esserne travolta. Quando scrive e interpreta L’hymne à l’amour si comporta come ha sempre fatto nella sua vita. Se sente di dover fare una cosa la fa. La fa e basta senza porsi mai troppe domande perché ha imparato presto che nella vita le domande sono relativamente facili da porre ma non sempre si sopportano facilmente le risposte.
01 maggio, 2025
1° maggio 1994 - Addio ad Ayrton Senna

Durante il Gran Premio automobilistico di Imola di Formula 1, che si svolge il 1° maggio 1994, perde la vita il pilota brasiliano pluricampione del mondo Ayrton Senna. La sua morte getta nel lutto il mondo della Formula 1 e suscita grandissima emozione nel suo paese dove il pilota è un simbolo dell’orgoglio nazionale. In Brasile vengono proclamati tre giorni di lutto nazionale. Trentaquattrenne, Ayrton Senna, ha partecipato a centosessanta Gran Premi di Formula 1 vincendone quarantuno ed è stato Campione del Mondo di Formula 1 nel 1988, 1990 e 1991.
30 aprile, 2025
30 aprile 1983 – Muddy Waters, una leggenda del Delta

29 aprile, 2025
29 aprile 1865 – Max Fabiani, il goriziano che licenziò Hitler
Il 29 aprile 1865 nasce a Kobdil presso San Daniele del Carso, l'architetto goriziano Max Fabiani, un geniale progettista che dal 1894 al 1896 è allievo di Otto Wagner e suo collaboratore per il progetto della metropolitana di Vienna. Quando lascia lo studio di Wagner resta a Vienna dove nel 1900 progetta il magnifico palazzo della ditta "Portois & Fix" nella Ungargasse, nel 1901 la casa Artaria al Kohlmarkt e nel 1910 il planetario Urania. Negli anni Dieci assume come apprendista nel suo studio l'allora ventenne Adolf Hitler, un giovanotto che lui ricorda "non privo di qualche talento". L'aspirante architetto di Braunau, però, non è molto disciplinato e al lavoro preferisce le discussioni sul pangermanesimo che disturbano l'ufficio. Fabiani che antepone il lavoro alle chiacchiere decide di licenziarlo per scarso rendimento. In un'intervista rilasciata alla fine degli anni Cinquanta dichiarerà: «Non l'avessi mai fatto! Avremmo avuto un mediocre ma pur sempre passabile disegnatore tecnico in più e un programmatore di guerre mondiali e di campi di sterminio in meno!». Muore a Gorizia il 14 agosto 1962 alla veneranda età di novantasette anni.
28 aprile, 2025
28 aprile 1963 – Cari Stones, siete bravini, ma non avete grinta!

27 aprile, 2025
27 aprile 1953 – Harry Belafonte registra "Matilda"

26 aprile, 2025
26 aprile 1942 – Bobby Rydell, un ragazzo rassicurante

Il 26 aprile 1942 nasce a Philadelphia, in Pennsylvania, Bobby Rydell, destinato a diventare, insieme a Frankie Avalon e Fabian, uno dei tre rassicuranti idoli adolescenziali che accompagnano il boom discografico statunitense degli anni Cinquanta. Registrato all'anagrafe con il nome di Robert Louis Ridarelli che tradisce l'origine italiana della sua famiglia, il ragazzo comincia presto a respirare il profumo magico del primo rock and roll. A quindici anni forma una band insieme a un altro italoamericano come lui, Frankie Avallone, il futuro Frankie Avalon. Anche il nome del gruppo, Rocko & His Saints, denuncia le radici italiane di gran parte dei suoi componenti. Probabilmente la loro storia sarebbe finita lì se il music business statunitense non avesse deciso di creare i primi teen-idol con un duplice scopo: accompagnare la crescita delle vendite del disco con un prodotto destinato a un pubblico giovanile e costruire personaggi legati al rock & roll ma privi della carica eversiva tipica degli esponenti di questo genere. Ben sostenuto dalle trasmissioni televisive di Dick Clark, Bobby si impone come un rassicurante prototipo dell'adolescente medio americano sessualmente e politicamente innocuo. Il primo successo discografico arriva nel 1959 con Kissin' time. Da quel momento la sua avventura sembra non avere fine. I dischi volano nelle prima posizioni della classifica e anche Hollywood lo vuole per la versione cinematografica del musical "Ciao ciao Birdie", con Janet Leigh e Ann Margret. Come gli altri idoli adolescenziali, però, anche Bobby viene travolto dall'esplosione del beat e finisce per ritrovarsi ancor giovane nel circuito del revival nostalgico nonostante il tentativo di correre ai ripari pubblicando una mielosa versione della beatlesiana World without love. Nel 1986 si torna per un po' a parlare di lui quando Iggy Pop registra una versione del suo vecchio cavallo di battaglia Wild one, ma è soltanto un fuoco di paglia.
25 aprile, 2025
25 aprile 1970 – Otis Spann, il pianista di Muddy Waters

