
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
30 settembre, 2016
2 ottobre 1981 – Fun Boy Three, tre ragazzi divertenti

1 ottobre 1980 – L’inatteso fiasco di Paul Simon

29 settembre, 2016
30 settembre 1977 – I Foghat: salviamo la memoria del blues!
28 settembre, 2016
29 settembre 1971 – Gilbert O'Sullivan, il cantautore vestito da operaio

27 settembre, 2016
28 settembre 1968 – Il primo contratto degli Stooges

27 settembre 1948 – Nasce Meat Loaf, il polpettone del rock

26 settembre, 2016
26 settembre 1991 – Addio a Billy Vaughn, un geniale costruttore di successi

24 settembre, 2016
25 novembre 1970 - Chi ha ucciso Albert Ayler?

24 settembre 1986 – Zucchero in blues

23 settembre, 2016
23 settembre 1989 – Milli Vanilli, la breve stagione del duo fantasma

21 settembre, 2016
22 settembre 1994 – Maria Carta, la folksinger che divenne deputata

20 settembre, 2016
21 settembre 1983 – Tutti sul palco per aiutare Ronnie

20 settembre 1976 - La prima volta della dark lady

18 settembre, 2016
19 settembre 1887 – Cora "Lovie" Austin, una donna tra i pionieri del jazz

18 settembre 1976 - Il funk dei Wild Cherry

16 settembre, 2016
17 settembre 1988 – Scusa, ma quello non è Mick Jagger?

16 settembre 1925 - B.B. King, il bluesman dei carcerati
14 settembre, 2016
15 settembre 1983 - Sempre Nomadi

13 settembre, 2016
14 settembre 1963 - Pete Seeger non cede

12 settembre, 2016
13 settembre 1966 - Anna Fougez: il mondo parla e io passo

12 settembre 1935 - Nasce Trincale, il nostro Woody Guthrie
10 settembre, 2016
11 settembre 1987 – Uno sparo sull’erede di Marley

10 settembre 1974 – Si sciolgono le bambole di New York

09 settembre, 2016
9 settembre 1972 – La prima e unica volta di Arlo in classifica

08 settembre, 2016
8 settembre 1978 – Un saltimbanco alla batteria

06 settembre, 2016
7 settembre 1984 – Viva i minatori, abbasso la Thatcher
Nel mese di settembre del 1984 i minatori britannici sono impegnati in una delle più lunghe e faticose battaglie che la storia sindacale di quel paese ricordi. Hanno occupato le miniere e sono determinati a resistere a oltranza contro i progetti del governo conservatore. Obiettivo principale della lotta sono i tagli sull’occupazione e, in particolare, la chiusura di alcune miniere, ma il loro impegno diventa anche la punta più avanzata del tentativo di contrastare il disegno governativo di smantellare gran parte della garanzie sociali. I minatori diventano un simbolo di resistenza che va al di là del settore produttivo nel quale operano e attorno alle loro famiglie si sviluppa un grande movimento di sostegno e solidarietà concreta. Associazioni sindacali, comitati e semplici cittadini concorrono a raccogliere fondi, cibo, abiti e tutto quanto serve per sostenerne le necessità primarie. Anche il mondo dello spettacolo si mobilita. Paul Weller, il leader degli Style Council, in una conferenza stampa annuncia la sua intenzione di tenere un concerto a Londra per raccogliere fondi da devolvere ai lavoratori in lotta e spiega ai giornalisti che «Quella gente sta lottando anche per noi, per il nostro futuro. Non possiamo chiedere loro di resistere per mesi senza salario, senza aiuto. Non hanno bisogno di chiacchiere, ma di soldi». L’idea di Weller trova adesione e consenso e il 7 settembre 1984 alla Royal Albert Hall di Londra, una delle sale da concerto più prestigiose della capitale britannica gli Style Council sono tra i protagonisti di una lunga kermesse musicale che vede presenti anche gli idolatrati Wham! di George Michael. I fondi raccolti durante il concerto vengono consegnati al coordinamento della lotta istituito dai sindacati, ma l’impegno di Weller non si ferma qui. Insieme a Mick Talbot, Jimmy Ruffin, D.C. Lee, Vaughn Toulouse e Junior Giscombe, pubblica, sotto il nome di Council Collective, il singolo Soul deep, il cui ricavato è esplicitamente destinato a sostenere le famiglie dei minatori in sciopero. Non si limiterà alle lotte sindacali. Negli anni successivi fonderà insieme ad altri artisti come Billy Bragg e gli Smiths l'organizzazione “Red Wedge”, una sorta di corrente musicale di appoggio all’azione della sinistra del partito laburista britannico.
05 settembre, 2016
6 settembre 1926 - L'inventore del back beat

04 settembre, 2016
5 settembre 1950 - Una stupida morte per Al Killian

4 settembre 1971 – Joan Baez a Roma

3 settembre 1966 – La band dal punto interrogativo

01 settembre, 2016
2 settembre 1986 – Il precoce talento di Debbie Gibson

La mattina del 2 settembre 1986, quando firma il suo primo contratto discografico con la Atlantic, la cantautrice Debbie Gibson ha compiuto sedici anni da meno di due giorni. È nata, infatti, il 31 agosto 1970 a Long Island. I discografici non vogliono, però, perdere tempo e già nel pomeriggio la ragazza inizia a registrare il suo primo album sotto le attente cure del produttore Fred Zarr. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non si tratta dell’ennesimo caso di un’adolescente belloccia dall’immagine patinata costruita a tavolino da furbi produttori. Pianista, cantante e autrice precoce Debbie Gibson è da tempo un personaggio nell’ambiente musicale newyorkese. A partire dall’età di sei anni si è fatta notare con una serie di composizioni premiate in vari concorsi riservati ai giovani talenti. Allieva, come Billy Joel, del grande Morton Estrin, nel 1984 ha prestato la sua voce alla colonna sonora del film "Ghostbusters" e un anno dopo è stata scelta dai produttori del musical "I miserabili", ispirato al romanzo di Victor Hugo, per vestire sulla scena i panni della giovane protagonista. Il padre ha ritenuto, però, che il tempo di permanenza in scena e le fatiche del teatro musicale fossero incompatibili con la sua giovane età, per cui non se n’è fatto niente. Le più importanti case discografiche statunitensi l’hanno corteggiata con insistenza e alla fine l’ha spuntata l’Atlantic Records. La sedicenne Debbie pubblica nei primi mesi del 1987 il suo primo album Out of blues, che arriva al terzo posto nelle classifiche di vendita statunitensi, dal quale vengono estratti alcuni singoli di successo come Only in my dreams, Shake your love e Out of the blue . Nel 1988 con Foolish beat ottiene uno straordinario successo di vendite tanto da diventare la più giovane cantautrice mai arrivata al vertice delle classifiche discografiche statunitensi. Contrariamente a quanto accade a molti giovanissimi artisti Debbie non perderà mai il senso della misura. Terminerà gli studi e, dopo il parziale insuccesso del terzo album Anything is possible, nel 1990 deciderà di ritirarsi per qualche tempo dalle scene musicali e di dedicarsi al teatro. Tornerà in sala di registrazione solo nel 1993.
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