10 settembre, 2019

11 settembre 1973 – Inizia il “tour senza fine” degli Inti Illimani


L’11 settembre 1973 un colpo di stato militare chiude in Cile la breve parentesi del governo di Unidad Popular. Gli Inti Illimani, che in quel periodo sono impegnati in un tour europeo, ricevono notizie agghiaccianti. Le televisioni, le radio e i giornali di tutto il mondo raccontano di migliaia di persone rastrellate e ammassate negli stadi trasformati in immensi campi di concentramento. Arrivano anche le prime voci di torture e uccisioni da parte della polizia militare e degli “squadroni della morte”, gruppi paramilitari di estrema destra formati da veri e propri killer che agiscono al di fuori di qualunque regola. Il Presidente legittimo del Cile, Salvador Allende, è stato ucciso nel palazzo presidenziale della Moneda a Santiago. Il generale Augusto Pinochet, che ha assunto il potere dopo il colpo di stato, sospende le libertà costituzionali. Gli Inti Illimani scoprono di essere stati inseriti nelle liste di proscrizione compilate dal nuovo regime. In più le autorità militari hanno disposto anche il sequestro del loro più recente album Canto de pueblos andinos, che per molti anni rimarrà l’ultimo disco non clandestino pubblicato nel loro paese natale. Si rendono conto di non poter più rientrare in patria. Sono esiliati. È l’inizio di quello che qualche tempo dopo definiranno un “tour senza fine”, una diaspora destinata a durare più di quindici anni.



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