Il 25 aprile 1970 un cancro al fegato chiude a quarant’anni la vita e la carriera del pianista blues Otis Spann, uno dei più famosi componenti della band di Muddy Waters. Nato a Belzoni, nel Mississippi, discepolo di Big Maceo è l'ultimo, in ordine anagrafico, dei grandi pianisti blues della scuola di Chicago. Nonostante la sua breve carriera ha il merito di essere stato il primo pianista a porsi il problema di rinnovare la lezione del blues elettrico di Chicago disancorandolo dai modelli a dodici battute della tradizione del Mississippi. Fino a quando il pianoforte non gli consente di ottenere l'indispensabile per vivere fa anche l'imbianchino. La sua scelta professionale si orienta verso i tasti bianchi e neri nel 1953 quando, dopo aver suonato con Louis Myers, entra a far parte della band di Muddy Waters, con cui resta fino al 1968. Il sodalizio con il grande Muddy non è basato soltanto su uno straordinario affiatamento musicale, ma anche su una solidissima amicizia. Quando nel 1968 se ne va per continuare come solista Waters e la band, privati del suo apporto, entrano in un periodo di crisi creativa. Nel corso della breve sua carriera il suo pianoforte si distingue in molti dischi dei protagonisti del rinnovamento del blues e del rock, da Chuck Berry a Bo Diddley, a Howlin' Wolf, a Paul Butterfield e Mike Bloomfield, ai Fleetwood Mac, a Eric Clapton, a Jimmy Page e molti altri. Negli anni Sessanta inizia a cantare. La sua voce rauca e "affumicata" che canta sui tempi lenti, mentre il piano distilla le armonie del blues, ne alimentare la leggenda. La prima interpretazione vocale su disco è Goodbye Newport blues inserita nell'album Muddy Waters at Newport del 1960. Due anni dopo la sua morte, l'8 settembre 1972 i suoi amici bluesman dedicheranno alla sua memoria l'Ann Arbor Blues & Jazz Festival. Ci saranno tutti, a partire dal vecchio amico Muddy Waters per arrivare a Howlin' Wolf, Freddie King, Junior Walker e moltissimi altri.
24 aprile, 2025
24 aprile 1964 - Via la testa della Sirenetta di Copenaghen!
Il 24 aprile 1964 viene decapitata la famosissima statua della Sirenetta, collocata all'ingresso del porto di Copenaghen. La testa, segata e separata dal resto del corpo non verrà mai ritrovata e dovrà essere sostituita da una copia. Il gesto viene rivendicato da un gruppo di artisti appartenenti al movimento "situazionista". Qualche anno dopo uno dei leader del gruppo, Jorgen Nash dichiarerà di essere stato l'esecutore materiale della decapitazione. La statua realizzata dallo scultore Edward Eriksen utilizzando sua moglie Eline come modella e mostrata per la prima volta al pubblico il 23 agosto 1913 sarà periodicamente oggetto di provocazioni e atti vandalici.
23 aprile, 2025
23 aprile 1955 – Henry Busse, maestro della sordina

