11 agosto, 2017

11 agosto 1989 – L.L. Cool J., un macho sessista?

L'11 agosto 1989 tre componenti del team del rapper L.L. Cool J., il vocalist David Parker, il tecnico Gary Saunder e uno degli addetti al servizio d’ordine, Christopher Tsipouras, vengono accusati di atti di libidine violenta per aver abusato di una ragazza di quindici anni sorpresa nel backstage dopo un concerto. L'episodio suscita sdegno e conferma le critiche da tempo rivolte al rapper di snaturare la carica eversiva della musica rap, facendone strumento di pulsioni "machiste" e sessuali più che di ribellione sociale. Tracce evidenti di questa impostazione si ritrovano anche nella stessa scelta del nome d'arte di L.L. Cool J. (Ladies Love Cool James), da parte del newyorkese James Todd Smith (questo è il suo vero nome). Iniziato alla musica da un nonno di professione disk jockey, nel 1984 pubblica il suo primo singolo I need a beat. L'anno successivo gli si aprono le porte del cinema. Dopo aver cantato I can't live without my radio nel film "Krush groove" pubblica il suo primo album Radio che lo trasforma in un personaggio da copertina e fa di lui uno dei primi rapper commerciali delle nuova generazione. Parte del movimento rap lo accusa di essere un gran furbone e il movimento delle donne lo addita come un cinico e disinvolto profeta della violenza sessista. Nel 1987 ottiene uno straordinario successo con l'album Bigger and deffer e con il singolo omonimo che resta per undici settimane al vertice della classifica statunitense di rhythm and blues. L'episodio di violenza nei confronti della ragazza, pur se non lo coinvolge direttamente, sembra metterlo in difficoltà, ma l'imbarazzo sarà soltanto momentaneo. Coccolato dallo showbusinnes per la sua aria da duro cinematografico tornerà a occupare le copertine patinate dei giornali alla moda. Naturalmente più nessuno si occuperà della ragazza violentata.


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