Il 23 aprile 1955, proprio alla vigilia del debutto del suo nuovo gruppo muore a Chicago il trombettista Henry Busse. Nato a Magdeburg, in Germania, il 19 maggio 1894 emigra negli Stati Uniti nel 1912 e fa le sue prime esperienze da professionista nell'orchestra di bordo di un transatlantico. Le sue doti di trombettista eclettico dal vibrato molto particolare, dalla sonorità morbida e da una notevole abilità nell'uso della sordina, vengono notate da Paul Whiteman che nel 1919 lo vuole con il suo gruppo come tromba solista. Con la band di Whiteman resta per molti anni contribuendo non poco al suo successo e lasciando segni importanti come il suo assolo in When day is done. Nel 1932 si trasferisce a Cincinnati per dare vita al progetto di formare un’orchestra di swing morbido piacevole da ascoltare e ballare. Passa poi allo Chez Paree di Chicago e per un decennio è tra i protagonisti della musica orchestrale da grandi ritrovi. Quando muore è ha appena formato un nuovo gruppo stabile per il Peabody Hotel di Chicago. Nel corso della sua lunga e fortunata carriera partecipa a vari film. Di lui restano numerose incisioni, tra le quali due notevoli versioni di Milenberg joys e Red hot Henry Brown con un gruppo hot formato da alcuni elementi della orchestra di Paul Whiteman. Tra le sue composizioni di maggior successo si ricordano Hot Lips e Wang Wang Blues.
22 aprile, 2025
22 aprile 1979 - Keith Richards in concerto per ordine del giudice
Il 22 aprile 1979 Keith Richards, il chitarrista dei Rolling Stones, tiene un singolare concerto nel Civic Auditorium di Ottawa, in Canada. Perché singolare? Tutto inizia il 24 ottobre dell’anno prima nel Palazzo di Giustizia di Toronto dove si svolge l’udienza conclusiva di un processo che vede il buon Keith imputato di detenzione di sostanze stupefacenti. I fatti contestati risalgono al 29 febbraio 1977, quando la polizia canadese, allertata da una soffiata, fa irruzione nella camera della rockstar all’Harbour Castle Hotel di Toronto rinvenendo ventidue grammi di eroina e cinque di cocaina. Arrestato, il chitarrista viene poi rilasciato dopo il pagamento di venticinquemila dollari di cauzione. L’accusa è di detenzione a scopo di spaccio, ma fin dal primo momento Richards fa capire che la sua linea di difesa è quella di chiedere la derubricazione del reato in detenzione per consumo personale. La vicenda, vista la popolarità del protagonista, attira l’attenzione dei media che mettono in risalto come la legislazione contro la diffusione e il consumo di stupefacenti sia inadeguata e ingiusta. «Solo i poveri vanno in galera. I ricchi no», è il leit-motiv di una campagna che vede anche le associazioni antiproibizioniste prendere posizione contro gli effetti di una normativa devastante sul piano sociale. Il reato contestato al chitarrista prevede la reclusione fino a diciotto mesi, convertibile in una sanzione monetaria o in lavori socialmente utili, e una multa salata. Tutti sanno però che le sue pressoché illimitate possibilità economiche lo rendono, nei fatti, diverso dal piccolo spacciatore squattrinato. I ricchi possono pagarsi la libertà, i poveri possono scegliere tra la galera o un periodo lavorativo al servizio della collettività. Per queste ragioni quando il giudice Lloyd Graburn entra nell’aula del Palazzo di Giustizia per la lettura della sentenza, c’è un silenzio carico di tensione. «Io credo – dice il giudice – che i legislatori di questo stato abbiano in mente una giustizia capace di equità e in grado di costituire un punto di riferimento certo per tutti i cittadini. Guai se si pensasse che le legge non è uguale per tutti». In conclusione decide di accettare la tesi del “consumo personale” ma di trattare Keith Richards come tutti gli altri. Lo obbliga a sottoporsi a un trattamento disintossicante e gli impone di prestare la sua capacità lavorativa al servizio della collettività stabilendo che entro sei mesi in un luogo di sua scelta purché sul territorio canadese deve tenere un concerto di beneficenza il cui ricavato è destinato a un istituto di assistenza ai ciechi, il Canadian National Institute for Blind. In più stabilisce la non convertibilità della pena in una sanzione monetaria. È una sentenza emblematica perché equipara nei fatti una persona dalle notevoli possibilità finanziarie al piccolo spacciatore squattrinato attribuendo un valore monetario al lavoro. È per chiudere il conto con la giustizia che il 22 aprile 1979 sale sul palco del Civic Auditorium di Ottawa. Per l’occasione è accompagnato dai New Barbarians, un gruppo composto dall’altro chitarrista dei Rolling Stones Ron Wood, dal bassista Stanley Clarke, dall’ex tastierista dei Faces Ian McLagan e dall’ex batterista dei Meters Ziggy Modeliste.
21 aprile, 2025
21 aprile 1973 – Billion Dollar Babies

Il 21 aprile 1973 il trasgressivo Alice Cooper, bersagliato dagli strali della critica benpensante di tutto il mondo, arriva al vertice della classifica degli album più venduti negli Stati Uniti con il suo Billion dollar babies. Finalmente convinta dalle vendite del precedente School's out la Warner Bros ha accettato di non porre limiti alla genialità creativa dell'oltraggioso artista. L'album è confezionato in un cartone trattato da una copertura plastica che fa assomigliare a un grosso portafoglio in similpelle. All'interno c'è un gigantesco assegno da due bilioni di dollari, mentre una foto ritrae il cantante vestito con un ambiguo satin bianco che tiene in braccio un neonato truccato con il suo caratteristico make-up di scena. A differenza del passato, però, la creatività della rockstar non è frenata dalle esigenze di produzione. Gli aspetti più raccapriccianti della sua invenzione fantastica, ricchi di richiami sessuali e grandguignoleschi, questa volta non sono pura decorazione esteriore. Con una buona dose di sarcasmo Alice Cooper punta i suoi strali sul consumismo e le piccole manie che assillano la società opulenta nordamericana. Lo show dal vivo che accompagna il lancio del disco è, se possibile, ancora più provocatorio delle canzoni. Grottesche scenografie portano sul palco dei suoi concerti le paure, le ossessioni e i riti maniacali della quotidianità della middle class statunitense. È nel corso di questo tour che compare il numero della ghigliottina, con la testa di Alice Cooper che rotola insanguinata sul palco, destinato a restare come uno degli effetti limiti della storia dei grandi concerti dal vivo. Per la prima volta i suoi eccessi attraggono l'attenzione di intellettuali e artisti distanti dall'ambiente musicale. Il più entusiasta è il pittore Salvador Dalì che lo proclama "re della confusione totale" e dedica alla sua genialità una scultura agghiacciante che riproduce un cervello da cui fuoriesce una stecca di cioccolato.
20 aprile, 2025
20 aprile 1951 – La difficile ascesa di Luther Vandross

Il 20 aprile 1951 nasce a New York il cantante soul Luther Vandross. Figlio di una cantante gospel e di un interprete di standard italoamericani, respira fin da piccolo nell'ambiente famigliare la passione per la musica. È ancora studente quando forma il suo primo gruppo con Carlos Alomar e Robin Clark. Nonostante gli inizi precoci la carriera non è in discesa per Luther Vandross. Per sopravvivere si adatta al lavori più disparati e più d'una volta medita di lasciar perdere la musica. La prima svolta avviene quando il suo vecchio amico Carlos Alomar, impegnato come chitarrista nella registrazione dell'album Young americans di David Bowie, gli trova una scrittura come corista. Impressionato dalle sue qualità Bowie gli affida anche gli arrangiamenti vocali. Da cosa nasce cosa e Luther si ritrova corista nel tour di promozione dell'album. Nel 1975 il suo brano Everybody rejoice (A brand new day) viene inserito nella colonna sonora del film "The wiz". L'anno dopo forma i Luther con i quali pubblica un paio d'album accolti con freddezza dal pubblico. Lo scarso successo discografico finisce per frustrare ancora una volta i sogni di Vandross che, non trovando etichette disposte a scritturarlo, si adatta a registrare jingles per spot televisivi. Solo nel 1979 le cose iniziano a girare per il verso giusto. Dopo aver cantato nell'album Sounds... and stuff like that! di Quincy Jones e nei cori di Le freak degli Chic, e di We are family delle Sister Sledge, cura gli arrangiamenti vocali di No more tears (enough and enough) per l'inedito duo formato da Barbra Streisand e Donna Summer. Da quel momento la sua carriera di autore, produttore e arrangiatore decolla, ma nessuno sembra ancora disposto a prenderlo sul serio come cantante. Sarà la Epic a rompere l'isolamento pubblicando il suo primo album da solista Never too much. Quasi quarantenne verrà finalmente inserito nel ristretto elenco delle migliori voci nere degli anni Ottanta.
19 aprile, 2025
19 aprile 1928 – Alexis Corner, padre del London Blues

Il 19 aprile 1928 a Parigi, in Francia, nasce Alexis Korner considerato, insieme a Cyril Davies, l'artefice della diffusione del blues in Gran Bretagna e caposcuola di quel genere che ancora oggi viene chiamato London Blues. Di padre austriaco e di madre greco-turca, Korner ha lasciato la Francia con i genitori e si è trasferito oltremanica nel 1939 quando ha soltanto undici anni. Schivo e un po' brontolone, ama ironizzare su chi vede in lui il profeta del blues: «Se io sono il padre del blues britannico Cyril Davies è la madre. Non so se lui sarà contento di questa distribuzione dei ruoli…» In realtà la sua opera di divulgazione si rivelerà fondamentale in tutta l'evoluzione musicale degli anni Sessanta. La musica britannica deve a lui e a Davies la conoscenza e lo studio dell'opera di grandi artisti come Big Bill Broonzy, Muddy Waters, John Lee Hooker, Brownie McGhee, Sonny Terry, Memphis Slim e Otis Spann. Nel 1955 i due suonano al Roundhouse, un Club del West End londinese che verrà considerato il tempio del London Blues. Nel 1961 formano la Blues Incorporated, un gruppo destinato a tenere a balia gran parte dei protagonisti della grande stagione del rock britannico. Nella sua formazione passeranno, tra gli altri, Mick Jagger, Art Wood, Charlie Watts, Long John Baldry, Jack Bruce, Ginger Baker, Ron Jones, Graham Bond, Keith Richards, Eric Burdon, Paul Jones, Lee Jackson, Danny Thompson, Hughie Flint, John McLaughlin, Terry Cox, John Surman, Dick Heckstall-Smith, Dave Holland e Mike Westbrook. Il sodalizio di Alexis Korner con Davies finisce nel 1962 dopo una banale lite sull'utilità o meno di introdurre una sezione fiati nella line-up del gruppo. Cyril se ne va per formare la Cyril Davies Blues Band, mentre Korner prosegue per la sua strada. Nel 1967 dà vita ai Free At Last con Marsha Hunt, Hughie Flint, Victor Brox (poi sostituito dal futuro Led Zeppelin Robert Plant), Gerry Conway, Binky McKenzie e Cliff Barton. Due anni dopo è sul palco di Hyde Park con il chitarrista danese Peter Thorup, per dare il suo contributo al concerto dei Rolling Stones in memoria di Brian Jones. Sempre nel 1969 forma i New Church, una band destinata a durare lo spazio di un respiro, cui segue l'esperienza della big band dei CCS (Collective Consciousness Society) e degli Snape. Una lunga serie di album da solista precederà la sua morte per tumore, che avviene nel 1984 in una distratta Parigi, la città che gli aveva dato i natali.
18 aprile, 2025
18 aprile 1973 - Willie Smith, il leone

Il 18 aprile 1973 muore a New York il settantacinquenne pianista e compositore Willie "The Lion" Smith uno dei primi e più autorevoli esponenti dello stride jazz. La sua tecnica ha influenzato un gran numero di pianisti, primo fra tutti Duke Ellington che, non a caso, gli ha dedicato una sua splendida composizione intitolata Portrait of The Lion. Registrato all’anagrafe con il nome di William Henry Joseph Bonaparte Bertholoff, a quattro anni resta orfano di padre e la madre trova un nuovo compagno in un certo signor Smith che aggiunge ai suoi lunghissimi dati anagrafici un nome in più. Proprio la madre, pianista, è la sua prima maestra di musica. Da lei impara le tecniche di base sufficienti a diventare organista nella chiesa del quartiere newyorkese dove vivono. Dotato di un talento naturale per la tastiera scopre ben presto di poterlo sfruttare adeguatamente. A quindici anni inizia a ottenere i primi ingaggi come pianista prima a New York, poi ad Atlantic City e a Newark. In pochi anni diventa una delle attrazioni fisse di locali come il Leroy's, lo Small's e il Garden Of Joy conquistandosi rapidamente una buona reputazione e una notevole popolarità. Nel 1920 entra a far parte dei Jazz Hounds, la band di Mamie Smith, con i quali partecipa alla storica registrazione di Crazy blues. Dopo aver lavorato per qualche anno in varie riviste musicali e spettacoli di vaudeville, dà vita a una propria band con la quale suona al Capitol Palace, al Rhythm Club e in altri celebri cabaret di New York. Chiusa l'esperienza in gruppo tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta si esibisce come solista prima di essere ingaggiato per partecipare a varie sedute di registrazione di Clarence Williams. Durante gli anni Trenta si esibisce spesso con un gruppo che porta il suo nome e di cui fanno parte strumentisti di prim'ordine come Ed Allen, Cecil Scott, Buster Bailey, Frank Newton, Pete Brown e John Kirby. Con stessa compagnia registra vari dischi per la Decca. Nel 1939 accetta una proposta dell'etichetta Commodore e realizza da solo al pianoforte una sorta di antologia personale di tutti i brani che l'hanno reso famoso da Echoes of spring a Passionette. La sua carriera non conosce soste né cali di tensione. Attivissimo alla testa di proprie band e instancabile anche nell'attività di solista lascia il segno in varie edizioni del festival di Newport sia negli anni Cinquanta che negli anni Sessanta.
17 aprile, 2025
17 aprile 1974 – Vinnie Taylor degli Sha Na Na

Il 17 aprile 1974 il chitarrista Vinnie Taylor degli Sha Na Na, all’anagrafe Chris Donald, muore per overdose a venticinque anni nell’Holiday Inn di Charlottesville in Virginia. Taylor non è uno dei membri fondatori della band nata nel 1969 dall'ex sassofonista dei Danny and The Juniors Lenny Baker e divenuta famosa in tutto il mondo per la sua entusiasmante partecipazione al Festival di Woodstock. La morte di Taylor arriva in un periodo difficile per il gruppo. Sempre nel 1974, infatti, anche i due tastieristi Screamin' Scott Symon e John Bauman vengono messi fuori combattimento. Il primo per un esaurimento nervoso e il secondo da un collasso. La band sembra arrivata al capolinea, ma non è così. Dopo un periodo piuttosto anonimo gli Sha Na Na torneranno al successo nel 1978 partecipando al film "Grease" con John Travolta e Olivia Newton-John.
16 aprile, 2025
16 aprile 1972 – La prima volta dell’Electric Light Orchestra

Il 16 aprile 1972 l’Electric Light Orchestra suona per la prima volta in concerto al Fox & Greyhound Pub di Croydon. Il pubblico può finalmente vedere dal vivo la band nata l’anno prima da una costola dei Move. La storia dell’Electric Light Orchestra, infatti, inizia nel 1971 quando Roy Wood, leader dei Move, idoli del pop inglese, mette in pratica l'idea di un gruppo che mescoli componenti classiche in una struttura sonora d'atmosfera sinfonico-progressiva filtrando il tutto con il rock. Con lui ci sono il batterista Ben Bevan e il chitarrista Jeff Lynne. Dopo la buona accoglienza riservata dal pubblico a Electric Light Orchestra, il primo album molto sperimentale da cui viene anche estratto il singolo 10538 Ouverture, il 16 aprile si mostrano in pubblico. È l’inizio di una storia lunga e tormentata. Pochi mesi dopo Roy Wood e Jeff Lynne litigano sulle prospettive e Wood se ne va dando vita ai Wizzard. Lynne e Bevan, invece, continuano e trasformano la ELO in una sorta di orchestra rock con elementi classici, aggregando al gruppo il violinista Wilf Gibson, il bassista Michael d'Albuquerque, il tastierista Richard Tandy e i violoncellisti Mike Edwards e Colin Walker. È solo la prima scossa di un gruppo che alterneràmomenti di grande successo a profonde liti e ricomposizioni nell’organico.
Iscriviti a:
Post (Atom)